
Viviamo ormai in un mondo in cui ci aspettiamo fluidità nel passaggio tra digitale e fisico, e in cui si moltiplicano i punti di contatto con i nostri brand preferiti. Molte aziende hanno intuito un’interessante opportunità di business all’interno del mondo virtuale, iniziando a testare la propria presenza su queste piattaforme. Ma esiste ancora un confine tra realtà fisica e “metaverso”?
Se non hai ancora capito cos’è il “metaverso”, detto in poche parole è un insieme di spazi virtuali popolati da avatar. L’utente, tramite il proprio avatar, accede a delle esperienze virtuali, si incontra con altri utenti, acquista oggetti, viaggia, va a concerti e altro. Esistono varie piattaforme a cui è possibile accedere dal browser.
Possiamo dire che “Metaverso” sia la parola del 2022? di certo non si tratta di un termine nuovo, la sua origine infatti risale al 1992. Il termine è salito però alla ribalta quest’anno, da quando il gruppo Facebook ha annunciato di rinominarsi “Meta” e avviare un progetto con questo nome.
Dal metaverso alla realtà e viceversa
Secondo una ricerca di Obsess, il 40% degli utenti della Generazione Z e il 40% dei Millennials sono soliti acquistare beni virtuali all’interno di metaversi digitali. Il metaverso si aggiunge quindi alla lista di touch point che le aziende devono considerare quando si parla di omnicanalità.
Dal punto di vista dei brand, è l’occasione di raggiungere le community con esperienze di acquisto uniche, completamente digitali. Dal punto di vista degli utenti, ci ritroviamo nel contesto del “be seamless”, predicato da Philip Kotler nel suo “Retail 4.0”, in cui il consumatore si aspetta di passare da fisico a virtuale e viceversa senza discontinuità.
Ecco che molti brand hanno già iniziato ad approcciarsi al metaverso, creando esperienze uniche virtuali, replicate poi nella realtà. Vediamo alcuni esempi rilevanti:
Il metabar di Heineken
Quale miglior modo di lanciare una nuova birra se non facendola assaggiare? E infatti così ha fatto Heineken, ma online, aprendo uno spazio di degustazione birre in uno dei metaversi esistenti, “Decentraland”. Molti utenti hanno avuto modo quindi di conoscere virtualmente la nuova Heineken Silver, ma chiaramente con un gusto “digitale”.
Il lancio online è stato seguito da quello reale, ricreando lo stesso spazio di degustazione ma all’interno di un “Metabar” fisico aperto come pop-up nel centro di Milano.
“Il primo bar in cui il confine tra realtà e metaverso è senza soluzione di continuità”.
Coca cola Zero Byte
Anche Coca Cola, aveva adottato una strategia simile lanciando una bevanda “metaverso limited-edition” su Fortnite e rendendola disponibile fisicamente sul mercato americano solo qualche mese più tardi. “Coca-Cola Zero Sugar Byte darà vita al sapore dei pixel in una bevanda in edizione limitata che trascende il mondo digitale e fisico”, le premesse del lancio.
Il passaggio è anche inverso in questo caso, dal reale al virtuale, in quanto chi compra una Coca-Cola Byte nel mondo reale, può vivere un’esperienza di gaming in realtà aumentata scansionando il Qr code.
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Adidas “Into The Metaverse”
Già a fine dello scorso anno Adidas aveva acquistato un terreno sulla piattaforma virtuale The Sandbox, con l’intenzione di creare un club esclusivo di clienti. La prima fase è stata la creazione di una linea Adidas Originals di NFT (non fungible token), legata a un Proof of Attendance Protocol (POAP) cioè una garanzia ai proprietari per l’accesso a “contenuti esclusivi”, a un gioco virtuale e a possibilità di co-creazione con il brand.
I proprietari di Adidas Originals NFT hanno ricevuto inizialmente anche una serie di indumenti digitali per i propri avatar. L’esperienza non è solo virtuale però: l’acquisto degli NFT garantisce agli utenti merchandising fisico Adidas senza costi aggiuntivi.
Ad oggi Adidas mantiene ancora il mistero sullo sviluppo del progetto, riportando nel sito web un “Welcome to phase 2. Stay Tuned for what’s next”.
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Nikeland
La competizione Adidas-Nike si sposta nel metaverso. Infatti, anche Nike non ha esitato a creare il suo spazio virtuale, “Nikeland”, nella piattaforma Roblox, modellata sul quartier generale, all’interno del quale gli utenti possono trovare varie opportunità di intrattenimento.
Le ottime premesse di Nike sul metaverso sono state rafforzate poi dall’annuncio dell’acquisizione di RTFKT Studios, piattaforma di moda che si dedica alla ideazione di sneaker digitali. Dopo mesi di attesa, lo scorso aprile è stata lanciata la prima linea di sneaker virtuali NFT con prezzo medio tra i 6mila e i 10mila dollari.
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Non solo beni di consumo: concerti ed eventi nel Metaverso
Oltre al punto di contatto tra consumatori e aziende, ricordiamoci che il metaverso è prima di tutto una piattaforma in cui l’utente va per interagire con altri, tramite esperienze di intrattenimento o gioco.
I concerti nel metaverso non sono certamente una novità, di grande successo sono stati per esempio quello di Travis Scott (2020), Ariana Grande o Justin Bieber su Fortnite tramite gli avatar-cantanti.
Al contrario, c’è chi porta il metaverso nei propri concerti come Jovanotti durante il Jova Beach Party. Grazie ad una partnership con Tim, durante il concerto, è possibile utilizzare un visore e visitare virtualmente il “Jovaverso” in cui si trovano il backstage e il camerino personale dell’artista.
Il metaverso crea l’occasione per gli utenti di partecipare ad eventi unici a distanza, e per i brand di avere una vetrina virtuale su milioni di consumatori. Non a caso quest’anno si è svolta la prima Metaverse Fashion Week, con la partecipazione di molti brand luxury e fashion tra cui Dolce&Gabbana e Tommy Hilfiger.
Concludendo…
Il metaverso oggi è ancora nella sua fase iniziale, in cui le aziende stanno testando differenti strategie, per la maggior parte delle volte connesse ad un’attività anche fisica, nel mondo reale. Gli utenti sono ancora i cosiddetti “early adopters” oppure consumatori facenti già parte della community dei gamers.
Per retailers e brand, il metaverso diventerà probabilmente un canale in più per la vendita, ma non l’unico canale. Come TikTok e Instagram oggi, sarà importante ma sarà altrettanto importante essere presenti in più canali per raggiungere i consumatori in tutti i luoghi e in tutti i momenti in cui è possibile attirare la loro attenzione.