
Il secondo giorno del Be-Wizard! è stato spettacolare. Non solo per la qualità eccelsa dei contenuti degli speech che abbiamo sentito, che sono stati davvero variegati, competenti e innovativi, ma anche e soprattutto per l’esperienza che abbiamo vissuto.
Un’esperienza straordinaria, perché ci ha confermato di essere orgogliosi di essere MARKETERs e perché abbiamo incontrato delle PERSONE stupende. Sì, persone, perché se queste erano al centro di tutti gli speech dei relatori, lo erano e lo sono anche nelle relazioni che creiamo ogni giorno: tra noi soci, colleghi e amici, e con il mondo là fuori, che affrontiamo con entusiasmo.
Are you ready to change?
Questa era la domanda che campeggiava dappertutto ieri, in primis da parte di Peter Fisk, ma anche oggi, perché il tema dello speech conclusivo di oggi di Alessandro Rimassa, Digital Revolution, era proprio questo. E come si cambia? Attraverso maggiori connessioni tra le persone.
Ecco cosa consente il digitale secondo Tim Brown di IDEO. Noi insieme a lui.
Cosa si è detto nel mattino, in pillole
Nicoletta Polliotto, Digital Project Manager di Muse Comunicazione, ha coordinato per due giorni la sala Be-Wizard! Food e ha portato il suo pensiero digitale in un coinvolgente speech molto seguito e interattivo. Nel digital marketing per la ristorazione non bisogna saltare nessuno step: il sito internet è lo strumento fondamentale per un ristorante. E qual è la cosa che non va? Che un terzo dei ristoranti in Italia non ha ancora un sito internet.
La cosa più importante è non dimenticarsi mai dell’utente, che vuole informazioni, ricche e aggiornate, vuole vedere il sito da mobile, vuole prenotare il tavolo da internet, o se vede il numero di telefono lo vuole tappare per telefonare e fermare un tavolo. Lato azienda, il sito deve invece esprimere unicità: la competizione è altissima, ma l’identità di ogni ristorante è unica. Bisogna quindi estrarla, e raccontarla attraverso il content marketing. Il contenuto è un mix tra arte e scienza, e deve comprendere i tre elementi della retorica di Aristotele: ethos, pathos, logos. I contenuti devono essere snackable: brevi, dolci, persuasivi.
E allora rendiamo anche i contenuti di questo articolo più snackable: saremo brevi, dolci e persuasivi, perché vi serviremo l’intera portata fra qualche giorno, con un articolo approfondito.
Alessandro Cappellotto – Vendere in automatico con le parole
Alessandro Cappellotto è il fratello di Giovanni Cappellotto (che abbiamo conosciuto ieri), e il suo intervento è stato sicuramente altrettanto interessante, tra testi, storie e simboli nel digitale per vendere in automatico con le parole. I testi su cui si può lavorare nel digitale sono tantissimi, e non è così scontato. Molti di questi sono “automatici”: pensate a quanti “Iscriviti”, “Registrati”, “Acquista ora” e “Scopri di più” vedete ogni giorno nei siti web. Ecco, si può essere diversi: si può imprimere la propria personalità anche con una sola parola. Ad esempio, perché dire “seguici sui social” se si può dire “Parliamoci”?
Luca Bove – 7 regole per aumentare i clienti del tuo ristorante con la Local Strategy
Le ricerche su Google “near me”, cioè quelle con scritto “vicino a me”, “nei dintorni” o “nelle vicinanze” sono cresciute di 34 volte dal 2011 e raddoppiate nel 2014. L’80% di queste avviene da mobile. Notevole è anche il trend delle ricerche vocali, che nel 2015 sono state il 10% del totale, e soprattutto i micro-moments, dei momenti I-want-to-know, I-want-to-go, I-want-to-buy e I-want-to-do che le persone vivono costantemente. Luca Bove, il più grande esperto di Local Strategy in Italia, ci ha quindi spiegato le sue 7 regole per ottenere il massimo dalla Local Search. Ve le spiegheremo nel dettaglio nei prossimi giorni, ma intanto vi consigliamo di leggere il nostro articolo sui cinque macro-trend nel Food e Digital.
Alessio Carciofi – Digital Detox: il turismo di domani con i bi-sogni di oggi
Dal Food siamo passati al Turismo, ma un turismo diverso, nuovo. Si partirà dai bi-sogni della gente, e verrà ridefinito il concetto di Ben-Essere. Come? Attraverso il digital detox. Esatto, abbiamo finalmente ascoltato Alessio Carciofi, dopo che abbiamo avuto il piacere di intervistarlo prima dell’evento. Ma disintossicarsi è una parola brutta; questo nuovo concetto di viaggio è invece wellness (anzi, you-llness) e si chiama in realtà Digital Felix. Le strutture di ospitalità non ti proporranno più “due notti a Rimini”, ma “un weekend in cui puoi rilassarti con tuo figlio”. È un rieducarsi. I dettagli fra qualche giorno, ma l’intervista ad Alessio Carciofi la potete leggere subito dopo questo.
Fabio Giannini – Online Advertising: che cosa è cambiato?
Fabio Giannini, sempre in turismo, ci ha parlato di nuove opportunità nell’Online Advertising nel settore del turismo. Fino a poco tempo fa la pubblicità su internet si inseriva solo nella fase in cui l’utente ricercava informazioni su un viaggio, ma adesso sempre di più la customer journey si va complicando, e la pubblicità diventa importante per la fase di valutazione. L’utente è cioè multi-touch-point: pensate che prima di prenotare si stima che faccia ben 38 visite su internet, il 40% delle quali sul sito della struttura ricettiva dove vorrebbe andare. I punti di contatto, che per i brand sono opportunità (a patto di individuarli) sono moltissimi. E poi non dimentichiamo nuovi strumenti più o meno adatti, a partire dai Facebook Lead Ads, ma soprattutto ricordiamoci che non esiste nessuna ricetta perfetta: il media mix va differenziato in base alle esigenze di business.
Alessandro Agostini – Aumenta del 30% il ROI con Google Adwords
Ad aprire la mattinata per la platea di Be-Wiz Advanced c’è Alessandro Agostini, esperto di search marketing, 11 anni di esperienza nel marketing digitale ed internazionale (tra le aziende che ha seguito ci sono Ferrero International e Campari, per dire). Il titolo del suo intervento è tutto un programma: “Come aumentare del 30% il ROI con AdWords”. Sì, perché “La SEM non è pubblicità, è scienza”: con l’automated bidding, i risultati si possono ottenere e quantificare in modo preciso. “Questo è quello che spaventa un po’ i marketers alla Kotler: con la SEM il marketing diventa quantitativo”, spiega Agostini. Ma se è scienza può essere anche arte? Certo, umanizzando l’automation: capire i passaggi, attivare meccanismi di controllo, seguire come la macchina funziona. “Il navigatore ci guida, ma questo non significa che puoi chiudere gli occhi e lasciare che faccia tutto lui”. Sì, ok, ci vuole la testa.
Gary Angel – Democratizzare la conoscenza, non i dati
Cambiano le slide e pure la lingua: dall’italiano all’inglese, quello di Gary Angel di EY (lo avevamo già sentito al primo giorno). L’intervento di Gary è sulla democratizzazione della conoscenza, a partire dai dati. Che significa? Significa che adesso l’accesso ai dati lo abbiamo facile (in questo senso quelli sono stati già democratizzati), però per ricavarci qualcosa di spendibile per migliorare e progredire, come business e come esseri umani, c’è bisogno di rendere efficiente e significativa la ricerca. Il report, qualsiasi tipo di report, non serve a niente di per sé, spiega Angel: “E’ come una notifica, rivestita in abiti fighetti”. Il report descrive, ma non spiega: è quello che Angel chiama “The meaning problem”. Per risolverlo, Angel propone una step-by-step procedure che parte dal più vecchio, e mai morto, miglior consiglio: conoscere e segmentare l’audience. Il resto ve lo spieghiamo al prossimo articolo.
Riccardo Rodella – Google Adwords Avanzato con la Marketing Automation
Momento break e si torna con Riccardo Rodella, partner Google, al lavoro nel web dal 2009. Di nuovo Google Adwords e di nuovo marketing automation come frontiera del digitale. Il problema dell’advertiser Google vecchio stampo? Si perde troppo tempo. Dalla definizione del metodo per tracciare i risultati, alle analisi qualitative, alla realizzazione di un report: con l’automation, si velocizza. Una carrellata di ottimi tool presentati da Rodella consentono allora di accorciare i tempi: figurano Optmyzr, ReportGarden, Altus, adAlysis. Tanti esempi su come usarli danno il senso del marketer digital: ottimizzazione del bidding, ma anche dei tempi.
Matteo Centenaro – Dietro l’interfaccia, tutto
L’ultimo intervento della mattinata Advanced è quello di Matteo Centenaro, lead developer di PitchTarget ed esperto nello sviluppo di applicazioni che sfruttano le API. Come non partire allora dalla piattaforma più interessante, Facebook, per le sue possibilità di utilizzo di API nella generazione di programmi che ne sfruttano il suo potenziale come strumento di marketing? Conoscerle, intanto, significa innanzitutto capire meglio il social network; usarle, significa renderlo efficiente. Lo stesso Facebook poi sta cambiando atteggiamento oggi rispetto ad esempio al rivale Twitter, consentendo un accesso più largo e immediato ai suoi dati. Tra creazione di Custom Audiences e integrazione con la CRM, gli insight che si ottengono sono sempre più significativi e dettagliati, e la strategia si definisce meglio. Un esempio? Le Ads su Facebook stesso: “Con le API controllo pure il meteo – spiega Centenaro – Se produco una bevanda rinfrescante, posso mostrare le pubblicità del mio prodotto sul social solo quando fuori ci sono 40 gradi”. Vi sembra poco?
Termina la mattinata e si va a pranzo. Ne abbiamo approfittato per scoprire un’eccellenza romagnola
Il potere del digital mindset per creare cambiamento
La sessione pomeridiana chiude il Be-Wizard! come lo ha cominciato: in Plenaria, con un pool di ospiti tra i più interessanti che si sono visti alle conferenze di questi due giorni. Ad aprire i lavori è però l’intervento apprezzatissimo di Alessandro Ribassa, direttore e cofondatore di TAG Innovation School.
Con uno speech appassionato, Ribassa ci ha raccontato di nuovo la favola del digital: una favola che adesso (lo abbiamo imparato) è scritta sui dati. Dall’house sharing di AirBnb al car pooling con BlaBlaCar, il fil rouge dell’innovazione digital connette l’usabilità e l’intuizione geniale. Se Homelidays, primo sito web a inventarsi l’house sharing via web, adesso copia proprio da AirBnb, è perché la seconda ha capito meglio della prima quale fosse la formula giusta per proporre un servizio.
Con la digital transformation non si può rischiare di restare fermi: bisogna continuamente rimettersi in gioco, prima che qualcuno arrivi prima di noi a proporre un servizio (o a riproporre il nostro, ma meglio). Gli esempi scelti da Ribassa passano al car pooling, alla rivoluzione di BlaBlaCar e a cosa ha comportato per tutti i servizi di trasporto, taxi ed aerei compresi.
“A due anni dall’introduzione di Car2Go il 40% degli intervistati non sente più bisogno della seconda auto”, cita Ribassa: significa che il potere del digitale impatta davvero sul reale, molto più di quanto la parola possa farci pensare. E ancora: 9 persone su 10 avrebbero diritto ad un rimborso aereo, ma non lo chiedono: da questo “servizio mancato” è nata AirHelp.
“Oggi anche chi lavora nella ristorazione e vorrebbe odiare TripAdvisor, non può farne a meno. Perché? – chiede Ribassa – Perché è uno straordinario mezzo per creare relazioni, attraverso le recensioni”.
Feedback is the breakfast of champions.
La frase di Ken Blanchard è una sfida che non si può non cogliere: perché senza digital reputation non esisti, e non esiste una reputation che oggi non sia digital. “Are you ready to change?” diventa allora la domanda provocatoria che Ribassa fa alla platea, dal marketer all’imprenditore. È una domanda che suona già sentita (la stessa di Peter Fisk il giorno prima), ma è la vera domanda di questo Be-Wizard, anzi di ogni Be-Wizard. Perché non esiste cambiamento che non passi, oggi, attraverso il digitale, e forse quello che abbiamo imparato oggi (e ieri, e ogni giorno) è che digitale più che uno strumento è un modo di pensare, un’attitudine.
Il gran finale – e ci siamo anche noi
Dopo l’intervento di Ribassa, è il momento del gran finale: sul palco tornano allora alcune facce note del Be-Wizard, da Paolo Zanzottera, padrone di casa, a Mathew Sweezey e Gary Angel, tra i relatori internazionali più stimati. Gli ospiti si rendono disponibili a rispondere alle domande che sono state raccolte dai partecipanti in questi due giorni di Be-Wizard; gli organizzatori ne hanno selezionate alcune tra le più interessanti.
Alla migliore in palio due biglietti per il Be-Wizard 2017: ci fa piacere dirvi che a vincerli siamo stati noi di This MARKETERs Life!
Sul palco è stata chiamata allora la nostra Consuelo Angioni, che si è dedicata al live tweeting dell’evento e alla copertura media assieme al collega Riccardo Coni, temporaneamente non disponibile.*
La domanda che ha fatto aggiudicare il premio alla nostra redazione era stata tweettata durante la sessione mattutina al Be-Wizard! Advanced:
Un piacere ed un onore che a rispondere sia stato Mathew Sweezey, di Salesforce (nel caso ti sia saltato, leggi qui il suo intervento nel day 1). Approfondiremo anche questo con un articolo dettagliato su tutto quanto raccolto durante la sessione Advanced del mattino, tra API, Google Adwords e automated bidding. Attualmente infatti siamo troppo impegnati a farci i selfie con il numero 1:

Noi con Zanzottera. Occhiaie equamente distribuite.
Non l’abbiamo finita qui, a parlare di Be-Wizard: ci ha entusiasmato così tanto che ci torneremo ancora, anche grazie al materiale di formazione che gli organizzatori ci faranno arrivare nei prossimi giorni. Ci focalizzeremo in particolare sulle sessioni verticali del food, del business, del turismo e dell’advanced. Non ve li perdete.
Quel che è rimasto a noi, però – e deve rimanere a noi – è una cosa su tutte: i due elementi centrali del digitale oggi sono il dato e le persone. Macchine e persone devono convivere, per creare esperienze migliori e pensare strategicamente alle opportunità per il cambiamento.
I got soul, but I’m not a soldier
The Killers – All These Things That I’ve Done
Poi ok, ci sono rimasti anche i biglietti del Be-Wizard 2017.
*Consuelo ci ha tenuto a precisare di fronte all’intera platea del Be-Wizard! che Riccardo in quel momento era in bagno. Riccardo ci tiene a precisare ora di fronte all’intera audience di This MARKETERs Life che Consuelo è una stronza.