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#ciboperlamente: come la Cultura ha integrato il digitale

da 30 Settembre 2020Nessun commento

Spesso, ci troviamo di fronte al falso mito che vede la cultura essere vittima del mondo digitale. Da una parte troviamo una categoria di persone che non vuole che cultura e digitale si mischino; dall’altra chi crede che la cultura soccomberà a causa dell’innovazione. Entrambe le categorie dimenticano che il “digitale” è uno strumento e in quanto tale può rappresentare un supporto nel veicolare la cultura, non un ostacolo. Per fortuna ci sono iniziative che mostrano come digitale e cultura possano darsi man forte a vicenda.

Il video pubblicato sui social da Zanichelli inizia con la frase

in un mondo in cui tutto è a domicilio abbiamo deciso di consegnare a casa la cosa più importante: la cultura.

La casa editrice ha lanciato una nuova campagna che unisce offline e online, grafica e parole per promuovere i nuovi dizionari Zanichelli 2021. L’iniziativa, come l’hashtag lanciato da Zanichelli, si chiama #ciboperlamente e si ispira al mondo del food delivery, grazie al supporto di ragazzi in bicicletta che non portano a casa la cena, bensì cartoline illustrate con l’etimo di alcune parole selezionate. Entrando sul sito si può scegliere il proprio menù composto da una serie di cartoline illustrate (menù classico, menù degli innovatori, menù del giorno etc.). In particolar modo, il menù dello chef è illustrato dall’artista Fernando Cobelo, che è anche la mano (e la mente) che colora le bellissime copertine dei dizionari Zanichelli.

Le cartoline illustrano alcune parole con i loro rispettivi etimi, con l’intento di conoscerle meglio e poterle usare con più consapevolezza. L’iniziativa si muove su due piani: uno offline, attraverso un tour per alcune città (Milano, Torino, Genova, Bologna, Firenze, Roma, Cagliari) dove dei corrieri in bicicletta (facendo menzione all’ecosostenibilità dell’iniziativa) distribuiscono random le cartoline; l’altro, online, in cui è possibile ordinare e farsi consegnare a casa propria il “menù” di cartoline preferite.

Inoltre, insieme alle cartoline, vengono regalati tre mesi di dizionari online gratis. L’iniziativa punta a promuovere, quindi, anche i dizionari in versione digitale: incentivandone l’acquisto e l’uso anche solo virtuale senza l’acquisto cartaceo.


Parallelamente, è stata annunciata anche una collaborazione tra Zanichelli e il brand Department Five, che creerà sei t-shirt per celebrare il lancio del dizionario. Il ricavato delle vendite della capsule sarà devoluto alle Scuole Elementari della Regione Marche.
Cultura che aiuta la cultura.

Zanichelli non è nuova a iniziative di questo tipo

Anche l’anno scorso, in occasione dell’uscita del dizionario 2020, Zanichelli aveva lanciato la campagna chiamata #paroledasalvare. Venivano coinvolte sempre alcune città italiane, in ognuna delle quali si sceglieva un punto nevralgico dove veniva allestita l’AreaZ, ovvero un’installazione di un dizionario gigante, munito di uno schermo che a rotazione suggeriva 5 delle 3126 parole da salvare e da imparare a riusare, che a loro volta gli utenti potevano ripubblicare sui propri social.


Quindi, l’iniziativa intendeva sensibilizzare, o per meglio dire incentivare, l’uso di alcune parole lessicalmente più adatte, senza limitarsi a un vocabolario superficiale e vago. Anche lo scorso anno, alcuni termini scelti sono stati illustrati su cartoline, che la casa editrice ha distribuito nelle città del tour.

Ma quali erano queste parole da salvare? Tra i termini in questione, ad esempio, vi erano: “noncuranza” (ostentazione di disinteresse e trascuratezza), “icastico” (efficace, incisivo) o “cupidigia” (una biasimevole avidità). Quest’ultima, per di più, è stata una tra le parole scelte per interrogare alcuni passanti sul significato.

Infine, la campagna prevedeva una collaborazione con il brand di abbigliamento MSGM di Massimo Giorgetti. Una capsule collection di t-shirt in 5 varianti con rispettive 5 parole che il brand ha scelto di adottare, ovvero: Impavido, Impetuoso, Illogico, Vivido e Radioso.

La cultura si fa anche su Instagram…

Zanichelli non si limita a cercare di unire mondo online e offline con le campagne di lancio dei suoi dizionari. Anzi, ne fa una missione come riporta nella proprio bio di Instagram:

la lingua è un patrimonio da custodire, un sapere da diffondere, in continua evoluzione. Qui vi raccontiamo le parole di oggi e di domani.

Infatti, presentano attraverso foto e illustrazioni alcune parole, spiegandole brevemente in modo davvero accattivante.

Un altro esempio virtuoso di unire la cultura al digitale in maniera esemplare è il profilo Instagram della Treccani: treccanigram. È evidente l’operazione di svecchiamento del brand, riadattando i contenuti a un target giovane, citando i testi dei trapper del momento o di Myss Keta, ad esempio. Si può dire che il profilo di Treccani sia strutturato assolutamente in chiave pop; basti pensare anche alla playlist fatta su Spotify, che si chiama “le parole nelle canzoni”, in cui sono presenti tutte le canzoni citate nei post di Instagram dell’omonima rubrica.

… e non solo

Tra coloro che cercano di avvicinare cultura e giovani attraverso il digitale, non possiamo non citare il Museo degli Uffizi di Firenze. Recentemente finito nelle polemiche per la visita di Chiara Ferragni: l’operazione puntava ad avvicinare i giovani alla cultura, utilizzando contesti e strumenti a loro affini. In quest’ottica si inserisce anche il profilo Tik Tok del museo, che realizza video divertenti che vedono come protagonisti proprio i quadri della sua collezione.

Generalmente, l’arte o l’ambiente museo sono associati al contesto scuola e per questo motivo reputati noiosi. In tal modo, operazioni di questo tipo cercano di cambiare l’immagine che i più giovani possono avere della cultura e si cerca di renderla anzi “instagrammabile”. Certo, alcuni la vedono come un’operazione che sembra sminuire le opere, ma in realtà si tratta solo di uno strumento pertinente al target che si vuole raggiungere e adibito a uno scopo virtuoso.

Il connubio tra il mondo culturale (relegato ingiustamente solo all’offline) e il mondo digitale non può che far nascere altra cultura, magari in una chiave più pop, che racconta qualcosa dei nostri tempi attraverso opere passate. In qualche modo, i video tik tok degli Uffizi non sono che una rilettura contemporanea dell’arte un po’ irriverente, come poteva essere la Gioconda con i baffi di Duchamp (opera che, in realtà, prende il nome di L.H.O.O.Q.).

Sì, forse è un parallelismo esagerato. Ad ogni modo, in entrambi i casi si tratta di omaggiare e rilanciare il valore di un’opera nativa per produrre nuove opere che siano artistiche, culturali o di intrattenimento.

In conclusione…

Si può dire che son molte le aziende, che lavorano nella cultura, che hanno ormai integrato e fatto propri i supporti provenienti dal mondo digitale. Senz’altro la situazione attuale, con le misure anticovid, ha spinto a ripensare al modus operandi delle iniziative. Dunque, nel caso di Zanichelli, quale migliore soluzione per ripartire se non grazie all’uso di un servizio, il delivery, che sia nel lockdown sia dopo si è rilevato fondamentale e parte integrante della vita quotidiana di tutti?

Valentina Ruberto

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