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Come le smart cities combattono la pandemia

In questo periodo di grande incertezza e cambiamento, è necessario ripensare il nostro modo di vivere le città. Nonostante la crisi di alcuni settori, la digital transformation ha subìto un’impennata e le interconnessioni tra le tecnologie si rivelano dei preziosi supporti ai servizi cittadini. In questo scenario, le smart cities combattono la pandemia mettendo in campo diversi strumenti innovativi.

Un nuovo scenario

Il 2020 è stato un anno contraddittorio. Se, da un lato, abbiamo percepito una certa staticità, dovuta alle restrizioni che hanno messo in stand-by il mondo, dall’altro possiamo dire di aver vissuto un anno caratterizzato da una grande dinamicità. Perché? Perché lo scenario che ci si è posto davanti ha richiesto una serie di cambiamenti repentini per adattarci alle nuove logiche messe in campo dall’emergenza sanitaria.

I cambiamenti generati dalla pandemia hanno modificato il nostro modo di vivere gli spazi urbani. Mentre le città si svuotavano, le case si riempivano; le persone hanno spostato tutte loro attività dentro le mura domestiche, modificando ritmi e strumenti per lavoro e tempo libero. Questo ha portato alla necessità di ripensare quasi tutte le nostre azioni quotidiane in un’ottica digitale.

La necessità di evitare i contatti interpersonali per ridurre il rischio di diffusione del virus ha, infatti, sollevato l’urgenza di digitalizzare quanto più possibile i servizi. Un modo per soddisfare questa necessità è interfacciarsi con delle città “intelligenti”, che consentano ai cittadini di ricevere risposte “smart” e di rendere rapidi ed efficienti i servizi pubblici.

La digital transformation già in atto ha, infatti, subìto una necessaria accelerazione, mettendo in campo delle tecnologie con cui i cittadini di tutto il mondo hanno dovuto rapidamente interfacciarsi.

Sorge, quindi, la necessità di rendere smart le città. Una strada già battuta da diversi paesi del mondo: secondo Forbes, infatti, gli investimenti nel mercato globale delle smart cities sono destinati a raddoppiare, passando da 410.8 miliardi di dollari nel 2020 a 820.7 nel 2025.

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Cosa rende smart una città?

Nel suo “Vademecum per la città intelligente, l’Osservatorio Nazionale sulla Smart City definisce smart una città che si struttura su una «visione organica di riorganizzazione urbana», orientata allo sviluppo sostenibile, utilizzando gli strumenti dell’IOT come supporto innovativo ai servizi pubblici, al fine di soddisfare i bisogni dei cittadini.

Gli elementi innovativi delle smart cities riguardano diversi settori e formano un insieme interconnesso di strumenti utili a facilitare la vivibilità delle città e la fruizione dei loro servizi. L’insieme di questi strumenti prende il nome di Internet of Things.

L’IOT è, infatti, un sistema di connessione digitale tra diversi oggetti, che vengono quindi definiti smart in quanto dialogano tra loro in maniera automatica, grazie alla continua raccolta di informazioni dall’ambiente esterno.

Ma in che modo è possibile applicare il concetto di “smart” alle città? Pensiamo, ad esempio, ai comuni smartphone. È smart la funzione che permette al dispositivo di imparare le nostre abitudini di ricarica della batteria, in modo da rallentarne l’usura. Lo stesso concetto vale per gli smart objects che compongono le città: su molte strade, ad esempio, sono stati installati dei lampioni intelligenti che regolano la loro luminosità in base alle condizioni di visibilità; esistono anche degli irrigatori che regolano la produzione d’acqua in base alle previsioni del tempo.

Sulla base dell’IOT, quindi, le smart cities forniscono soluzioni intelligenti che trovano il giusto equilibrio tra la vivibilità delle città e la tutela ambientale. Proprio per questo, investire nell’innovazione è fondamentale per consentire alle smart cities di combattere la pandemia.

Covid-19: una spinta verso la digitalizzazione

L’interconnessione resa possibile dall’IOT è necessaria quando manca la fisicità. La pandemia dovuta alla diffusione del Covid-19 ha modificato radicalmente ogni aspetto delle società, a partire dalla fisicità con la quale i cittadini si relazionano con l’ambiente circostante.

In un periodo in cui i contatti tra gli individui sono fortemente sconsigliati, il contributo di digitalizzazione e automazione è fondamentale per permettere alle città di spopolarsi pur mantenendo una certa efficienza. In tutto il mondo si sono cercate soluzioni innovative per evitare di immobilizzare le città.

Sono diversi, infatti, i modi in cui le smart cities italiane combattono la pandemia.

Virus tracking

Per monitorare l’andamento dei contagi con l’obiettivo di ridurli, si sono diffusi strumenti di tracciamento del virus. Bending Spoons S.p.A. ha creato l’app Immuni, in grado di tracciare gli spostamenti ed i contatti tra le persone che entrano in contatto con il virus. Inoltre, la raccolta di questi dati consente una valutazione più accurata della situazione in un determinato territorio, facilitandone quindi l’intervento delle amministrazioni locali.

Questa soluzione non è, però, esente da polemiche relative alla tutela della privacy, che rischiano di vanificarne l’utilità.

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Droni

In quanto strumenti tecnologici versatili, i droni sono dei preziosi alleati contro il virus. Connessi ad un sistema di telecamere termiche, i droni vengono utilizzati per missioni indoor di ispezione e sanificazione di spazi pubblici. Anche in questo caso, però, la questione della privacy solleva argomentazioni delicate in merito all’invadenza di questi strumenti.

Telehealth

La Digital Transformation avanza anche nel sistema sanitario, che si dota di sistemi di telemedicina, basati sulla raccolta e l’analisi dei dati dei pazienti. In questo modo, è più semplice monitorarne i parametri clinici e intervenire in maniera rapida ed efficace, anche da remoto.

Smart mobility e micromobilità

Riprogettare la mobilità è una delle sfide sollecitate dal Covid-19. Se, da un lato, la pandemia ha ridotto drasticamente lo sviluppo del car-sharing, dall’altro ha stimolato l’utilizzo di veicoli elettrici, come monopattini elettrici, hoverboar e skateboard. Conseguenza diretta del loro utilizzo è la riduzione delle emissioni nell’ambiente, rendendo queste soluzioni environment-friendly.

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Digitalizzazione della Pubblica Amministrazione

Il Decreto Legge del 19 marzo 2020 mira ad «accelerare e semplificare al massimo i procedimenti burocratici per l’acquisto di beni informatici e servizi digitali». Svecchiare la burocrazia italiana attraverso strumenti digitali è uno step importante da superare per fornire una risposta efficace all’emergenza sanitaria.

Smart working

Finora, il ruolo dello smart working era stato marginale, ma la pandemia l’ha reso indispensabile per ridurre il rischio di contagio, grazie all’utilizzo di piattaforme di collaborazione online. I meeting online in giacca e pantaloni del pigiama sono diventati il new normal; una descrizione bizzarra che, però, rispecchia la realtà. E se questa modalità di lavoro fornisse dei vantaggi? Alcuni studi, ad esempio, hanno registrato un incremento della produttività dei lavoratori in smart working.

Didattica a Distanza

La chiusura di scuole e università ha reso necessaria l’implementazione di piattaforme di didattica a distanza attraverso infrastrutture tecnologiche e supporti digitali. Nonostante l’Italia si trovi tra le posizioni più basse della classifica di digitalizzazione europea, la necessità di strumenti tecnologici didattici potrebbe essere uno stimolo per colmare il digital divide con l’Europa.

Smart cities e futuro sostenibile?

La pandemia ha causato un momento di rottura che ci ha posto davanti uno scenario del tutto nuovo. In primo luogo, la spinta verso la digitalizzazione non è mai stata tanto forte e sono tanti gli impulsi verso l’ibridazione permanente di forme offline e online. Secondariamente, le conseguenze della diffusione del virus hanno sollecitato una riflessione sull’impatto che il nostro attuale modo di vivere le città ha sul pianeta. Uno studio di Euromedia Research, ad esempio, rileva un cambiamento delle abitudini degli italiani dall’arrivo della pandemia, che hanno optato per scelte meno inquinanti. Questo dato è coerente con l’idea di Smart Economy alla base del concetto di smart city, che fa della Green Economy la spinta verso un nuovo modo di concepire l’economia.

Potremmo chiederci, allora, se l’emergenza sanitaria abbia portato a qualcosa di positivo: le smart cities per combattere la pandemia potrebbero diventare una realtà sempre più innovativa in un futuro non così lontano.

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Giulia Rapisarda

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