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Da SEO a SEO: intervista a Verdiana Amorosi

da 18 Febbraio 2021Marzo 3rd, 2021Nessun commento
Da SEO a SEO Intervista a Verdiana Amorosi

Da SEO a SEO. Nuovo appuntamento in compagnia di un esperto della Search Engine Optimization. In questo caso si tratta di un’esperta! Abbiamo avuto il piacere di scambiare quattro chiacchiere con Verdiana Amorosi, Senior SEO Specialist per Pro Web Consulting e autrice di SEO Checklist, Aspetti tecnici e strategie per una diagnosi completa del tuo sito.

Da SEO a SEO, il volto umano del SEO specialist

Ebbene sì, ci abbiamo preso gusto! Continuiamo a farci gli affari loro. Chi sono i SEO specialist? Questa strana razza umana che tanto affascina chi sente nominare le parole “Google”, “motore di ricerca”, “posizionamento”. Quando c’è un sito web da collocare in cima ai risultati di ricerca, il SEO specialist entra in azione. Come si dice, è uno sporco lavoro ma qualcuno lo deve pur fare. E se questo lavoro è una passione, non è poi così pesante!

Intervista a Verdiana Amorosi

Nella puntata di oggi siamo in compagnia di Verdiana Amorosi, SEO specialist dal 2011 e autrice del manuale SEO Checklist, Aspetti tecnici e strategie per una diagnosi completa del tuo sito. La sua è una storia affascinante: Verdiana si appassiona alla Search Engine Optimization proprio mentre… Ops! Facciamo raccontare la sua storia direttamente alla protagonista.

Ciao Verdiana! Partiamo subito con un test da superare: descrivi in 160 caratteri chi sei e di cosa ti occupi.

«Mi chiamo Verdiana Amorosi, ho appena superato i 40 anni e mi occupo di SEO. Lavoro per la web agency Pro Web Consulting, una realtà internazionale, in cui mi occupo sia di strategia che degli aspetti operativi per i miei clienti.»

Ti va di raccontarci la tua carriera nell’universo SEO? Hai sempre fatto questo mestiere? Come hai iniziato? Qual è il tuo percorso?

«Dopo la laurea in lingue e letterature, ho iniziato una serie di collaborazioni giornalistiche con testate cartacee e online e – dopo pochi mesi da giornalista freelance – sono approdata in una casa editrice specializzata nel mercato immobiliare. Li ho imparato moltissimo, soprattutto come si fa un giornale e ho affrontato tutto l’iter che mi ha permesso di diventare giornalista pubblicista. Poi un giorno, l’allora AD dell’azienda mi propose di seguire un corso di scrittura per il web dedicato ai giornalisti, in modo da poter gestire autonomamente i progetti digitali dell’azienda, e li scoprii che c’era un modulo dedicato alla SEO. Decisi di seguirlo per pura curiosità. Fu amore a prima vista. Da quel momento ho iniziato a studiare da autodidatta e a seguire corsi specifici, fino a quando non ho incontrato Enrico Altavilla, uno dei più grandi guru del settore, che mi ha illuminato e insegnato il mestiere.»

“Non hai veramente capito qualcosa fino a quando non sei in grado di spiegarlo a tua nonna.” Parola di Albert Einstein. Facciamo per un momento che ci sia una simpatica nonnina qui davanti a te: cos’è la SEO?

«Per semplificare, possiamo definire la SEO come l’insieme di tutte quelle attività che contribuiscono a rendere un sito più appetibile per i motori di ricerca e a farlo crescere in visibilità nei risultati di Google. Ovviamente è un ambito multidisciplinare, perché queste attività riguardano aspetti diversi, come – ad esempio – il codice in pagina, l’architettura informativa, i contenuti, i link interni e naturalmente anche i link che provengono dall’esterno.»

Credi che una persona oggi possa nascere con l’aspirazione di diventare SEO specialist? O è il classico mestiere che si scopre strada facendo?

«Sicuramente oggi – rispetto al passato – si sente parlare spesso di SEO anche in ambiti differenti da quello del web marketing, basti pensare ai giornalisti che ne parlano sempre più frequentemente, anche su canali differenti rispetto all’online e perfino in TV. Questo fa sì che la tematica venga affrontata e divulgata, per cui non è così raro trovare ragazzi che – provenienti dal mondo del giornalismo, del marketing o della programmazione – si avvicinino alla SEO. Tuttavia, poiché (ancora) non esiste un percorso universitario ad hoc – sebbene qualcosa inizi a muoversi anche nel mondo accademico – è un mestiere che si scopre soprattutto strada facendo.»

Puoi svelarci il mestiere che sognavi di fare da piccola? Sei riuscita in qualche modo a realizzarlo?

«Da piccola sognavo di fare la cassiera, ma il mio rapporto con la matematica è sempre stato terribile! Scherzi a parte, il desiderio che avevo da piccola – più che fare un mestiere in particolare – era di imparare nuove lingue, conoscere posti mai visti e scoprire culture sconosciute. Grazie al percorso universitario, all’Erasmus, ai viaggi fatti negli anni e alle esperienze lavorative passate, sono riuscita a fare tutto questo.»

Puoi descrivere l’istante in cui hai incontrato la SEO per la prima volta? È stato un momento romantico, traumatico o di totale indifferenza?

«Come anticipato sopra, è stato un vero e proprio colpo di fulmine! Era il 2007 e per me – che in redazione macinavo articoli per le testate online e offline dalla mattina alla sera – era una materia totalmente sconosciuta. Me ne sono subito innamorata, perché era un argomento iper affascinante e allo stesso tempo intuitivo.»

Formazione e crescita: c’è un professionista (non per forza legato alla SEO) a cui ti ispiri, sia da un punto di vista tecnico che ideologico?

«Nel mondo della SEO ci sono sicuramente Enrico Altavilla, Giorgio Taverniti e Claudio Fiorentino. Il primo perché riesce a divulgare in modo semplice e chiaro anche i concetti più complessi, il secondo perché ha creato la prima grande community italiana intorno alla SEO e ogni anno crea eventi eccezionali che non hanno nulla da invidiare a quelli internazionali. Anzi! Claudio Fiorentino perché è stato un collega e un maestro eccezionale, che – durante gli anni di lavoro insieme – mi ha insegnato e trasmesso moltissimo. Direi che sono i miei tre punti di riferimento principali.»

Metti caso che una ragazza o un ragazzo leggano questa intervista e, per qualche oscuro motivo, decidano di studiare per diventare SEO specialist. Qual è il percorso di formazione che dovrebbero seguire? Ne esiste uno “istituzionale”?

«Non esiste un percorso istituzionale, proprio perché – come dicevamo – non c’è un iter in ambito accademico. Personalmente, quello che posso consigliare è di consultare settimanalmente le fonti più autorevoli del settore, come searchengineland, searchenginejournal e il blog di moz.com, dove si trovano guide e approfondimenti di altissimo valore. Da tenere sott’occhio anche il blog di Giorgio Taverniti e il ForumGT.
È anche importante seguire gli eventi di settore, confrontarsi con i colleghi e naturalmente studiare qualche manuale per gettare le basi. Una volta appresi i fondamenti, consiglio di buttarsi su un progetto personale, ad esempio un blog su un argomento di cui si è appassionati, in cui si potranno fare esperimenti, tentativi ed esperienze. È un’ottima occasione per imparare tantissimo, senza fare danni sui siti dei clienti.»

Posto che il panorama è ampio e differenziato, secondo te in che modo le aziende italiane guardano alla SEO oggi? Sanno di che si parla?

«Secondo me c’è un divario molto importante tra le varie tipologie di aziende. Alcune iniziano ad essere davvero preparate sull’argomento, soprattutto se guardiamo al passato, quando la SEO era una materia oscura; altre invece sanno che è importante, che devono prevederla nella loro strategia di marketing, ma non sanno bene perché e fanno fatica a capire il valore aggiunto di questa disciplina. Alla base di ogni consulenza, infatti, c’è sempre una fase preparatoria – chiamiamola di formazione – in cui si spiega al cliente cosa si andrà a fare e soprattutto perché.»

Lavori nel mondo della comunicazione da tanto tempo ormai. Hai notato dei mutamenti nei linguaggi e nei mezzi utilizzati (tra persone, tra aziende, tra aziende e persone)? E se sì, in meglio o in peggio?

«Sì, il cambiamento è stato enorme, ma non sempre in meglio. Sicuramente, se pensiamo agli strumenti utilizzati oggi e li confrontiamo con quelli di ieri, non c’è partita: il salto è stato epocale. In passato molti tool non c’erano e le analisi venivano fatte quasi esclusivamente a mano; poi sono arrivati i software di settore e il lavoro è diventato più capillare, accurato e soprattutto più veloce.

Il linguaggio, invece, ha subito un tracollo a mio parere: parole italiane sostituite da termini inglesi o – ancora peggio – termini inglesi italianizzati, come addare (al posto di aggiungere) o challangiare (per sfidare). La mia domanda in questi casi è sempre la stessa: Perché?»

Se dovessi consigliare un film, un libro, un quadro o una canzone per far capire a un tuo amico che cos’è la SEO, quale sceglieresti e perché?

«Un film potrebbe essere “Attrazione Fatale”, dove la protagonista – pur di conquistare Michael Douglas – fa di tutto per attirare le sue attenzioni, sedurlo e portarlo dalla sua parte. È un po’ come avviene tra il SEO (colui o colei che esercita questa professione) che deve attirare l’attenzione e la benevolenza del motore di ricerca, e Google che non si lascia conquistare tanto facilmente.»Da SEO a SEO intervista a Verdiana Amorosi SEO checklist

Hai scritto un bellissimo manuale che fornisce una serie di aspetti tecnici per una diagnosi SEO completa di un sito web (tra l’altro ti faccio i miei complimenti perché a mio parere è scritto benissimo). Su quale parte del libro hai fatto più fatica scrivere e quale invece è stata al limite del divertimento?

«La parte più faticosa del mio libro – dal titolo “SEO Checklist, Aspetti tecnici e strategie per una diagnosi completa del tuo sito“, edito da Flaccovio Editore – è stata quella relativa al codice in pagina e ai codici di programmazione, che ha richiesto sicuramente più studio e attenzione degli altri argomenti, anche perché – avendo una formazione umanistica e non informatica – è un argomento che ho imparato da sola e approfondito nel tempo con lo studio e l’esperienza. La parte, invece, più divertente è stata quella dedicata ai template di pagina, all’architettura informativa, ai contenuti duplicati e alla link building, che sono da sempre le mie grandi passioni.»

C’è un ideale, uno scopo finale, un principio cardine, che ti guida nel tuo mestiere?

«Il mio obiettivo principale è contribuire alla crescita economica e alla soddisfazione delle esigenze del cliente con le mie strategie e le attività SEO. In tutto questo, uno dei miei principi cardine è imparare sempre qualcosa di nuovo, anche e soprattutto dagli errori, mentre il mio motto è “non sentirti mai arrivato”, perché in realtà non si arriva mai. C’è sempre qualcosa da imparare, anche da chi ha iniziato a fare questo mestiere anni dopo di me.»

Oltre la SEO, hai qualche altra passione, hobby, interesse che ti permettono di scaricare lo stress lavorativo?

«La mia passione sono le camminate nel verde, soprattutto nei parchi e in montagna, le nuotate in mare aperto e tutto ciò che ha a che fare con la natura. Quando il meteo non consente di uscire e stare all’aria aperta, mi diverto a dipingere con gli acquerelli o a disegnare con le matite colorate (i negozi di belle arti rappresentano il mio paese dei balocchi) e a preparare pani e dolci impastati a mano, rigorosamente senza planetaria… altrimenti che antistress sarebbe?»

Grazie Verdiana per averci raccontato il tuo percorso nel mondo SEO!

Scoprire la vita di chi fa un lavoro per molte persone incomprensibile, potrebbe essere un’interessante chiave di lettura che avvicina il pubblico meno avvezzo al mondo del web e delle strategie di ottimizzazione per siti web. Verdiana ci fa capire che esiste un modo semplice, gentile e chiaro di spiegare il mestiere del SEO specialist. Per qualche lettore è sicuramente l’occasione giusta per approfondire l’argomento.

Alla prossima intervista della rubrica Da SEO a SEO!

Nicola Onida

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