
In un Paese come l’Italia dove il turismo è uno dei motori trainanti per l’economia, tra le categorie che più hanno accusato il colpo inferto dal Coronavirus, troviamo sicuramente il settore culturale.
I dati parlano chiaro: da una prima analisi di Federculture, si stima una perdita nel medio periodo di circa 3 miliardi di euro, per una filiera che comprende non solo musei, siti archeologici, monumenti, ma anche teatri, cinema e gallerie.
Tutti i mali vengono per nuocere?
In una situazione così preoccupante, possiamo però notare alcuni esiti positivi che stanno generando soluzioni interessanti nel settore artistico.
Come per molti altri mercati, in questo periodo di distanziamento sociale, anche qui l’innovazione passa per il digitale: le istituzioni culturali, spinte dall’emergenza e dalla chiusura delle proprie attività, hanno attuato una vera e propria “corsa agli armamenti”, sviluppando campagne e piattaforme per la fruizione dei contenuti sul web.
Un cambiamento radicale per alcuni di questi enti, molti dei quali ancora scettici all’approccio multicanale. Una virata che porta con sé una maggiore apertura verso i giovani, pubblico più sensibile a questo tipo di proposte e spesso difficile da attirare per molte realtà culturali.
Ma come si sono mosse le differenti istituzioni culturali?
Musei
Numerosi poli museali hanno proposto delle visite virtuali delle proprie collezioni attraverso i diversi canali social, sviluppando delle campagne di comunicazione molto apprezzate dal pubblico.
Tra le più seguite troviamo sicuramente le “Passeggiate del direttore” del Museo Egizio di Torino: in questi video pubblicati sul canale Youtube della Fondazione, il direttore Christian Greco presenta la collezione del museo dal suo personale punto di vista, in un format che solitamente viene proposto una volta al mese per un numero limitato di spettatori e che ora si trasforma in delle puntate online postate due volte a settimana.
(Per approfondire, consiglio anche questa interessante intervista di Samata Isaia, Direttore Gestionale del museo, nella rassegna Brightest Hour di TEDx Treviso).
La Galleria degli Uffizi invece, come altre realtà italiane, ha proposto una narrazione attraverso l’hashtag #UffiziDecameron, proponendo dipinti e tour virtuali sui diversi canali social, riservando particolare riguardo alle opere di Raffaello in occasione del quinto centenario della sua morte.
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Anche la rete dell’associazione Museimpresa ha sviluppato interessanti iniziative di questo genere, attraverso la digitalizzazione dei propri archivi e i tour virtuali, rendendo possibile la riscoperta dei valori delle proprie aziende anche da casa.
Gallerie
Cancellati eventi e fiere, per non far fermare la nicchia di mercato del collezionismo, anche le gallerie si muovono verso nuove soluzioni online: in molte infatti hanno incorporato nella loro offerta delle Online Viewing Rooms, dove i possibili compratori possono conoscere le diverse opere d’arte esposte.
Interessanti sono gli esiti da questo punto di vista di Art Basel, che ha proposto una vera e propria fiera online dove le diverse gallerie aderenti hanno esposto gli oggetti in vendita ottenendo 250.000 visitatori, e di Vortic Curate, una piattaforma di extended reality ideata da Oliver Miro che offre i propri servizi gratis per tre mesi alle gallerie che non possono permetterselo.
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Cinema e teatri
Anche queste realtà, che trovano nel pubblico in sala il proprio motore pulsante, hanno proposto attività per coinvolgere le loro community anche da casa.
La Cineteca di Milano, ad esempio, ha reso disponibile l’accesso gratuito a tutti i film della Videoteca Morando, che contiene più di cinquecento classici cinematografici.
Diversa la direzione intrapresa da una realtà performativa come la Fondazione Teatro la Fenice di Venezia, che propone diversi contenuti sui differenti social: su Youtube si trovano video (anche in diretta) di opere sinfoniche e liriche, mentre su Instagram il regista Damiano Michieletto intervista alcuni protagonisti del panorama teatrale.
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Quale sarà la situazione terminata l’emergenza?
Bisogna considerare che la digitalizzazione di questo periodo ha implicato costi importanti per le istituzioni culturali, specialmente per le realtà più piccole.
Tali mezzi però hanno permesso di avvicinarsi a nuovi utenti, che terminata l’emergenza, potranno visitare le diverse realtà per un’esperienza “fisica” e immersiva.
Sarà quindi fondamentale, a mio avviso, disegnare una linea strategica equilibrata dopo il lockdown, in grado di coniugare le certezze provenienti dal passato con le nuove possibilità future.