
Non è il solito articolo sulla trasformazione digitale: oggi, infatti, vi introduciamo i dati e le strategie della più recente ricerca Forrester, che ci spiega come affrontare i cambiamenti di mercato facendo leva su una corretta digitalizzazione, senza lasciare indietro negozi e magazzini fisici.
Vi sarà di sicuro giunta voce che stiamo entrando nell’era Phygital. Per meglio comprenderne le imminenti tendenze, bisognerebbe attendere il “distacco” dello storico che a distanza di tempo riesce a decifrarle con chiarezza ma stavolta non è così: una ricerca realizzata da Forrester Consulting insieme a THRON le ha già individuate dall’intervista ai decision makers delle 200 maggiori aziende europee. Questo ci dà una chiave di lettura per affrontare con sicurezza il presente, segnato dall’incertezza della crisi.
E non solo: Forrester, oltre a segnalare i trend di trasformazione digitale da cavalcare, ci dice anche quali sono le tecnologie più adatte per farlo, senza stravolgere il proprio assetto organizzativo e di business.
Vediamo quindi quali sono i sei pilastri della trasformazione digitale, che permettono a un’azienda di essere realmente phygital (fisico + digitale), ovvero di gestire canali e processi in modo integrato.
I sei trend dell’era Phygital
Il mercato, negli ultimi mesi, è stato attraversato da diversi cambiamenti: alcune tendenze erano già in atto e si sono consolidate, altre hanno fatto la loro comparsa di recente. Vediamo quali sono:
- Rivisitazione del ruolo dei vari touchpoint
Gli ultimi mesi hanno dato un’accelerata agli acquisti online per evitare contatti interpersonali non necessari. L’equilibrio tra i vari punti di contatto del brand si è alterato, con l’e-commerce che è diventato il principale canale di generazione dei consumi. Chi non riesce a bilanciare correttamente il peso dei touchpoint (pensiamo solo alle campagne che da drive-to-store devono essere riviste in chiave drive-to-online-store) rischia di perdere importanti opportunità.
- Controllo da remoto dei processi aziendali
Diversi team e collaboratori hanno dovuto imparare a lavorare a distanza e sempre più affari vengono fatti in questo modo. Digitalizzare i processi aziendali permette di rimanere operativi e di “andare in remoto” non appena la situazione lo richiede. Servono però tecnologie che permettano di governare questa modalità in maniera centralizzata, per facilitare la collaborazione e non perdere il controllo.
- Adozione di un approccio “glocal” al mercato
Per sopravvivere a un mondo globalizzato, i brand hanno capito che devono allargare il loro pubblico, ma non basta la scalabilità della produzione. Senza una conoscenza approfondita delle specificità locali, si rischia di fare dei veri e propri buchi nell’acqua. Per farlo, bisogna raccogliere dati e adattare di conseguenza la comunicazione, la produzione e la logistica.
- Supply-chain flessibili e integrate
Ricollegandoci al trend precedente, senza supply chain flessibili e digitalizzate, la condivisione delle informazioni non riesce ad avvenire in tempi rapidi e di conseguenza anche il go-to-market è lento/inefficace.
- Infrastrutture potenti e affidabili
Prima parlavamo di touchpoint e di condivisione delle informazioni. Tutto questo non può avvenire senza le infrastrutture giuste. Pensiamo agli utenti che si collegano al nostro sito e il sito si blocca per il troppo traffico, facendo fare una figura barbina all’azienda. Scegliere il cloud, la cui infrastruttura digitale è scalabile e distribuita, evita di perdere importanti occasioni di visibilità e garantisce l’operatività anche alla nostra supply-chain digitale.
- Semplificazione tecnologica
Sappiamo che diverse aziende fanno fatica a controllare i loro processi, il lavoro dei dipendenti e dei collaboratori esterni, come agenzie e fornitori. Questo anche perché esistono troppi strumenti e di conseguenza troppi silos. Centralizzare in un’unica piattaforma informazioni e processi è la soluzione migliore.
La tecnologia per la trasformazione digitale
Dato che i contenuti sono il “mattone” su cui il digitale regge le proprie fondamenta, una corretta gestione dei contenuti è la pietra angolare su cui avviare la trasformazione digitale della propria azienda.
Per contenuti non si intende solo il materiale che viene condiviso sui canali di front end (contenuti di brand e di marketing), ma anche tutto quello che ha origine nella fase di produzione e realizzazione del prodotto (contenuti di prodotto), che determina l’esperienza stessa sui canali di front end.
La tecnologia per avviare una corretta trasformazione digitale va individuata nelle piattaforme di gestione dei contenuti perché permette di avere un archivio trasversale ai vari team in cui elaborare in modo collaborativo informazioni e processi e di conseguenza digitalizzare l’intera filiera.
Il 66% delle aziende intervistate, che fa ricorso a tale strumento centralizzato, ha ottenuto importanti vantaggi:
1) operativi (risparmio di budget, dati raccolti in maniera aggregata ecc.)
2) di business (+20% della soddisfazione del cliente, +18% advocacy, + 17% lead conversion e numero clienti)
Per poter gestire entrambe le tipologie di contenuti e i loro processi di creazione, produzione e distribuzione, bisogna che tale strumento scelto abbia le caratteristiche che Forrester illustra nel webinar di presentazione della ricerca (vai qui per guardare il VOD e scoprire di più).
Forrester spiega, in particolar modo, come è possibile cavalcare i trend con la tecnologia giusta e porta all’attenzione degli ascoltatori/lettori dei casi concreti di aziende che lo hanno fatto.
E la tua azienda è pronta all’era Phygital? Racconta la tua esperienza nei commenti! Ti segnaliamo inoltre un secondo articolo, con dati “succosi” estrapolati dalla ricerca. Buona lettura!