
Le newsletter e il remarketing non sempre riescono a cogliere il momento giusto per re-ingaggiare gli utenti fidelizzati. Ecco che le notifiche push possono venire in nostro aiuto, richiamando lo sguardo dei nostri clienti – o potenziali clienti – in momenti in cui sono più disponibili.
Il 57% degli abitanti della Terra possiede una connessione internet sul proprio smartphone che usa per inviare mail, utilizzare i social media e acquistare online. In Italia questa percentuale va oltre il 90% e cresce ogni anno andando verso la saturazione. L’uso della rete pone ogni giorno milioni di utenti a contatto con un universo infinito di informazioni e di messaggi pubblicitari i quali vengono presi in considerazione dagli utenti solo dopo un primo setaccio.
Questo fenomeno ha stravolto il mondo della comunicazione, tra cui anche alcuni diversi strumenti online, come ad esempio le email. La crescita dell’utilizzo degli smartphone non ha messo in crisi la tradizionale posta elettronica, ad oggi ancora largamente utilizzata dalle aziende per promuovere le vendite e informare i propri clienti. Tuttavia l’uso eccessivo di newsletter ha causato una riduzione dei tassi di apertura delle mail.
Ma niente paura! Questo declino può essere compensato dall’utilizzo del push notification marketing se lo si adopera nel modo corretto. Le aziende non hanno rinunciato all’utilizzo dei messaggi diretti per la costruzione di un rapporto stabile con i propri clienti.
Il 52% delle persone ha abilitato almeno una volta la possibilità di ricevere notifiche dal proprio smartphone, al semplice scopo di non perdere messaggi e informazioni provenienti da social media, blog o magazine online e da altre applicazioni di cui si fidano. Nei primi anni di diffusione degli smartphone le notifiche push avevano una connotazione totalmente negativa ma con gli anni sono state sdoganate in vari ambiti di applicazione.
Le notifiche non sono più unicamente legate al mondo dei messaggi personali. Il push notification marketing è diventato un vero è proprio supporto per gli utenti: dopo un primo consenso, è infatti l’utente stesso a ricevere avvisi dall’applicazione, senza doversi ricordare di accedere all’app o al sito. Le aziende possono così completare quel rapporto personale con i propri clienti che sembrava essere quasi perduto a causa dello tsunami di spam.
Il push notification marketing permette quindi alle aziende di dare un valore in più ai propri clienti, grazie al fatto di essere uno strumento polifunzionale e personalizzabile. Ogni utente può attivare la ricezione di brevi pop-up allo scopo di ricevere delle segnalazioni su notizie ed eventi che gli interessano, oppure per ricevere aggiornamenti sulle promozioni commerciali o ancora per ricordarsi di svolgere una particolare attività. Non solo social network dunque, ma diverse migliaia di altre applicazioni di ogni genere hanno già sfruttato questa opportunità, a supporto delle abitudini dei propri utenti.
Un ottimo esempio dell’efficacia del push notification marketing è rappresentato dalla linea di applicazioni Runtastic di Adidas, che aiuta gli utenti a tenersi in forma, tracciando attività fisica e alimentazione. Le applicazioni Runtastic solitamente combinano: un diario per annotare le attività svolte, dei consigli su come raggiungere gli obiettivi fissati, una rete social che alimenta la community interna e infine un servizio di notifiche per ricordare agli utenti di fare sport o aggiornare il proprio diario alimentare al fine di mantenere costante la propria forma fisica. Le notifiche dell’applicazione, inoltre, possono essere declinate anche su altri device, tra cui gli smartwatch, adattandosi alle funzioni dell’applicazione. Il push notification rappresenta una delle chiavi di successo della linea, aiutando le persone a mantenere a lungo le buone abitudini di salute.
È bene sottolineare che alla base di questa attività comunicativa c’è la fiducia da parte degli utenti verso il brand, che va costruita nel tempo anche attraverso un’attività di content marketing che porti valore concreto agli utenti. Questi, solo se saranno già consapevoli di ricevere notifiche di valore, le accetteranno.
I servizi di notifica sono inoltre adattabili alle diverse abitudini di utilizzo delle persone. Le aziende possono decidere di estendere le push notification anche sugli smartwatch, tablet e ovviamente laptop. Google Chrome ad esempio permette agli utenti di gestire le notifiche provenienti dai siti online. Il push notification può essere attivato per richiamare l’attenzione della persona sull’uscita di notizie e aggiornamenti di suo interesse. Allo stesso modo è possibile sospendere o bloccare le notifiche considerate inutili e fastidiose.
Chi invece si è già approcciato al mobile commerce, avrà invece già avuto a che fare con le notifiche di Amazon. Ebbene sì, anche in questo caso il team di Jeff Bezos ha creato un servizio di push notification davvero impeccabile. Le notifiche sono impiegate in un duplice ruolo di interfaccia per i clienti e per i venditori: i primi possono ricevere segnalazioni sullo status degli ordini e sulle offerte che stavano aspettando; i secondi invece, ottengono un report continuo sulla gestione vendite e sulle consegne effettuate. I data analytics vengono così messi a disposizione dell’applicazione al fine di personalizzare l’esperienza d’acquisto.
Analogamente ad Amazon, anche l’italiana TicketOne si serve dei dati degli utenti per personalizzare la sua comunicazione mobile. L’azienda nata circa vent’anni fa è cresciuta costantemente, mantenendo il suo focus sullo spettacolo e digitalizzando le varie fasi di considerazione e di acquisto.
La sua app si propone di completare l’esperienza di partecipazione agli eventi permettendo all’utente, oltre l’acquisto dei biglietti, di ricevere gli aggiornamenti sugli artisti preferiti e avere delle segnalazioni sugli spettacoli presenti in zona. L’azienda si serve così della geo-localizzazione per inviare delle notifiche mirate e adatte alla situazione della persona.
In generale la chiave del successo del push notification marketing sembra essere una combinazione attenta di tre concetti: personalizzazione, bilanciamento e privacy. La prima, ormai un must per il marketing digitale, deve focalizzarsi essenzialmente sugli interessi e sulle abitudini della persona. L’uso degli analytics e la geo-localizzazione deve costituire un punto di partenza per capire i bisogni della persona, al fine di formulare un’offerta che si adatti ai suoi bisogni e ai suoi interessi.
E qui si collega il concetto di bilanciamento: quando non viene data una chiara scelta all’utente, l’azienda deve riuscire a comprendere il numero corretto di notifiche da inviare ai suoi utenti, anche mediante dei test con cui sperimenta gli effetti di volumi diversi di notifiche. In questo modo l’azienda farà percepire alla persona un valore in più dell’uso dell’applicazione, che ne incentiva anche la crescita della brand loyalty. Al contrario, invece, un push notification marketing massivo rappresenterebbe solo un fastidio per l’utente, intaccandone il suo rapporto con l’app e persino con il brand.
Per quanto riguarda il tema privacy, l’azienda non deve fare il solo sforzo di rispettare l’ormai consolidato GDPR. La privacy in questo caso deve essere considerata in modo ampio, rispetto al numero di messaggi, alle tempistiche e alle frequenze di comunicazione. Un rapporto di fiducia si costituisce innanzitutto con i permessi: il push notification marketing deve essere preventivamente richiesto dalla persona, attraverso delle domande brevi ma chiare. Le aziende possono fare questo in diversi momenti, al fine di completare per piccoli step questa fase che talvolta è percepita come un fastidio dagli utilizzatori di siti e app. Ciò nonostante, solo in questo modo il servizio di notifiche eviterà di essere percepito come un fastidio in futuro. L’utente preferisce anche indicare le tempistiche e le frequenze di invio dei messaggi, in modo da coglierlo nei momenti più adatti della giornata e da non generare un sovraccarico di informazioni che avrebbe difficoltà a gestire.
E infine, “last but not least”, pensate sempre a come volete presentarvi al vostro cliente, quindi al copy. Le notifiche sono un po’ come un “Hey!” di richiamo di un amico, un’anticamera all’informazione completa. Il messaggio perciò deve essere breve e informale, deve incuriosire e attrarre l’utente all’applicazione o al sito. Siate accoglienti con chi vi leggerà, servendovi di emoji e espressioni amichevoli, preservando i dettagli per il resto del contenuto.
Il push notification marketing rappresenta dunque quel legame digitale in più tra utenti e brand. Le applicazioni possono infatti essere più vicine di una mail, per linguaggio, personalizzazione e funzionalità. I messaggi pop-up sono un segno dei tempi e della velocità con cui la comunicazione di oggi si trasmette a migliaia di persone. Le aziende possono usare le notifiche per cogliere questo stile e trarne vantaggio, dando un valore in più al cliente. Un servizio che nel tempo supporta gli sforzi di marketing mix (tra cui anche quelli di e-mail marketing), creando un senso di riconoscenza e affezione al brand.