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Elon Musk vuole portarci su Marte: ci riuscirà?

Il patron di PayPal, Tesla e SpaceX ha presentato il suo programma per colonizzare il pianeta rosso. Follia, fantascienza o un’idea concreta e realizzabile in pochi anni?

Nel corso del 67esimo International Astronautical Congress tenutosi qualche giorno fa a Guadalajara, in Messico, il controverso magnate Elon Musk ha illustrato i suoi piani per portare l’uomo su Marte il prima possibile, entro il 2024 per la precisione.

Presto quindi potremmo rivivere in prima persona scene come quelle di Matt Damon in The Martian (R. Scott, 2015), o intraprendere viaggi galattici come in Interstellar (C. Nolan, 2014), così almeno a sentire Musk, che addirittura prevede la creazione di una colonia umana su Marte entro la fine del secolo.

Cerchiamo però di capire se questo mastodontico progetto ha delle basi concrete per essere realizzato, o semplicemente se Elon Musk ha preso troppo sul serio i film che raccontano di un pianeta Terra inabitabile con la conseguente necessità di trasferirsi in altre parti della galassia.

Elon Musk, Tony Stark e SpaceX

Patron di PayPal, co-fondatore di Tesla Motors, presidente del CDA di SolarCity, Musk è sicuramente la persona sulla terra che più si avvicina al personaggio della Marvel Tony Stark, aka Iron Man. Miliardario, inventore, filantropo e con delle idee che spesso sfociano nella fantascienza, si è sempre fatto riconoscere per proporre al mercato progetti a dir poco ambiziosi.

Una delle idee più pazze di Musk è senza dubbio SpaceX, una compagnia aerospaziale privata, che punta a creare il concetto di “low cost” anche per i viaggi spaziali. Per ora il progetto ha già stupito tutti, SpaceX al momento è una società con oltre 4 mila dipendenti che viaggia regolarmente nello spazio collaborando con la NASA.

Il concetto alla base di SpaceX è quello di creare dei razzi riutilizzabili, in grado di rientrare dopo il viaggio e “atterrare” regolarmente pronti per un nuovo viaggio. Il concetto di low cost gira proprio intorno a questo, cercando di ammortizzare i costi folli per la creazione di un razzo spaziale contando sul suo riutilizzo. Finora infatti i sistemi utilizzati per viaggiare nello spazio erano quasi tutti “usa e getta”, con un dispendio di risorse che era diventato insostenibile, e che ha contribuito a mandare in pensione il programma Space Shuttle nel 2011.

Space X

SpaceX sta sperimentando con un discreto successo il riutilizzo dei propri razzi: a dicembre dello scorso anno il razzo Falcon 9 è rientrato regolarmente dopo aver trasportato in orbita 11 satelliti, e verrà probabilmente reimpiegato entro la fine dell’anno.

Ricordiamo però anche la recente esplosione di un altro Falcon 9, nuovo (non riutilizzato), che tra le altre cose avrebbe dovuto trasportare un satellite che sarebbe servito a Facebook per portare la connessione a internet in paesi che non ne sono serviti.

Ma perché Elon Musk vuole portarci proprio su Marte?

Marte, già dagli anni ’70, è stato visto come il naturale obiettivo spaziale, dopo aver “conquistato” la luna nel 1969. Fu il presidente Reagan a ipotizzare per primo un viaggio del genere, preventivando però una spesa minima di 500 miliardi di dollari. Il razzo progettato da Musk ne richiederebbe “solo” 10.

Il pianeta rosso ha diverse caratteristiche simili alla Terra: è principalmente roccioso, ha grandi deserti che potrebbero aver contenuto grandi distese d’acqua, e ne conosciamo molte caratteristiche grazie alle numerose sonde che sono state inviate negli ultimi decenni.

Inoltre, considerati i ritmi di aumento della popolazione mondiale, e le risorse naturali che continuano a scarseggiare, la Terra potrebbe non essere più in grado di ospitarci tra qualche secolo. Per esempio, le risorse che la Terra ci ha messo a disposizione per il 2016 le abbiamo terminate già ad inizio agosto.

Ecco che Marte quindi viene visto come pianeta ideale per sperimentare il colonialismo spaziale, per evolverci in “una specie multiplanetaria”, a sentire le parole del fondatore di SpaceX.

“Possiamo restare per sempre sulla terra ed estinguerci, o evolverci in una specie multiplanetaria”.

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Come arrivare su Marte, e come tornare a casa

Elon Musk ha espresso il suo piano con una tranquillità e semplicità quasi disarmanti, come se Marte fosse a pochi chilometri da casa nostra. I chilometri invece sono circa 160 milioni, e variano durante l’anno a causa delle differenti orbite che seguono i due pianeti.

Il Mars Vehicle – questo il nome del mega-razzo incaricato della missione – sarà un gigante di 122 metri e diametro di 12, in grado di ospitare tra i 100 e i 200 passeggeri per stabilire la prima colonia umana su Marte.

Uno dei più grandi ostacoli per un progetto simile è quello del carburante necessario per portare questo gigantesco autobus su Marte. I progetti ipotizzati in precedenza prevedevano uno step intermedio, ovvero una sosta sulla Luna per fare il pieno di propellente. Il progetto di SpaceX invece elimina questo step che comporterebbe maggiori costi e maggior tempo impiegato, e ipotizza un rifornimento in orbita, in cui il razzo che trasporta le persone viene raggiunto da un secondo razzo-cisterna per il rifornimento, prima di uscire dall’orbita terrestre e dirigersi verso il pianeta rosso. Una volta arrivati a destinazione, le risorse naturali presenti sul pianeta saranno necessarie per creare nuovo combustibile e fare il pieno per il ritorno.

Un po’ complesso, molto fantascientifico, ma il ragionamento fila se accettiamo il presupposto che Mr. Musk non è tipo da tradire le aspettative. La stessa SpaceX ha pubblicato un video esplicativo che cerca di spiegare semplicemente il progetto.

Quindi andremo veramente su Marte?

Da qui ad andare effettivamente su Marte, di acqua sotto i ponti dovrà passarne davvero molta. Quello che abbiamo capito fin qui è che quello di Elon Musk è il primo progetto concreto e degno di considerazione, nonostante ci sia bisogno di moltissimi investimenti, test e progettazioni su cui ancora si sa poco o nulla.

Possiamo comunque provare a dare fiducia al progetto, del resto a inizio anni ’60 nessuno credeva che si sarebbe potuto davvero portare un uomo sulla Luna entro la fine del decennio. Ma quella volta grazie ad un team incredibile di ingegneri e scienziati, arrivammo sulla Luna con una tecnologia che, se vista quasi mezzo secolo dopo, ci farebbe rabbrividire.

Lo stesso Musk ha annunciato pure che chi accetterà di fare da cavia per i primi viaggi dovrà mettere in conto che la missione potrebbe pure fallire e che gli equipaggi potrebbero non sopravvivere. Uno strano modo di mettere le mani avanti insomma, considerato comunque che ottimizzando i costi e riutilizzando le navicelle, il costo per persona previsto sarà intorno al mezzo milione di dollari. Quanti miliardari saranno disposti a rischiare la vita pur di raggiungere Marte?

Marte e la Terra

L’iniziativa di Musk per portare l’uomo su Marte è senza dubbio interessante, forse sconvolgente, ma che va tenuta sicuramente d’occhio nei prossimi anni. Nel frattempo i concorrenti non sono rimasti a guardare, anzi la stessa Boeing, che collabora da sempre con la NASA e che ha contribuito alla creazione degli Space Shuttle e della Stazione Spaziale Internazionale, ha dichiarato che la prima persona che metterà piede su Marte lo farà con un loro razzo.

Forse il tanto chiacchierato turismo spaziale di cui si vocifera da decenni è davvero arrivato ad un punto di svolta e potrebbe portare a qualcosa di concreto nei prossimi anni. Forse è giunto il momento, per tutti noi, di armarci di telescopio e iniziare a scrutare quella che potrebbe essere la futura casa della razza umana.

Michele Sabatino

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