
Amazon, FB e gli altri pronti a spodestare Google, oppure no?
Siamo proprio sicuri che il re dell’online searching sia ancora Google? I dati dimostrano il contrario e, sempre più velocemente, anche i social network e i retailer stanno diventando delle piattaforme di ricerca autonome e complesse.
Facciamo un passo indietro e analizziamo la definizione di “motore di ricerca” proveniente da Wikipedia:
[Nell’ambito delle tecnologie di Internet, un motore di ricerca (in inglese search engine) è un sistema automatico che analizza un insieme di dati e restituisce un indice dei contenuti disponibili classificandoli in modo automatico in base a formule statistico-matematiche che ne indichino il grado di rilevanza data una determinata chiave di ricerca.]
Ad una prima lettura di questa descrizione la rappresentazione concreta che ci si paleserà in mente probabilmente ha le fattezze di grandi motori di ricerca come Google o simili, ma proviamo a interpretare insieme il grafico sottostante:
Siamo ancora sicuri che i classici motori di ricerca siano il principale canale a cui si approcciano i navigatori del web? Come indicato nell’infografica si nota che Google mantiene il primato come motore per la ricerca di informazioni prima di un acquisto, ma una quota rilevante è coperta dai social network, in particolare Facebook, e dai maggiori retailer e e-commerce, tra cui Amazon.
Strano? Non troppo, scopriamo perché analizzandoli singolarmente.
Google ha una risposta a tutte le tue domande
Sicuramente è il motore di ricerca per eccellenza, dà l’impressione di contenere tutto lo scibile umano, tanto che spesso quando non si trova una risposta a qualsiasi quesito la prima cosa che si pensa è “lo cerco su Google”. Apparentemente infinito e con milioni di fonti relative ad ogni argomento.
Come funziona?
Il tutto si può riassumere in una sequenza composta da 3 step:
- Scansione: GoogleBot, il crawler di Google, scansiona la pagina web per capirne la struttura e analizzare ulteriori link a cui questa pagina indirizza.
- Indicizzazione: dopo l’analisi della struttura, Google ne analizza il contenuto, rilevando se esso sia pertinente o meno con la query di ricerca.
- Posizionamento: Come ultimo passaggio prende tutte le informazioni ricavate dai precedenti step e le utilizza per proporre all’utente dei risultati che siano il più rilevanti e importanti per l’utente, in base alle keywords inserite nella barra di ricerca.
Il successo di Google risiede nella capacità di interpretare in modo preciso gli intenti di ricerca dell’utente, associando le parole cercate a quelle contenute nelle pagine web e restituendo quasi sempre dei risultati precisi e affidabili.
Ma è l’unico modo per trovare tutto quello di cui si ha bisogno? Non proprio: anche Facebook sfrutta la sua capillarità. Scopriamo in quanti modi può essere utilizzata la sua search bar.
Facebook, molto più di un social network
Facebook non nasce come motore di ricerca, ma negli anni ha affinato sempre di più questa caratteristica, molto sottostimata dai più ma con un potenziale incredibile.
Attraverso la search bar di Facebook abbiamo la possibilità di ricercare qualsiasi parola o frase all’interno del social network.
Tornando indietro di qualche anno scopriamo che nel 2014 venne introdotta la Search Graph, non disponibile in Italia: una modalità di ricerca interna che aumentò le opzioni e le query disponibili per la ricerca.
Fino al 2018, anno in cui venne disattivata, era possibile scandagliare il social ponendo a Facebook delle domande precise e ottenendo delle risposte puntuali.
Attualmente invece Facebook Search, dopo l’inserimento della propria ricerca nella search bar, propone una pagina “minestrone” in cui possiamo visualizzare tutti i contenuti in diversi formati che contengono la parola o frase che stiamo cercando.
La potenza di questo motore di ricerca sta nell’utilizzo dei filtri, che permettono di creare una pagina di risultati personalizzata in base alle nostre selezioni.
Ad esempio possiamo filtrare per:
- Post di amici
- Post di pagine
- Post nei gruppi di cui facciamo parte
- Post più popolari
- Luogo
- Data di pubblicazione
- Tipo di contenuto (video,pagina,gruppo,foto,post ecc…)
Una possibilità di personalizzazione incredibile, che in pochi secondi ci permette di ottenere una visione d’insieme dei contenuti relativi a quello che stiamo cercando.
Inoltre esiste un’apposita sezione del social in cui vengono raccolte e indicizzate tutte le nostre attività e interazioni a partire dal momento dell’iscrizione fino ad oggi come like, commenti, nuove amicizie.
Potrebbe essere definita la cronologia della nostra vita su Facebook, ed è possibile accedervi attraverso questo link: https://www.facebook.com/me/allactivity
Un’altra chicca di casa Facebook è l’introduzione di Rosetta, un complesso sistema di machine learning che riconosce e categorizza i testi contenuti nelle foto e nei video. Può rilevare e riconoscere i testi di un meme oppure individuare delle foto o dei video in cui viene mostrato un marchio, anche nello sfondo, e includerlo dunque nei risultati di ricerca. In tutto ciò non è necessario che il nome del brand sia inserito nella descrizione del post!
Come stabilisce Amazon un ranking dei prodotti?
Amazon, l’e-commerce per antonomasia e la più grande internet company del mondo, non ha bisogno di presentazioni.
È il primo sito che visitate quando siete alla ricerca di un prodotto? A quanto pare non siete gli unici.
Da una ricerca americana del 2018 emerge che quasi il 50% delle transazioni online avviene sulla piattaforma di proprietà Bezos. Un dato importante ma che non stupisce, a conferma di un trend degli ultimi anni.
Tornando ai motori di ricerca, qual è la differenza tra Google e Amazon? In questo caso è abbastanza palese: le modalità, anche di utilizzo, si differenziano nettamente.
Mentre Google lavora per restituire all’utente il risultato più pertinente e utile in base alla sua ricerca, l’algoritmo di Amazon ha come obiettivo quello di convertire all’acquisto l’utente, cambia quindi anche il modo in cui vengono posizionati i risultati.
Google definisce rilevante per l’utente un contenuto analizzando delle metriche come il numero di click sulla pagina, il bounce rate o il time on site.
Amazon, invece, considera più importanti nel valutare una pagina metriche come la velocità di conversione e di vendita.
#Amazon vs #Google Shopping conversion rates are no surprise, with buyer intent being much higher on Amazon. Listen now: https://t.co/Mekl2qcXCV#MerkleWebinar pic.twitter.com/UUfoG9XlCy
— Merkle Inc. (@Merkle) 23 July 2018
Recentemente Google ha lanciato una sfida ad Amazon, rinnovando Google Shopping, piattaforma che, al contrario del rivale, non si occuperà però dello stoccaggio e spedizione dei materiali, ma potrà garantire sull’affidabilità del venditore e rimborsare l’acquirente in caso di problemi.
Riuscirà questa mossa del colosso di Mountain View a scalfire l’apparentemente inarrestabile Amazon?
Lo scopriremo, sicuramente sarà una battaglia avvincente a cui assistere, da consumatori e da appassionati di marketing.
Chi la avrà vinta in questa sfida a colpi di keywords?
Impossibile da dire, la risposta più ovvia è: probabilmente nessuno. Ognuna delle piattaforme di cui abbiamo parlato lavora con algoritmi e interpretazioni degli intenti di ricerca differenti.
Questi colossi però ci hanno già abituato a grandi sorprese, secondo voi come si evolverà il settore dei search engines in questi anni?