
Quali sono le differenze tra Photoshop e Illustrator, i due più noti programmi di grafica della suite Adobe e come fare in modo di semplificare il lavoro dei grafici che devono attingere all’archivio aziendale.
“Lo sa fare anche mio cuggino”.
Ogni volta che qualcuno pronuncia questa frase un creativo di professione muore.
Sensibilità artistica e competenze tecnologiche caratterizzano il profilo del grafico professionista. Si tratta di skill che non si possono improvvisare ma che richiedono talento e anni di preparazione e sperimentazione sul campo.
Tra i più noti software di grafica che amplificano le possibilità creative di fotografi, grafici e web designer figurano Illustrator e Photoshop, entrambi appartenenti alla suite Adobe. Pur essendo il loro uso abbastanza intuitivo, per padroneggiarli è richiesta una pratica continua e assidua.
Ma come distinguerli? Quando usare uno o l’altro?
Photoshop e Illustrator: le differenze
La differenza sta in come descrivono l’immagine in formato digitale: Illustrator si basa sulla grafica vettoriale, mentre Photoshop sulla grafica raster.
Nella grafica raster – detta anche bitmap – l’immagine viene vista come una scacchiera e ad ogni elemento di questa scacchiera, chiamato pixel, viene associato uno specifico colore.
Per via della sua natura, però, se si apportano modifiche a queste griglie di pixel (per esempio uno zoom), esse perdono in qualità: il software inserisce nuovi pixel attraverso un’interpolazione ma sono informazioni “presunte” e non reali e si viene a creare un effetto “frastagliato” che rende l’immagine sfocata.
Illustrator, invece, si basa sulla grafica vettoriale: i vettori sono costrutti matematici, ovvero linee composte da due punti collegati da un algoritmo. Questo implica che il rendering vettoriale non venga mai meno in risoluzione e nitidezza: l’immagine si fa scalabile e non perde in qualità sia che venga ridimensionata per uno schermo mobile sia che venga ingrandita fino alle dimensioni di un cartellone.
Per questo motivo Illustrator è indicato per creatività quali lavori di grafica, loghi, branding design, font, ovvero elementi che si prestano a essere stampati e divulgati su più formati. Rispetto alle immagini raster, quelle vettoriali hanno sicuramente un output di stampa migliore.
Per contro Photoshop, rispetto ad Illustrator, ha il vantaggio di poter modificare facilmente immagini già create e dispone di più filtri e strumenti di editing. Il controllo sul fotoritocco è completo perché è possibile intervenire pixel per pixel. Si presta benissimo al lavoro di fotografi e di web designer perché possono editare immagini e foto e possono intervenire anche nella creazione di interfacce grafiche per il web.
Alcuni dei formati supportati da Illustrator sono .ai, eps, .svg, .pdf mentre da Photoshop sono .psd, .png e .jpg. I file raster non possono essere convertiti in vettoriale, mentre il contrario è possibile. C’è da dire che entrambi i software “peccano” in presenza di documenti multipagina: non dispongono di pagine master e non automatizzano i numeri di pagina (ma per questo c’è InDesign!)
Semplificare il flusso di lavoro
Lavorare con le immagini non è semplice. Il grafico le può creare ex novo, magari partendo dall’utilizzo di una penna elettronica e una tavoletta e poi ridefinendole nelle linee, nelle forme e nei colori su Illustrator. Oppure le può recuperare da locale, magari fotografie in formato raw, e poi impostare su Photoshop correttamente il bilanciamento del bianco, la gamma tonale, il contrasto, la saturazione del colore, la nitidezza e altri parametri.
Ma in entrambi i casi, che si debba recuperare immagini da locale o salvarle una volta eseguito il lavoro, si rischia di disperderle all’interno del pc. Non c’è, infatti, un’unica fonte sicura a cui accedere o in cui memorizzarle e la ricerca deve essere eseguita su più database.
Per questo si avverte la necessità di un Adobe CC Connector, ovvero un connettore che integri i software di grafica come Photoshop e Illustrator all’archivio aziendale. Questo implica che nella toolbar dei programmi compaia una finestra di ricerca all’interno dell’archivio stesso, da cui attingere per caricare o salvare file.
Un esempio di un software Photoshop integrato tramite connettore Adobe CC alla Content Platform THRON
I vantaggi sono:
- Flussi di lavoro velocizzati: accedere all’archivio tramite la toolbar evita il dover chiudere e riaprire finestre di lavoro
- Accessi autenticati: con questa integrazione, il grafico si trova a lavorare con le impostazioni di sicurezza settate dall’archivio stesso e può accedere alle cartelle solo a lui riservate
- Migliore ricercabilità: recuperare i file è più agevole perché sfruttano la classificazione interna dell’archivio ed esistono filtri che possono selezionare i documenti per tipologia (e quindi selezionare solo quelli che possono essere aperti in PS o AI).
- Anteprima del file: il file prima di essere aperto può essere visto in anteprima. Su Photoshop si può scegliere se aprirlo come nuovo livello o come nuovo documento
Avere un connettore che consente di sfruttare le risorse digitali memorizzati nell’archivio direttamente dall’interno della suite creativa di Adobe consente quindi di massimizzare la produttività dei grafici.