
Gli influencer sono al centro dell’attenzione di chi si occupa di marketing. Il web ha trasformato persone con una passione e voglia di condividerla in personaggi influenti all’interno della propria cerchia di interesse. L’influencer è un elemento chiave e spesso imprescindibile per ogni campagna di marketing digitale, soprattutto in un mondo iper-connesso e iper-saturo di informazioni e comunicazioni.
Il 96% delle persone crede che l’industria della pubblicità non agisca con integrità, il 69% di queste persone attribuisce questa sua diffidenza al desiderio degli inserzionisti di vendere in modo più efficace a prescindere dai bisogni dei clienti e dalla qualità dell’offerta: è quanto emerge da una ricerca Ipsos condotta nel 2015. In aggiunta a queste statistiche, uno studio del 2016 della società di ricerche Annalect, in collaborazione con Twitter, rivela che il 40% delle persone dicono di aver acquistato un articolo online dopo averlo visto utilizzato o recensito da un influencer su Instagram, Twitter, Vine, o YouTube.
Influencer marketing, cos’è?
In accordo con Wikipedia, per non sbagliare nelle definizioni: L’influencer marketing è una forma di marketing basata sull’identificazione delle persone che hanno influenza sui potenziali acquirenti.
Le persone ignorano i messaggi comunicati direttamente dalle aziende troppo autoreferenziali e noiose? Le aziende comunicano “lateralmente” per mezzo di persone influenti nel loro settore, indipendenti, autorevoli, rispettate e credibili.
Una campagna di marketing senza il coinvolgimento di influencer rischia di essere inefficace.
Influencer, chi sono?
Bella domanda, nel loro ormai famoso libro Influencer Marketing, Brown e Hayes li definiscono come delle persona esterne e indipendenti rispetto a un’azienda, che però riescono a influenzare l’azienda stessa e i suoi potenziali clienti.
Per essere influenti – spiega l’istituto di ricerca Ipsos – bisogna essere rilevanti e avere un impatto sul modo in cui le persone vivono.
Influencer, dove li trovo?
Gli influencer sono ovunque, in qualsiasi campo e settore, B2C e B2B. Per conoscerli e riconoscerli bisogna essere del giro/settore. In alternativa rivolgersi ad agenzie specializzate in digital pr o provare servizi web per individuarli. Tra i più conosciuti in Italia possiamo citare il finder di Buzzoole o la piattaforma Klout che attribuisce un punteggio di influenza da 1 a 100 alle persone iscritte. Per la ricerca di influencer può tornare utile anche una ricerca su Google e sui gruppi Facebook e Linkedin pertinenti agli argomenti d’interesse.
Per questo punto, sull’argomento abbiamo pubblicato un articolo di approfondimento.
Belli gli influencer, ma operativamente come sono utili?
Ecco 4 effetti positivi che gli influencer possono avere su una campagna di digital marketing:
1. Pubblico immediato
La maggior parte degli influencer ha già migliaia – a volte, addirittura milioni – di follower. Inoltre, godono di un’altissima fiducia da parte loro pubblico – 49% delle persone dichiara (Annalect, 2016) di cercare le raccomandazioni di influencer prima di acquistare un prodotto o servizio.
La maggior parte dei consumatori considera gli influencer più genuini e vicini a loro rispetto alle celebrità e ai grandi testimonial. Pertanto, il livello di fiducia è molto più elevato, soprattutto se l’influencer è parte di una piccola e attiva comunità,.
2. Contenuti prodotti da esperti
Solitamente gli influencers sono popolari perché sono bravi in quello che fanno.
La maggior parte degli influencer hanno anni di esperienza e competenza alle spalle e sono tra i membri più fidati delle rispettive community.
Collaborare con gli influencer consente di accedere alle relative conoscenze e competenze, che, a loro volta, aiutano il vostro marchio a costruirsi una credibilità tra i consumatori. Si tratta di una situazione win-win perché permette agli influencer di creare nuovi contenuti e aiuta i marchi a raggiungere un pubblico più vasto. Per un approfondimento sulle strategie adottabili per ingaggiare un influencer, ti rimandiamo all’articolo Influencer Marketing: la Strategia.
3. ROI Alto
Una ricerca di TapInfluence con Nielsen Catalina Solutions del 2016 ha rilevato che un contenuto creato da un influencer può generare un ROI 11 volte più alto rispetto ad altre forme di digital marketing.
Inoltre, già un sondaggio della digital agency Burst Media nel 2015 rilevò che una campagna di comunicazione con influencer genera un ritorno di $6.85 in earned media per ogni $1 speso in paid media.
I brand con un budget limitato dovrebbero considerare gli influencer come un possibile mezzo di comunicazione per aumentare il ritorno delle proprie campagne di marketing. Per la loro scelta però è il caso di non improvvisarsi esperti e fidarsi solo del proprio intuito, ma piuttosto cercare di utilizzare un approccio analitico e nel caso chiedere supporto ad un agenzia specializzata.
4. Migliore indicizzazione sui motori di ricerca
L’algoritmo di ricerca di Google è in continua evoluzione, e quel che funzionava in passato non è detto che funzionerà in futuro. Pensiamo al testo nascosto, i commenti spam, il keyword stuffing…
Collaborare con gli influencer è un’occasione per creare contenuti rilevanti e coinvolgenti che poi si traducono in risorse ben indicizzate organicamente sui motori di ricerca. Questo permette di avere benefici lato sei senza grandi sforzi di manipolazione degli algoritmi di Google (che come è ben noto, sono inclini al cambiamento).
Il mondo dell’influencer marketing è in continua evoluzione ed è trasversale a tutti i settori. Per approcciare questo ambito in modo professionale è importante non trascurare la formazione e gli eventi di settore. Uno di questi è il Mashable Social Media Day a Milano, dal 19 al 21 ottobre, in cui This MARKETERs Life e MARKETERs club saranno presenti in veste di media partner.