
Giovedì 23 e venerdì 24 novembre This MARKETERs Life ha partecipato alla seconda edizione del Marketing Business Summit in veste di Media Partner ufficiale. L’evento, nato dall’esigenza di assistere a speech più pratici che teorici, ha visto susseguirsi sul palco speaker italiani e internazionali provenienti sia da grandi multinazionali che da piccole realtà. Come sottolineato dagli organizzatori stessi, non si tratta di “solite figurine” ma di persone che si confrontano giornalmente con il lavoro e ne conoscono a fondo le dinamiche.
Sono stati molti gli argomenti trattati durante i due giorni di formazione, ma vogliamo condividere con voi quelli che hanno catturato maggiormente la nostra attenzione!
#1 Growth hacking con i Social Media
I social media rappresentano oggi una vera e propria miniera d’oro per i marketers. Sappiamo cosa piace alle persone, cosa fanno, cosa dicono, dove vanno, cosa sanno e cosa provano. Questa miriade di informazioni va sfruttata investendo il budget nei migliori contenuti possibili. Per raggiungere gli obiettivi è necessario creare un percorso che si articola in tre tappe: creare awareness, costruire una relazione e trasformare l’audience in clienti.
Ogni social ha le sue caratteristiche e ha bisogno di una strategia specifica. Le parole d’ordine di Facebook sono velocità e novità con un’attenzione particolare alla creazione della community. Instagram, dall’altro lato, non è solo “visual” ma offre anche la possibilità di trovare potenziali clienti. Come? Seguendo i profili dei competitor più abili, attivando contest e usando il social come un catalogo.
#2 Marketing online: l’errore da evitare
Quando si tratta di comunicare online, l’errore più grave e diffuso consiste nel non avere un’idea di business chiara. Nessuna attività di marketing potrà mai funzionare senza sapere esattamente cosa si vuole comunicare. Questo errore così basilare è commesso da aziende di ogni dimensione, spesso è legato al fatto di non avere ben chiara la propria personalità.
Prima di comunicare è necessario capire chi siamo e con chi parliamo.
#3 Video come strumento di comunicazione
Il 2017 sembrerebbe davvero essere l’anno dei video! Essi rappresentano uno strumento non solo di comunicazione ma anche di interazione e vendita. Attenzione, però, il futuro sono i video verticali, integrati con una call to action e con pulsanti di social sharing. Occorre tenere a mente le modalità di fruizione: oltre il 50% della navigazione avviene mobile attraverso uno smartphone. Per questo motivo i video verticali hanno una visibilità tra 2 e 12 volte maggiore rispetto a quelli orizzontali. Tutti gli strumenti social stanno convergendo sui video e chi non ha ancora una strategia in questo senso sta fallendo gli obiettivi di comunicazione e marketing.
#4 Brand e Influencer: un mix vincente
Contenuti di qualità, talento nella comunicazione, carisma, credibilità e coerenza sono solo alcune delle caratteristiche principali che deve avere un influencer di successo. Il punto di forza di questa figura sta nel fatto di essere un singolo capace di spostare il pensiero di grandi comunità. Gli influencer funzionano perché, ponendosi a metà tra testimonial e consumatore, vengono percepiti dai follower come persone normali.
Il processo di conversione del follower in acquirente è tutt’altro che facile. A contare, infatti, non è soltanto l’interazione continua con i lettori ma anche lo storytelling, le emozioni e la personalizzazione dei contenuti. Nella scelta della persona con cui collaborare, le aziende non devono affidarsi soltanto al numero dei follower. La fanbase non deve essere solo autentica ma anche fidelizzata. I numeri contano ma rimangono tali se privi di contenuti ed emozioni.
#5 “Our brains are lazy”
Misurare lo sforzo del consumatore piuttosto che la soddisfazione potrebbe dare spunti molto più interessanti ed essere molto più utile per comprendere la sua fedeltà. Perché? Il nostro cervello odia lo sforzo e fortunatamente ama i brand. Questi ultimi rappresentano non solo una promessa ma anche una scorciatoia. Ogni giorno, infatti, interagiamo con circa un migliaio di brand ed è normale cercare di semplificare la propria vita scegliendo quello “di fiducia”. Il comportamento dei consumatori è guidato dalle abitudini. Come agire? Rendere tutto il più semplice possibile e cercare di motivare i consumatori.
#6 Scrivere per il web in un’epoca in cui l’attenzione del lettore è scarsa
La parola d’ordine è essere concisi. Attenzione, però, questo non significa per forza essere brevi. L’attenzione dei lettori può essere catturata anche da articoli di molti paragrafi, ognuno composto da poche frasi ricche di contenuto.
Le nuove generazioni, ovvero i consumatori di domani, navigano su Internet utilizzando le app del proprio smartphone. Se vogliamo catturare la loro attenzione non possiamo trascurare questo fatto. Ogni piattaforma ha bisogno di un contenuto specifico per catturare l’attenzione dei lettori.
#7 Un commento è per sempre?
Sì, un commento è per sempre perché tutto quello che pubblichiamo non si cancella mai veramente. La rete è un mezzo potentissimo a nostra disposizione e di conseguenza deve essere utilizzato con attenzione. I pericoli derivano dalla scarsa conoscenza di regole giuridiche e della rete, oltre che dei dispositivi con cui navighiamo. La libertà di espressione non deve diventare una scusa. I diritti esistono ma non sono illimitati e soprattutto non devono essere inventati. Un diritto finisce laddove va a intaccare quello di un’altra persona.
#8 Le parole come strumento di business
Le parole neutre non esistono perché non tutte le parole hanno lo stesso significato per tutti. Tutto comunica. Di conseguenza, dobbiamo ridurre il rischio connesso al nostro modo di comunicare. Ricordiamoci che è la relazione a qualificare il contenuto e non viceversa perché i nostri interlocutori capiscono dalle parole usate cosa pensiamo di loro. La chiave sta nel scegliere le parole con cura in modo da semplificare la vita non solo a noi e ma anche agli altri.
#9 Non tutte le e-mail sono uguali
Tra gli strumenti del web marketing a disposizione delle aziende, l’e-mail rappresenta senz’altro il più diretto. Esistono quattro tipi di e-mail, ognuna con un preciso scopo e caratteristiche:
- DEM: Ha lo scopo promozionale ed essenzialmente quantitativo. A causa dell’effetto “pubblicità in buca” il suo tasso d’apertura si colloca intorno al 5%-8%.
- Newsletter: Divulgata con cadenza periodica alla propria base utenti, ha uno scopo prettamente informativo. L’effetto one to many fa sì che il tasso d’apertura si attesti attorno al 40%-50%.
- Dirette e Personalizzate: In questo caso lo scopo è informativo non periodico e promozionale. Pur essendo one to many hanno l’effetto one to one e grazie a questo il tasso di apertura è di 50%-60%.
- Transazionali: Sono e-mail di servizio che scaturiscono da un evento (conferma ordine, pagamento avvenuto ecc.). Essendo veramente one to one, hanno il tasso di apertura del 70%-90%.
#10 Mondo start-up: perché fare impresa?
Molte volte chi crea una start-up parte da presupposti sbagliati. Questa scelta non deve rappresentare né un rifugio (“Non trovo lavoro allora fondo una start-up!”) né una sorta di investimento a lungo termine (“Appena la mia start-up avrà un valore la vendo!”). Al contrario, fare impresa significa essere artisti e apportare valore alla società o almeno a una parte di essa. Bisogna avere una visione a lungo termine e puntare alle stelle.
Daryna Mysak