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Anche dai cattivi c’è da imparare: il marketing di Deadpool 2

Deadpool 2

I franchise sui supereroi invadono le programmazioni dei cinema ormai tutto l’anno.
Nell’Universo Marvel, in particolare, c’è un anti eroe che è interessante non solo per la sua storia, ma anche per ragioni di marketing e di strategia coerente di comunicazione. Stiamo parlando di Deadpool, il Mercenario Chiacchierone (Merc with a mouth, in originale).
Ci siamo divertiti ad analizzare le campagne che hanno accompagnato l’uscita di Deadpool 2, il secondo capitolo della saga (anzi, come direbbe lui, la sua seconda venuta).

Per i dieci anni dalla nascita del Marvel Cinematic Universe, inaugurato con il primo Iron Man, a fine aprile la Marvel ha sganciato una vera bomba: Avengers – Infinity War, in cui ha riunito praticamente tutti i suoi eroi.
Gli incassi sono stati pari alle reazioni entusiaste e scioccate dei fan e nel primo weekend di uscita ha battuto tutti i record: 250 milioni di dollari solo negli Stati Uniti e 630 milioni nel resto del mondo.

Deadpool, dentro questo universo, è decisamente lontano dal machismo alla Thor e dalla lotta per il riscatto dei suoi valorosi vicini X-Men, tanto che si definisce solo “un cattivo che viene pagato per pestare tipi peggiori di lui”.

In questa rassegna anche gli attori protagonisti hanno un ruolo fondamentale, a partire da Ryan Reynolds, che dà il volto (o quello che ne resta) al Mercenario, e analizziamo anche il messaggio più profondo nascosto sotto lo strato di irriverenza che lo caratterizza.

Chi è Deadpool

Deadpool è un caso strano nell’Universo degli eroi Marvel.
Perché?, La risposta breve è che, semplicemente, non è un eroe.

Volete la risposta lunga? Ecco la sua storia.
Wade Wilson è un ex soldato delle forze speciali, canadese, pagato per ammazzare i cattivi, e che a un certo punto scopre di avere un cancro in fase terminale.
Nel frattempo, si è innamorato, e per cercare di sopravvivere si sottopone alle cure, o meglio, torture -, del solito gruppo di cattivi, – che faranno emergere il Gene X, dandogli un potere rigenerante che lo renderà invincibile, ma mostruoso.

È in quel momento che si autoproclama Deadpool, si rifiuta di entrare a far parte degli X-Men che proveranno a farlo entrare nel gruppo, si cucirà da solo la tuta sotto cui nascondersi e approfitterà della nuova condizione per continuare a fare sempre più male ai cattivi.

Sboccato, spassoso, onesto, sessuomane e decisamente kinky, il personaggio di Deadpool è anche famoso per aver abbattuto la quarta parete e per il suo rivolgersi direttamente agli spettatori.

Persino i titoli di testa sono uno spazio per usare il tono di voce tipico del protagonista: nessuno dello staff viene nominato, ma vengono descritti in tono ironico.

Il primo film del 2016 ha incassato più di 780 milioni di dollari in tutto il mondo e le campagne di marketing che lo hanno visto coinvolto sono senza dubbio riuscite: sia quelle che lo hanno usato come testimonial per promuovere altri prodotti, che quelle promozionali del film stesso.

Il marketing di Deadpool 2

Il secondo capitolo della saga del Mercenario chiacchierone ha debuttato nel primo weekend con 125 milioni di dollari solo negli Stati Uniti, e 176 nel resto del mondo.* In Italia è stato il primo per incassi, con quasi 4 milioni di euro.**

Nelle campagne promozionali Deadpool è diventato reale, è un’altra persona rispetto a Reynolds, e rilascia interviste, dà opinioni sull’attualità, prende in giro tutti. Ecco qualche esempio:

Il video di Ashes con Celine Dion

Alla portabandiera della musica canadese è stata affidata la canzone principale della colonna sonora di DP2. E lui non ha potuto che partecipare al video:

Qui il dietro le quinte:

Le scuse a David Beckham

Nel primo film c’è una scena in cui Deadpool prende in giro il modo di parlare di David Beckham, con il suo solito tono, diciamo, colorito.

E quest’anno Beckham è stato coinvolto in un esilarante video promozionale in cui il Mercenario prova a chiedere perdono per la battuta infelice in vari modi.

Walking Deadpool

The Walking Dead è una delle serie tv più amate degli ultimi anni, e a metà aprile è arrivata al finale di stagione. Come non poteva il Mercenario infilarsi anche lì con i suoi spot per promuovere il film?

Trollare Infinity War

Come dicevamo all’inizio, l’evento dell’anno per tutti i fan Marvel sono impazziti è stata l’uscita di Infinity War. La trama è stata mantenuta segreta tanto che gli stessi attori non hanno mai avuto in mano la sceneggiatura completa, e il film era ad alto rischio spoiler.
Per l’occasione è stata inventata la campagna #Thanosimponeiltuosilenzio (Thanos è l’antagonista principale degli Avengers, il cattivo più cattivo dell’Universo):

Alla quale Deadpool ha subito risposto con il consueto sarcasmo:

#deadpool2

Un post condiviso da Ryan Reynolds (@vancityreynolds) in data:

Ma qui non ha avuto l’ultima parola, perché Thanos in persona ha ribattuto!

Contro il cancro

Il non plus ultra del marketing di Deadpool è l’occasione di parlare di un tema importante come le diagnosi precoci di cancro.
Nel 2016, con due spot dedicati alla salute sessuale maschile e femminile:

E nel 2018, con la campagna “F*** cancer”, di Omaze, una piattaforma di fundraising:

Il ruolo di Ryan Reynolds

La realtà è che Deadpool non esisterebbe se dietro non ci fosse uno come Ryan Reynolds.
L’attore è il testimonial perfetto: Tim Miller, regista del primo episodio, ha ammesso che Deadpool è stato modellato sul senso dell’umorismo dell’attore, che ha vissuto in simbiosi con il suo personaggio, e ha spesso dato l’ultima parola anche sulle battute da fargli pronunciare. Guardate una qualsiasi intervista di Reynolds: vi sembrerà di vedere Wade Wilson (magari meno sboccato, ma neanche troppo).

Deadpool nella finzione è sempre stato in un rapporto di odio/amore con Wolverine, con cui condivide la mutazione violenta e dolorosa.
Già a partire dal primo film Reynolds si è divertito a prendere in giro Hugh Jackman, l’attore che interpreta l’X-Men, che ha risposto più che volentieri.

Happy Birthday to the ageless, one and only @thehughjackman

Un post condiviso da Ryan Reynolds (@vancityreynolds) in data:

…and never let go. (Art by @visha_)

Un post condiviso da Ryan Reynolds (@vancityreynolds) in data:

 

Con Deadpool 2 si è aggiunto un nuovo sparring partner, Josh Brolin, il cattivo Cable nel nuovo film, e anche qui Reynolds ha continuato a usare lo stile tipico del Mercenario per parlare del loro rapporto.

Happy Birthday, Bright Eye. You don’t taste a day over 40.

Un post condiviso da Ryan Reynolds (@vancityreynolds) in data:

Conclusioni

Un prodotto come quello cinematografico (o seriale) ormai non può più restare confinato alla sala, allo schermo della tv o agli eventi ufficiali, ma diventa davvero memorabile se riesce ad espandere il suo universo narrativo fuori da questi confini.
Questo grazie alle campagne di marketing e al ruolo dei protagonisti stessi, in modi anche non ufficiali e strutturati, ma più spontanei.

Deadpool è un esempio di grande coerenza narrativa su tutti i canali di comunicazione, e il suo protagonista è un’icona anche fuori dallo schermo. Non da ultimo, ha permesso anche di fare informazione sulle diagnosi precoci di cancro, che è forse il superpotere più importante di tutti.

*Fonte: Lo Spazio Bianco
**Fonte: Ciak Magazine

Beatrice Pesente

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