
In più occasioni vi abbiamo parlato di smartphone, tablet, di come siamo sempre connessi e di come questo cambio di abitudini abbia rappresentato un nuovo approccio per fare marketing, con il mobile marketing. Ma cosa significa fare mobile marketing nel 2016?
Quando penso a smartphone e tablet, penso a come queste due tecnologie abbiano costruito un nuovo approccio al mondo e a come abbiano cambiato il modo di cercare informazioni, acquistare e persino pagare in solo 10 anni. Un cambiamento che è avvenuto in modo quasi naturale, ma al tempo stesso ha rivoluzionato il modo di sfruttare il proprio tempo. Certo non hanno agito da soli questi device: la sinergia con i social e il miglioramento della connessione internet mobile hanno servito assist indispensabili.
Mobile significa smartphone, tablet e phablet…
L’importanza di smartphone in particolare, ma anche dei tablet e dei phablet (un ibrido tra due), è spettacolare se si pensa quando queste tecnologie hanno fatto per la prima volta la loro comparsa (in forma “rudimentale” già nel 1993) e quando sono diventate una tecnologia di massa (negli anni 2000).
Per smartphone e tablet il punto di svolta è stato segnato da Apple (non me ne vogliano i detrattori della mela di Cupertino); l’introduzione di iPhone nel 2007 e di iPad nel 2010 hanno rappresentato la goccia che ha fatto traboccare il vaso e dato il via a nuovi mercati. E sì, perché il mondo dei device mobile è in costante crescita, e i competitor hanno saputo giocare molto bene negli anni e conquistare quote di mercato tutt’altro che marginali. Ma questa è un’altra storia.
… e nuove abitudini di consumo
Dicevamo, il mondo mobile ha rivoluzionato le abitudini dei consumatori, ossia di tutti noi, e in pochissimi anni ha superato persino la navigazione da desktop. Come sono cambiate le nostre abitudini? Semplicemente la nostra “divisione” del tempo è stata stravolta. Secondo i dati Audiweb, il tempo medio speso online ha raggiunto 1 ora e 45 soltanto da device mobile, mentre navighiamo al pc in media per 1 ora e 05 minuti. I dati a livello mensile sono ancora più espliciti: circa 14 ore trascorse a navigare da desktop, contro le oltre 42 ore trascorse da mobile.
Qualche esempio? Restiamo in contatto con gli amici tramite app di messaggistica, controlliamo i social e le email direttamente da mobile, dobbiamo trovarci in quel nuovo locale carino che hanno aperto in centro e cerchiamo online gli orari o il menù. Nel caso in cui non sappiamo come arrivarci utilizziamo i device come navigatori satellitari, possiamo pagare con un click online o anche al supermercato. Guardiamo la tv oppure commentiamo ciò che stiamo guardando. Siamo in un negozio e non troviamo una taglia della maglietta che abbiamo appena provato, oppure cerchiamo più informazioni sul prodotto che abbiamo davanti, e così via. Ognuno può pensare ad almeno 10 micro-momenti in cui usa smartphone e tablet ogni giorno.
Il cambio di atteggiamento dei consumatori ha quindi offerto ed offre tuttora vastissime possibilità per chi fa business, nelle modalità di comunicazione e di contatto di clienti attuali e potenziali, ma soprattutto rappresenta una nuova connessione tra mondo online e offline. Un ponte da non sottovalutare assolutamente, perché la sua importanza crescerà a dismisura nei prossimi anni e scardinerà nuovamente il modo in cui ci interfacciamo con ciò che abbiamo attorno. Proprio per questo tra i trend che stanno caratterizzando il 2016 c’è l’approccio omnicanale a cui il mobile marketing deve sottostare: non possiamo trovare risposte diverse a seconda di dove le cerchiamo, perché in tal caso il brand perderebbe un’occasione per creare un rapporto fluido e personalizzato con il cliente, e la sua credibilità potrebbe risentirne.
Ma cosa significa fare mobile marketing?
Abbiamo visto gli strumenti e le nuove abitudini dei consumatori, ma come si può sfruttare il canale mobile e quindi smartphone e tablet, cogliendone tutte le caratteristiche e le potenzialità e utilizzando un nuovo linguaggio consono ai mezzi? Tre parole chiave: condivisione, personalizzazione e intuitività. Va da sé che senza una strategia e un’accurata pianificazione anche il mobile marketing non riuscirà a raggiungere i risultati sperati, come anche replicare senza alcuna differenziazione le attività di marketing tradizionale su mobile. Ma questo ormai non è quasi necessario dirlo, specialmente a dei marketers.
Il tutto può essere esplorato tramite browser o tramite app, e anche le app rappresentano un tema caldo per il mondo mobile: non basta creare un’app e inserirla nei diversi store dedicati. A questo punto inizia la fase difficile, quella che porta a scaricare e installare l’app, a cui segue poi quella d’uso da parte del consumatore, che non è scontata. Se da un lato aumenta la lunghezza delle sessioni delle app, dall’altro gli store sono sempre più affollati con app che raramente vengono scaricate e poi utilizzate.
Le tendenze 2016
Ma bando alle ciance e vediamo quali sono i trend che stanno caratterizzando questo 2016.
#LOCAL SEARCH e #MICROMOMENTI
Il trend in costante crescita negli ultimi anni è proprio il mobile come guida locale. Sì perché i consumatori ricercano online il modo più veloce e comodo per risolvere i loro problemi e le loro esigenze. Secondo ricerche Google il 30% delle ricerche eseguite da mobile sono collegate a una posizione. L’influenza del mobile sul mercato offline sta prendendo sempre più importanza: sempre secondo i dati Google si calcola che ogni mese, le persone visitino 1,5 miliardi di destinazioni offline legate in qualche modo alle ricerche effettuate online.
#SHOPPING OMNICANALE
Sempre di più l’esperienza di acquisto si fa integrata, fluida e il mobile si pone come ponte tra online e offline. Ecco che appaiono i commessi virtuali che tramite beacon riesco a riconoscere il cliente che entra in negozio ed offrirgli anche in store un’esperienza personalizzata sui suoi gusti e desideri. Ma anche intercettare clienti che si aggirano nei pressi del negozio e offrire loro promozioni e invitarli ad entrare.
Ma shopping è anche ricerca di informazioni durante il processo d’acquisto in store oppure l’acquisto vero e proprio online, che avviene in questo caso tramite app e con pochi click. I tassi di conversione da mobile sono molto più alti se i prodotti sono presentati nei social.
#APP: SOCIAL E MESSAGING
Due parole: Snapchat e Telegram. In entrambi i casi i brand si sono “buttati” per creare una conversazione più fluida e informale con i clienti e i risultati arrivano in termine di engagement.
#PAYMENT
Abbiamo parlato di shopping ma non possiamo dimenticarci dei pagamenti, di come sia possibile pagare su mobile con carta di credito, bancomat e contactless card, ma soprattutto del digital wallet, quel pagamento con un click: basta un’impronta digitale o agitare lo smartphone e il pagamento è fatto. E Amazon non resta a guardare, infatti sarà possibile “pagare con Amazon” ossia sfruttare le carte di credito inserite nel proprio account per pagare anche in siti terzi.
La battaglia tra Amazon, Google, Apple e Paypal in questo campo è aperta.
#INTERNETofTHINGS e #WEARABLES
Eh sì, anche gli oggetti che ormai consideriamo “tradizionali” stanno diventando sempre più smart. Questo è il fenomeno dell’IoT, ossia Internet delle Cose. Grazie ai sensori e alla rete, anche gli oggetti sono in grado di comunicare tra di loro e con i consumatori: un esempio è la domotica, ossia la possibilità di controllare da smartphone o tablet e da remoto elettrodomestici o impianti di riscaldamento. Ancora una volta Amazon offre un esempio: il bottone che può essere programmato ed usato per svariati utilizzi, dall’acquisto del detersivo che si sta esaurendo all’accensione del climatizzatore o delle luci.
Per quanto riguarda i wearables permettono di rendere noi persone in grado di comunicare anche attraverso i nostri movimenti o misurare i nostri parametri vitali senza necessità di macchinari supplementari.
#BOT e #BIG DATA
Si potrebbero scrivere dei lunghi trattati su entrambi questi temi, ma possiamo riassumere il tutto in una parola, personalizzazione:
- Da un lato i Bot forniscono informazioni su ciò che interessa direttamente al cliente come fosse un amico, segnalando link e altri contenuti.
- Dall’altro i Big Data forniscono alle aziende una quantità abnorme di dati sulle abitudini dei consumatori online e offline, che possono essere utilizzati per creare dei contenuti, dei prodotti o dei servizi molto più in linea con le richieste dei consumatori.
Questo è solo un assaggio di ciò che avremo modo di ascoltare al Web Marketing Festival. Se volete saperne di più, potete trovare altri articoli sui temi trattati:
- This MARKETERs Life sarà Media Supporter al Web Marketing Festival 2016
- Tutto quello che dovresti sapere sull’e-commerce, ma che non osi cercare
- Il Video Marketing, tra televisione e digitale
- Addio Spam: la seconda giovinezza dell’Email Marketing
- Come monetizzare online? Il mondo dell’Affiliate Marketing
- User Experience e Usabilità, per dare valore alle persone
Se non potete partecipare non temete, seguite il live tweeting di @mktrsclub e @ThisMLife il 7 e 8 Luglio da Rimini #ThisFestivalLife