
In principio erano solo brevi video di balli e trend musicali, ma oggi si parla di un possibile pericolo in materia di sicurezza dei dati personali. Ma cosa sta succedendo al mondo che ruota attorno a TikTok?
Quanto è diffuso TikTok nel mondo?
Ad oggi l’applicazione conta più di 1 miliardo di utenti globali, un successo enorme se si conta che la sua nascita è del 2018, oltre a contare che più del 60% del suo pubblico ha meno di 30 anni e ad oggi rappresenta uno settore lavorativo per milioni di creator ed è una vetrina per piccole e grandi aziende. Un applicazione che con il suo mondo digitale muove miliardi tra acquisti e investimenti.
Se da un lato non possiamo che ammirare il recente e continuo successo dell’applicazione, parallelamente corre anche la strada delle continue e sempre più crescenti proteste e dubbi sulla sicurezza dei dati, mosse dai governi e agenzie di varie paesi. Infatti in queste settimane sentiamo parlare, nuovamente, della concreta possibilità che gli Stati Uniti possano bandire e in maniera permanente l’applicazione nel loro stato. A questi timori hanno fatto eco altri governi europei che hanno messo in dubbio la trasparenza sulla tutela dei dati degli utenti stessi.
Il caso si è riaperto quando la FCC, la Federal Communication Commission americana, ha pubblicato un report affermando che il congresso dovrebbe vietare l’uso dell’applicazione. L’accusa principale che viene mossa all’ azienda di proprietà della cinese Bytedance è lo spostamento dei dati e la condivisione con il governo di Pechino.
La soluzione al problema, secondo il governo americano, sarebbe il ban permanente dell’app dai vari store e la disinstallazione da parte dei lavoratori di tutte le agenzie governative e non. Oltre all’America, questi timori e preoccupazioni sono stati riportati anche da altri governi di altri paesi come per esempio Canada e Regno Unito che hanno vietato l’applicazione sui dispositivi governativi. La stessa Unione Europea ha vietato ad oltre 30 mila dipendenti l’uso di TikTok nei device governativi. Nel nostro paese al momento si sta discutendo di un possibile blocco e divieto dell’app dai dispositivi governativi e per chi lavora in apparati statali.
TikTok come sta rispondendo a queste critiche?
Nel 2020, durante la presidenza Trump, la piattaforma era già stata centro di proteste simili e minacciata di ban imminente le quali dopo mesi non si sono mai concretizzate. Ad oggi invece l’azienda è chiamata a difendersi e a cercare di dimostrare che queste critiche sono supposizioni e che non esiste un collegamento con il governo cinese stesso.
Lo stesso CEO Shou Chew ha rilasciato dichiarazioni e video in cui parla della sicurezza della piattaforma oltre ad essere stato chiamato, nei giorni scorsi, a presenziare ad una audizione presso una commissione del Congresso degli Stati Uniti. Ad oggi non è deciso ancora nulla ma all’orizzonte secondo gli analisti si prospettano vari scenari.
Questo terremoto che ha coinvolto la piattaforma non ha lasciato in silenzio i diretti interessati che rischiano di perdere tutto ovvero i TikToker e Content Creator, infatti la loro voce si è alzata unita in difesa dell’applicazione in quanto rischiano di perdere la possibilità di lavorare in questo settore del mondo digitale. Per questo motivo, assieme alla stessa azienda, in questi giorni in America sono stati organizzati scioperi e manifestazioni di protesta contro la decisione del governo. Inoltre l’azienda sta lavorando alla creazione di nuovi Data Center in Europa per la gestione dei dati degli utenti e delle loro informazioni, a queste strutture verrà affiancato un ente esterno europeo che si dovrà occupare della sicurezza di questi centri (come avviene con Oracle in America).
Per il momento nessuna decisione è stata ancora presa, aldilà di forte raccomandazioni o divieti su device governativi, non c’è un presa di posizione definitiva. Infatti il governo americano sta ancora valutando e raccogliendo informazioni e ascoltando l’azienda stessa per capire il meccanismo di gestione e tutela dei dati degli utenti.
Solo nei prossimi giorni o settimana capiremo se anche questa volta si concluderà con un nulla di fatto (unito magari a qualche cambiamento) o se assisteremo ad un ulteriore frattura tra le relazione tra mondo occidentale e la Cina.