
“L’inizio di una grande avventura” non vi dice nulla? Provate a pensare a cosa è accaduto il 10 gennaio del 1998. Ancora niente? Quel giorno un ragazzino di nome Ash Ketchum iniziava la sua carriera da allenatore di Pokémon. Svegliatosi in ritardo, i 3 starter erano già stati scelti ed era rimasto solamente un Pikachu non particolarmente amichevole. Sono passati 18 anni da quel giorno e da qualche giorno a questa parte i Pocket Monsters (mostriciattoli tascabili) sono rientrati prepotentemente nella quotidianità di molti di noi, come quando eravamo ragazzini, grazie alla nuova applicazione Pokémon Go.
Cos’è Pokémon Go?
Sarò breve: realtà aumentata.
Questa applicazione, sviluppata dalla casa produttrice Niantic, consente di trovare, grazie ad una connessione dati ed il GPS del proprio smartphone, i 151 Pokémon della prima generazione nel mondo reale. Spostandosi con l’applicazione aperta sarà possibile muovere il proprio avatar sullo schermo ed imbattersi nelle piccole creature, cliccando su un Pokémon si aprirà la fotocamera del vostro smartphone e vedrete il Pokémon nell’ambiente che vi circonda grazie anche al giroscopio presente nella maggior parte dei device. Lanciate una pokéball, forse due, ed il gioco è fatto.
Oltre alla cattura dei Pokémon sono disponibili i pokèstop, luoghi d’interesse dove è possibile fare rifornimento dei classici strumenti già presenti nelle versioni per Nintendo Game Boy, e palestre da conquistare o presidiare con i propri mostriciattoli dopo aver scelto a quale squadra appartenere: gialla, rossa o blu.
Tutto questo senza la collaborazione con Google non sarebbe stato possibile. Il gioco, infatti, sfrutta proprio Google Maps e tutti i punti di interesse sono mutuati da un altro gioco della Niantic, Ingress, gioco nel quale bisogna conquistare fantomatici portali.
Questo è come si presenta il gameplay di Pokèmon Go
È disponibile una versione Plus del gioco, ottenibile tramite l’acquisto di un braccialetto, del costo di 39.99€, che vi permetterà di giocare senza dover usufruire del vostro smartphone.
Intro finita, che starter avete scelto?
Il lancio ufficiale di Pokémon Go
Il gioco in Italia non è stato ancora lanciato, ma allora perché tutti quanti sono impazziti e stanno giocando? Semplice: è possibile scaricarlo sui propri device tramite canali non ufficiali, quindi non dal Play Store di Google o dall’App Store di Apple. In alcune zone del mondo è stato lanciato come USA, Nuova Zelanda ed Australia il 7 luglio, ma il rollout mondiale avverrà intorno al 15 del mese, Italia compresa. Purtroppo però pare che il lancio ufficiale sarà posticipato a causa dei continui intasamenti dei server dovuti alla massiccia presenza di allenatori.
Com’è possibile tutto questo? I risultati di SimilarWeb attestano che Pokémon Go è stato installato su più del 5% dei device Android in tutti gli Stati Uniti. Ora provate a pensare a quanti smartphone possono esserci negli USA e fate due conti.
Questo video ad esempio ritrae la situazione a New York, precisamente a Central Park: orde di allenatori alla ricerca di Pokémon chini sui propri smartphone intenti a catturare, allenare e conquistare palestre.
Pokemon GO is just insane right now. This is in Central Park. It’s basically been HQ for Pokemon GO. pic.twitter.com/3v2VfEHzNA
— Jonathan Perez (@IGIhosT) 11 luglio 2016
Le cifre (ancora in potenza) di Pokémon Go
Sono passati 5 giorni dal lancio e dalla diffusione in tutto il mondo, tramite store ufficiali o sotterfugi dell’applicazione e Niantic, The Pokémon Company e Nintendo possono già gridare al successo.
L’applicazione ha già superato Tinder come base d’installazione e si appresta a raggiungere Twitter, app lanciate rispettivamente nel 2012 e nel 2009, come se cercare “la propria anima gemella” e far sentire il proprio cinguettio fosse meno importante di catturare Arcanine o far evolvere il proprio Charmander.
Base d’installazione di Pokémon Go rispetto a Tinder nel mercato USA
È sempre SimilarWeb a proporre un grafico che fa riflettere. Fino a pochi giorni fa le applicazioni maggiormente usate erano Whatsapp, Instagram, Snapchat e Messenger (3 su 4 del buon vecchio Mark Zuckerberg), ma ora non più. Ora l’applicazione più utilizzata è proprio Pokémon Go, con una media negli USA di circa 44 minuti al giorno.
Tempo trascorso sulle app, dati USA
Saranno molto contenti i produttori di powerbank, le cui vendite sicuramente subiranno un’impennata, Google Trends conferma, visti i consumi dell’applicazione (traffico dati + GPS).
Dati Google Trends circa la parola powerbank
In tutto questo il titolo Nintendo in borsa è riuscito a generare la bellezza di 9 billions di dollari, miliardi di dollari per intenderci, senza dimenticare il tempo: 5 giorni, 5 giorni. Meno di quelli che ci mette Samara a venirvi a prendere.
I motivi del successo e le implicazioni di business
Chi non ha mai sognato di diventare il nuovo Ash Ketchum? Girovagare per il mondo alla ricerca di Pokémon è il sogno, finora realizzato solo grazie ad un Game Boy, di ogni ragazzino. Compresi quelli che ora si ritrovano ad avere tra i 20 ed i 30 anni, coloro che hanno assistito a tutte le peripezie del ragazzo di Biancavilla, a tutti i combattimenti contro il Team Rocket e che magari sono anche andati a vedere gli innumerevoli film al cinema.
Questa applicazione ha catalizzato tutta l’attenzione su di sé, dai ragazzini di 12 anni (forse meno) agli over 30, e perché no, 40. Un target talmente vasto ed eterogeneo che forse non ha nemmeno senso definire tale vista la portata; così d’ora in poi sarà sempre più facile imbattersi in persone che camminano fissando o tappando (to tap, premere) il proprio schermo nel tentativo di catturare Pokémon selvatici.
Elemento chiave: la nostalgia. Quella buona, quella che fa tornare le persone ragazzi e fa dimenticare loro di non aver più 15 anni, ma le fa sentire come tali.
Ma quali potrebbero essere le implicazioni di business per un’applicazione che riesce a portare le persone fuori dalla propria abitazione? Focalizziamoci sui due grandi punti di interesse: pokéstop e palestre, talvolta veri e propri punti di ritrovo di gruppi di persone o allenatori solitari. Ecco, la verità è che questi sono stati decisi in maniera casuale da Niantic, utilizzando la stessa mappatura su Google Maps utilizzata per Ingress. Ma cosa potrebbe succedere se questi punti d’interesse potessero un giorno corrispondere a locali ed attività? Si scatenerebbe un’asta per diventare un punto di interesse all’interno del gioco, muovendo un business di portata inimmaginabile. Pensate a players come le grandi catene, McDonald’s, Burger King, ecc… Se ce ne fosse la possibilità si farebbero scappare un’occasione ghiotta come questa?
Se tutto questo fosse un giorno possibile, ad oggi ancora nulla è chiaro, Nintendo avrebbe proprio lanciato una MasterBall.
Numerose attività segnate sulla mappa come punto di interesse già adottano contromisure
Non sarà però contento Bob Sheridan il quale vive in una vecchia chiesa nel Massachusetts, che una volta scaricata l’applicazione si è accorto che casa sua sulla mappa è segnalata come palestra e negli ultimi giorni è stata letteralmente presa d’assalto dai giocatori della sua zona, creandogli non poco disagio (questa è la vicenda raccontata su Buzzfeed).
Quello a cui stiamo assistendo è qualcosa di rivoluzionario, una semplice applicazione, un gioco, un passatempo che porta le persone in giro, le raggruppa, fa fare loro amicizia e le fa divertire.
Lo smartphone spesso divide, stavolta no.