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Scrivere per il Web: come fare?

da 11 Dicembre 2015Agosto 28th, 2016Nessun commento
scrivere per il web
Leggere sul Web non è come leggere sulla carta stampata, quindi non può essere uguale nemmeno il modo in cui si scrive. In questo articolo qualche consiglio di usabilità dei testi e per snellire il proprio stile di scrittura in modo da farsi leggere sul web. Dopo tutto è questo il nostro obiettivo, no?

Nello storico articolo di Jakob Nielsen, il più grande esperto di Usabilità e di Web Design, che insieme a a Don Norman ha fondato il NN Group, How users read on the web, già nel summary abbiamo una risposta che ci potrebbe sembrare scioccante:

Gli utenti non leggono, sul web. Le persone raramente leggono le pagine web parola per parola; ciò che fanno è “scannerizzare” la pagina, individuando singole parole e frasi. 

Stando alle statistiche di una ricerca del Gruppo, emerge infatti che solo il 16% degli utenti legge una pagina web parola per parola.

Come scrivere per farsi leggere?

  • usare parole evidenziate (grassetti, link in uscita, variazioni nello stile, colori diversi), per determinare uno stacco nel muro di testo e agevolare la leggibilità di un testo
  • utilizzare titoli paragrafo utili e significativi per il testo, che fungano da guida e non siano un modo per mostrare quanto bravi si è
  • utilizzare elenchi puntati: conferiscono leggerezza e scorrevolezza al testo
  • esprimere una sola idea per paragrafo, concentrandosi in particolar modo sulle prime parole (altrimenti i lettori vanno al paragrafo successivo)
  • seguire lo stile della piramide invertita: si comincia a partire dalla conclusione (nell’articolo di Nielsen di sopra l’inizio è “They don’t”). Quindi: facciamo pure spoiler!
  • non andare oltre alla metà (se non meno) del word count di un articolo per la carta stampata

Cosa piace (e cosa non piace) ai lettori?

Per i lettori è importante la credibilità: spesso è poco chiaro chi ci sia dietro a un’informazione sul Web, e se ci possa fidare di una pagina o di un sito (pensiamo ovviamente ai testi che si trovano sui siti aziendali).

Come dare la percezione di essere più credibili?

  • utilizzare materiale grafico di alta qualità ed originale
  • scrivere bene, senza refusi, errori ortografici ed errori di sintassi
  • utilizzare link in uscita autorevoli: danno fiducia al lettore, che riconosce una tematicità dietro alle informazioni che sta leggendo

Ai lettori, invece, non piace il linguaggio “markettaro” (marketese), forzatamente promozionale (il classico “siamo leader nel settore x”). Chi legge sul web, infatti, ha fretta, e vuole fatti, utilità, divertimento.

Come verificare la leggibilità di una pagina web? 

Nielsen e Norman hanno condotto diverse ricerche in cui somministravano testi redatti con uno stile di scrittura differente, e già nel 1997 hanno scoperto che l’usabilità era molto più alta nella versione più concisa e nella versione “scannerizzabile”, dopo avere valutato alcuni parametri, tra i quali gli errori nella lettura e il numero di informazioni ricordate.

Un altro modo per misurare la leggibilità di un testo è utilizzare le tecniche di eye tracking, in cui si rileva il percorso dello sguardo di un utente sottoposto a un test, in modo da capire dove si concentra la sua attenzione. Questi test sono utilizzati soprattutto per gli e-commerce e per le applicazioni mobile, spesso come supporto alla progettazione della piattaforma.

Sempre tornando a Nielsen:

Le visualizzazioni di eyetracking mostrano che gli utenti spesso leggono le pagine Web seguendo un pattern a forma di F: due righe in orizzontale seguite da una riga in verticale.

eye tracking leggere sul web a forma di FHeatmap (mappa di calore) che indica dove si sono soffermati gli occhi nell’osservazione della pagina web. Si può notare un percorso oculare a forma di F, secondo cui il lettore all’inizio ha guardato in alto a sinistra, poi è scorso giù, e solo dopo ha formato due righe in orizzontale.

I risultati delle evidenze di eye tracking

I risultati di queste evidenze sono:

  • sullo schermo, gli occhi vanno prima di tutto in alto a sinistra, poi scorrono giù in verticale, e solo dopo arrivano a destra
  • la prima cosa che attira gli occhi in una pagina sono i titoli testuali collocati a sinistra, non le immagini
  • è importante il sottotitolo o il summary/abstract, perché fa da cerniera tra titolo e testo e guida la lettura dell’articolo
  • si tendono a leggere solo le prime due parole (che per inciso sono quelle preferite dai motori di ricerca)
  • gli articoli scritti con paragrafi brevi hanno il doppio di lettori rispetto a quelli con paragrafi lunghi
  • sul web sono preferite forme testuali alternative alla classica struttura di un articolo: Frequently Asked QUestions, timeline, liste o bullet point, didascalie.

Nel web, inoltre, sono fondamentali il paratesto, cioè tutto quanto sta attorno al corpo principale (titoli, sottotitoli, didascalia, note), che precedono, annunciano ed esaltano il testo, e l’aspetto esteriore del testo: forme e colori. L’attenzione all’apparenza non serve a sminuire o a sotto-dimensionare i contenuti, ma a preparare il terreno migliore per l’approfondimento, ad invitare il lettore a fare una lettura e non una scannerizzazione della pagina.

Quindi, come si scrive?

Quindi, il Web segue regole proprie, diverse dalla carta stampata e da quelle a cui siamo abituati. Il web non vuole prolissità (a meno che non si tratti di una guida o di un contenuto che può essere utile, come il nostro articolo sulla Pagina Facebook per i Brand), e se possibile sono apprezzabili post dove il testo è staccato da molte immagini e da diversi elenchi (avete visto i nostri articoli sulle 10 idee regalo per un Marketers e sui 15 libri da regalare a un Marketer per Natale? Ecco, sono esempi perfetti!).

Vi lascio con il consiglio di un libro prezioso, la cui lettura non può che essere piacevole e scorrevolissima, scritto da una maestra della scrittura (non solo) per il web: Luisa Carrada – Il Mestiere di Scrivere. E già che ci siete, seguite anche il suo blog, un vero e proprio luogo di riflessione sull’arte della scrittura.

Riccardo Coni

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