
Shazam, attraverso campagne integrate con i più grandi brand, può essere un potente strumento per far vivere ai clienti un momento unico e convertire così l’esperienza passiva dell’advertising tradizionale in una esperienza interattiva e molto più coinvolgente.
Shazam: un po’ di storia
Shazam nacque nel 1999, ma per i primi anni di vita la compagnia restò praticamente inattiva. Nel 2002 venne lanciato esclusivamente in Inghilterra il primo servizio, chiamato “2580” che permetteva, chiamando dal proprio telefono il numero 2580, di far riconoscere la musica che si stava ascoltando; la chiamata terminava da sola dopo 30 secondi e all’utente arrivava un messaggio con il titolo della canzone e il nome dell’artista. Lo stesso servizio venne lanciato negli Stati Uniti nel 2004 e progressivamente migliorato aggiungendo ad esempio dei link per scaricare le canzoni online.
Il 10 luglio 2008 venne lanciata l’app di Shazam per l’iPhone 2, in concomitanza con la nascita dell’App Store di Apple. L’app permetteva di scaricare la canzone se l’utente era collegato a una rete Wi-Fi (nel 2008 iTunes non permetteva i download con le connessioni 3G) e permetteva di lanciare l’applicazione di YouTube direttamente sul video della canzone. Lo stesso anno venne sviluppata l’app di Shazam anche per i dispositivi Android.
Con il lancio nel 2009 anche sullo store di Windows per mobile, fu introdotto per la prima volta “Shazam Encore”, la versione premium dell’app, che permetteva per 4.69 dollari di riconoscere illimitate canzoni (contro le 5 mensili della versione gratis). Nel gennaio 2011 Apple ha annunciato che Shazam era la quarta app gratis più scaricata di sempre dall’App Store.
Tra il 2011 e il 2012 venne introdotta la possibilità di attivare Shazam non solo per riconoscere canzoni, ma anche spot televisivi, dando vita così a campagne pubblicitarie in cui l’utente potesse interagire dal proprio device con l’ad.
Negli ultimi anni Shazam ha lavorato per integrare sempre più l’app con altre funzionalità già esistenti nei sistemi operativi – come ad esempio Siri – e per poter riconoscere anche immagini.
Alcuni esempi di interactive advertising con Shazam
Una delle ultime campagne integrate di Shazam ha visto la luce nel dicembre 2015, con BMW che ha permesso ai propri clienti di comprare una macchina direttamente online. In concomitanza con il lancio di questo store online, BMW ha creato un evento alla stazione King’s Cross della metropolitana di Londra durante il quale sono stati installati dei cartelloni raffiguranti una serie di modelli di automobili della casa tedesca. I passanti, accendendo Shazam e inquadrando il modello che preferivano, potevano accedere alla pagina online dell’automobile ed eventualmente procedere all’acquisto.
In 2 giorni si stima che circa 400.000 persone abbiano interagito con l’installazione e scoprire così l’esperienza di acquisto voluta da BMW e Shazam. L’idea di fondo che ha spinto questo progetto era quella di permettere ai clienti di poter comprare l’auto perfetta per loro in poco tempo e direttamente dalla comodità della propria abitazione.
Nel 2014 invece Shazam ha avuto la possibilità di affiancare il 48° Super Bowl rendendo circa un terzo delle pubblicità andate in onda interattive. Per la maggior parte, questo tipo di interazioni portavano al sito dell’azienda, oppure a sbloccare contenuti esclusivi o ancora a concorsi a premi.
Un altro esempio di come Shazam possa integrare alcune pubblicità è la campagna di Ogilvy & Mather New York per Coca-Cola Zero. Nel settembre 2015, in concomitanza con la Final Four del campionato di basket NCAA ad Indianapolis, è stato installato un enorme cartellone raffigurante una bottiglia di Coca-Cola Zero e la scritta “Taste it” formata dalla schiuma fuoriuscita dalla bottiglia. Subito dopo una voce proveniente dal cartellone invitava a usare Shazam per “bere la pubblicità”. Una volta reindirizzati su una pagina con dei contenuti extra, si riceveva un coupon omaggio per una bottiglia di Coca Cola.
Attiva Shazam e bevi anche tu questa pubblicità
Perché l’interactive advertising di Shazam può funzionare
Nella società contemporanea dove l’esperienza mobile è parte integrante delle nostre vite, si rischia che la sovraesposizione degli utenti a campagne pubblicitarie li renda in qualche maniera ciechi. Il tipo di pubblicità interattiva che un servizio come Shazam offre può essere la soluzione. La carta vincente della compagnia inglese può essere proprio il concetto che i nostri smartphone ormai sono diventati degli strumenti che ci permettono di provare delle esperienze multimediali e uniche, specificamente create per il singolo individuo.
La forza di Shazam inoltre sta nell’occupare un settore in grande crescita e che non ha ancora trovato una soluzione alla richiesta da parte dei clienti di una interazione più veloce e più personale con i brand.
Uno dei grandi problemi che, invece, chi vuole fare questo tipo di advertising deve fronteggiare, è la lentezza con cui un processo del genere funziona. Se infatti qualche anno fa la tecnologia proposta da Shazam era nuova e soprattutto molto all’avanguardia, oggi la tecnologia è cambiata e il processo che serve per tirare fuori lo smartphone, digitare la password, accendere l’applicazione, aspettare che si carichi e riconosca la traccia vocale o visiva e venire portati al contenuto interattivo per molte persone non è attraente.
Una soluzione possibile a questo problema potrebbe essere ad esempio l’implementazione e l’ottimizzazione (già in parte avvenuta nel corso del 2015) dell’app per gli smartwatch, in modo da permettere ai clienti di avere letteralmente a portata di mano gli strumenti per attivare questa esperienza interattiva.
Shazam può dunque essere uno strumento molto importante per differenziare le proprie campagne pubblicitarie, però bisogna capire bene in quali contesti e come utilizzarlo bene per trarne il massimo vantaggio.