
Per questo articolo si ringrazia il prezioso contributo di Riccardo, Valentina, Sara, Davide, Rebecca e Valentina, che per tutto il 2016 hanno raccolto ogni potenziale Epic Win ed Epic Fail della Rete. Grazie anche a Telegram.
Siamo a fine anno, periodo di stime, di previsioni, di speranze ma anche di bilanci e di consapevolezze. Anche nel 2016 molti brand hanno provato a fare leva sul tanto decantato “Real-Time Marketing”, che in nessun canale trova piena realizzazione come sui social network.
Cavalcando i successi “social” di brand come Ceres e Durex, che più di altri – in passato – hanno saputo emergere dal mare magnum della Rete per la capacità di sapersi allineare (tenendo fede alla propria brand image) ad eventi e tormentoni di attualità con copy e creatività accattivanti, frizzanti e smart, in molti hanno provato ad adeguarsi, puntando a rinforzare ed impreziosire la brand awareness in questo modo così poco convenzionale.
Se molti brand possono dire di essere riusciti a colpire nel segno e conquistare l’approvazione del proprio target (i termini di stampo militare non usciranno mai dal vocabolario del marketing), altri hanno miseramente fallito la missione: ecco quali sono stati i migliori ed i peggiori casi social del 2016.
Best: gli Epic Win del 2016
UNIONI CIVILI: DUREX ITALIA
Da sempre, Durex (ospite anche al #MakeIt16 del MARKETERs Club) si è costruita un posizionamento chiaro e preciso in tema di relazioni e di sessualità, un posizionamento che – data la particolarità di queste tematiche – non poteva che coincidere con libertà ed auto-affermazione di sé. In occasione dell’approvazione delle Unioni Civili in Italia, ha voluto nuovamente riaffermare il suo statement in materia.
SAN VALENTINO: ENEL
Il Real-Time difficilmente porta a una conversione: come amano dire moltissimi profani di questa materia (aka quasi tutta la popolazione mondiale che non possiede una laurea e/o una specializzazione in Marketing), “è solo un’operazione di marketing”. E proprio perché è solo un’operazione di marketing, è perfettamente plausibile creare un post che vada letteralmente contro quelle che sono la mission e la vision aziendale, una sorta di de-marketing all’ennesima potenza: è quello che ha fatto Enel in occasione di San Valentino, festa (consumistica) dell’amore per eccellenza, invitando le persone a cenare tranquillamente a lume di candela.
1° APRILE: SAMSUNG ITALIA
Avanti di questo passo, il 1° aprile diventerà ufficialmente la Festa dei Troll sui Social Media. Quest’anno il nostro big like va a Samsung Italia, che premiamo sia per lo spassoso modo di pubblicizzare una nuova app di GearVR (visore per la realtà virtuale del colosso sudcoreano), sia perché, andando controcorrente rispetto al mercato globale, ha puntato su un target – gli over60 – che ormai tutti i brand stanno trascurando in favore dei più acclamati Millennials, nonostante i diversamente giovani (eufemismo) siano ancora una categoria di consumo che mostra una fedeltà più solida verso i brand, e con un potere d’acquisto spesso superiore a quello di molti under30.
BRANGELINA: TEMPO
Dopo una relazione durata oltre 10 anni, Brad Pitt e Angelina Jolie hanno annunciato ufficialmente il loro divorzio, creando non pochi scompensi ad Hollywood (e per una volta la faglia di San Andreas non c’entra nulla). In tutto il mondo si sono subito rincorse tantissime voci sulle possibili cause di questa rottura e, com’era lecito aspettarsi, in molti hanno iniziato a chiedersi se non fosse coinvolta Jennifer Aniston (storica protagonista di “Friends” ed ex di Brad, mollata proprio per la Jolie). Tempo, che sta scalando numerose posizioni nella classifica dei brand più bravi nel Real-Time, ha saputo raccontare nella maniera migliore quest’associazione di idee.
BRANGELINA: NORWEGIAN
In questo caso, segnaliamo anche un altro brand che ha saputo cavalcare benissimo l’onda del gossip dell’anno. Norwegian, compagnia aerea low-cost della Norvegia, ha preferito fare leva sull’appeal di Brad Pitt, sex-symbol per antonomasia di tutte le adolescenti a cavallo tra gli anni 90 e i primi Duemila. Poterlo raggiungere non è mai stato così conveniente!
Worst: gli Epic Fail del 2016
SAN VALENTINO: FONZIES
È vero, ovunque ci giriamo siamo bombardati di comunicazioni aziendali sovraccariche di riferimenti sessuali più o meno espliciti. È vero, Fonzies è un brand con un’immagine ed un target così giovani, leggeri e scanzonati, che può permettersi di uscire un po’ dalle “righe” canoniche. Ma creatività e copy scelti per celebrare San Valentino, quest’anno, non ci sono per nulla piaciuti.
EREDI CORAZZA .IT
Questo post non è uscito in concomitanza con nessuna particolare occasione. Si trattava semplicemente della promozione di una particolare referenza di scarpa. E, per farlo, Eredi Corazza.it ha scelto questo modo, decisamente inqualificabile.
HALLOWEEN: PIOVONO ZUCCHINE
Il terremoto, che da mesi sta colpendo ripetutamente l’Italia centrale, fa paura. La consapevolezza che esistano professionisti in grado di partorire post come quello di Piovono Zucchine (ristorante pugliese) in occasione di Halloween, ancor di più. Altro voto inqualificabile.
FERTILITY DAY
Il 22 settembre 2016 si è celebrato per la prima volta il Fertility Day in Italia, una giornata dedicata all’informazione e alla formazione sulla fertilità, istituita direttamente dal Ministero della Salute. In un anno in cui, come visto in precedenza, non sono mancati i dibattiti riguardanti le relazioni e la famiglia in ogni sua forma, cercare di tarare un messaggio che raggiungesse il pubblico in modo preciso ed esaustivo, creando valore per una tematica così importante, senza andare ad offendere la sensibilità di nessuno, è stato sicuramente molto difficile. Ecco perché la grafica ufficiale con cui il Ministero della Salute ha realizzato l’opuscolo dell’evento ha creato moltissimi malumori: tralasciando l’utilizzo di immagini reperibili da chiunque in un sito di stock images, i poco velati riferimenti a determinate etnie e religioni ha fatto discutere tutta Italia, andando ad inficiare la buona riuscita dell’evento.
VANITY FAIR ITALIA
Pur amando lo spirito provocatorio di certe comunicazioni, a svantaggio del “politically correct a tutti costi” che per anni ha dettato legge nel marketing, siamo perfettamente consapevoli di riconoscere la linea sottile da non superare se si vuole evitare di scadere nel cattiv(issim)o gusto. Pertanto, non riusciamo tutt’ora a trovare una spiegazione a questa call to action lanciata da Vanity Fair Italia su Facebook nei giorni scorsi.
Tuttavia, a differenza di altri, a Vanity Fair Italia va fatto un plauso per il modo in cui ha giustificato questo post, riconoscendo il proprio errore, ed evitando di “nascondere tutto sotto il tappeto” come avrebbero fatto altri. Il post di scuse lo trovate qui.
Nella speranza (vana, lo sappiamo) che tra un anno ci ritroveremo a redigere questo articolo solo con casi di successo, vogliamo ri-condividere la nostra filosofia in materia di comunicazione, di marketing e di social network. Non si tratta di vendere fumo, non è una disciplina che chiunque possa mettere in pratica, e i social non sono un regalo comodo e facile da sbolognare al cugino di turno:
- “Venditori di fumo”: il marketing (quello vero) e i pregiudizi che lo circondano
- Social Media: esserci o non esserci?