
Alcuni consigli pratici per creare engagement sui social media e sfruttare questi canali per attrarre lead qualificati.
Due ore e 16 minuti. Questo è il tempo speso ogni giorno in media dagli utenti internet sui social, secondo le statistiche del Global Digital Report 2019. E un 9% di soggetti in più rispetto allo scorso anno ha creato un account.
Ma più proliferano pagine e utenti che producono post, più lo spazio sul feed diventa un lusso e gli algoritmi dei social stilano classifiche di priorità. Facebook, ad esempio, sceglie di mostrare i contenuti pubblicati dalle persone più vicine a chi detiene il profilo perché sono quelli che generano più commenti e reazioni. Il tutto a scapito di aziende e media.
La chiave, infatti, sta nell’engagement: quante più persone interagiscono con i post, tanto più aumenta la possibilità che questi vengano visualizzati. A favorire la visibilità dei propri contenuti è l’aspetto che assumono al momento della pubblicazione.
Può sembrare banale, ma non rispettare semplici regole, come il formato richiesto da ogni singola piattaforma social, comporta rischi gravissimi. Un’immagine tagliata sul dispositivo mobile rende il post visivamente poco attraente. E l’utente passa oltre.
Ma come creare il post social perfetto? Ecco qualche consiglio.
Usa creatività di qualità elevata
È dimostrato che le persone si fermano, interagiscono e rispondono positivamente a post che includono creatività e che catturano la loro attenzione.
Un post solitamente è composto da copy + visual. Quando parliamo di visual ci riferiamo soprattutto alle immagini: l’83% dell’apprendimento è visivo, per cui se usiamo elementi come foto, gif, infografiche etc. aumentiamo di 600 volte la possibilità che il nostro utente trattenga nella memoria il messaggio presentato.
Sono due gli aspetti importanti da tenere in considerazione:
1) Il contenuto deve rispecchiare il brand o il messaggio che esso vuole fornire, nel pieno rispetto degli obiettivi di Marketing definiti in fase di pianificazione.
La Social Media Strategy, infatti, può voler aumentare la brand awareness, far crescere la customer loyalty, misurare la reputation online, ricavare nuovi insight sui clienti e così via: in base all’obiettivo che si vuole raggiungere si definisce il tipo di comunicazione da adottare, a partire dal tono di voce stesso.
2) Non solo dal punto di vista contenutistico l’occhio vuole la sua parte. Dimensioni errate e che non si adattano al device utilizzato sono stridenti per chi guarda.
Per questo è indispensabile che la resa grafica rispetti le proporzioni e i formati specifici di ogni social. Queste misure cambiano frequentemente evolvendosi in parallelo con le piattaforme, per cui è bene avere sottomano uno specchietto.
Di seguito un vademecum veloce con le dimensioni ideali per i post con immagini:
- Per Facebook si consiglia di usare post con immagini da 1200×630 pixel per i contenuti orizzontali e con altezza 1800 px per i contenuti verticali. L’aspect ratio deve essere di 1.9:1. Per chi non lo sapesse, l’aspect ratio è il rapporto matematico tra la larghezza e l’altezza di un’immagine.
- Per Twitter, la dimensione ideale delle foto da pubblicare nello stream è di 1024×512 px con aspect ratio 2:1. I tweet che usano le immagini hanno il 94% di possibilità di essere retwittati rispetto a quelli che non usano il visual: un contenuto extra rispetto al semplice testo attira di più.
- Instagram è il social visivo per eccellenza. Sono tre i formati supportati:1) quadrato ratio 1:1 con dimensione minima 600×600 px e massima 1080×1080
2) landscape (orizzontale) ratio 1.91:1, minima 600×355 px e massima 1080×566
3) portrait (ritratto) ratio 1:1.25, dimensione minima 480×600 px e massima 1080×1350
- Pur non essendo un social nato per la condivisione di immagini, Linkedin permette di creare post completi di elementi multimediali (supporta, infatti, Adobe PDF, PowerPoint, Word, OpenOffice e la maggior parte delle estensioni più comuni per immagini, video e testi). La dimensione consigliata per l’immagine da inserire in un post è 520×220 px.
- L’immagine gioca un ruolo chiave in Pinterest, che preferisce i contenuti che si sviluppano in verticale. Non a caso, è ritenuto il social delle infografiche. Si consiglia un aspect ratio di 2:3; il lato orizzontale deve misurare 236 px, mentre il verticale viene automaticamente ridimensionato. La lunghezza non deve comunque essere eccessiva, poiché l’utente dopo un paio di scroll si stanca.
Velocizza la creazione del post con un workflow congiunto
L’ideazione e la creazione di un post social non è così semplice come può sembrare. Ci sono diversi step approvativi e più di una figura professionale coinvolta.
Dal responsabile Marketing che stabilisce le linee guida del piano editoriale al copywiter che pensa concretamente al messaggio del contenuto fino al grafico che lo realizza in modo che sia visivamente d’impatto, passando per il social media manager che si occupa della pubblicazione finale: i soggetti in gioco possono essere davvero tanti.
Ricorrere a piattaforma di lavoro centralizzata che permette di lavorare in maniera congiunta sullo stesso contenuto da quando è in fase di bozza fino al post finale snellisce di molto i processi perché lo segue nel suo intero ciclo di vita.
I tradizionali sistemi di file sharing (Google Drive, Dropbox, WeTransfer) sono limitanti perché:
- il brand non ha il controllo sui file che si scambiano i dipendenti e non può assegnare diritti di intervento e modifica a chi vuole (uno stagista, ad esempio, non può avere determinate responsabilità);
- le condivisioni tra dipendenti creano più versioni dello stesso contenuto, a seconda dei soggetti che si scambiano i file. Inoltre, aggregare le modifiche in modo che siano sotto l’occhio di tutti comporta un lavoro aggiuntivo;
- la pubblicazione del post sulla piattaforma social richiede un passaggio aggiuntivo, mentre esistono strumenti che automatizzano questo step.
Fai in modo di lavorare in sinergia con i canali di proprietà
I social media sono canali che non sono di proprietà del brand, ma possono guidare gli utenti nell’approfondire la conoscenza dello stesso e dei suoi prodotti all’interno degli owned media (sito corporate, blog, e-commerce).
Se costruiti ad arte e inseriti all’interno di una strategia omnicanale, aumentano il flusso di lead che atterrano sui touchpoint di proprietà del brand. Ne parla anche Luca La Mesa, Social Media Consultant di grande esperienza, in questo articolo.
È in questi canali poi che, grazie alla raccolta di dati di Prima Parte sul comportamento degli utenti che prima non era possibile ottenere se non in forma di statistiche aggregate, è possibile massimizzare le conversioni aumentando il loro coinvolgimento con una comunicazione personalizzata.