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Branding

Il product placement sui social media

Non c’è dubbio, il product placement resta uno dei topic di marketing più comuni e chi pensa sia una strategia legata ai vecchi film si sbaglia. Con l’evoluzione del digitale, la tecnica di pubblicità indiretta ha trovato altre strade, non limitandosi più solo al mondo televisivo e cinematografico, ma ottenendo un grande impatto sul mondo dei social media. Ma quali sono le tecniche e le regole non dette in questo ambito?

Una definizione di Product Placement

Il product placement, anche noto come “pubblicità indiretta” o “embedded marketing”, è una tecnica di marketing che consiste nel fare apparire e dare visibilità a prodotti o marchi, presentandoli all’interno di contesti o narrazioni in maniera naturale.

In cambio di un compenso monetario o extra-monetario (prodotti o servizi in regalo) da parte del brand in questione. Si tratta di uno strumento di marketing molto costoso, poiché prevede la collocazione dei prodotti da pubblicizzare in luoghi di altissima visibilità. Proprio per questo motivo che ha una forte efficacia, molto più dei classici spot pubblicitari televisivi e del digital advertising.

Il product placement e la sua efficacia continuano a trionfare nel mondo del marketing. Pensate a James Bond alla guida della sua Aston Martin o a E.T. mentre mangia i Reese’s Pieces, o andando ancora piu` indietro con la memoria, a Audrey Hepburn e all’iconico tubino nero di Givenchy che indossava mordendo un pasticcino di fronte a Tiffany&Co. Sono esempi lampanti di posizionamento di prodotto in un contesto non pubblicitario che risulta però pubblicitario.

La tecnica di pubblicità indiretta incrementa la Brand Awareness, la forza e la domanda del prodotto grazie alla forza emotiva scaturita dal contesto narrativo.

Product Placement e Social Media

Con l’evoluzione del digitale, la tecnica di pubblicità indiretta ha trovato altre strade, non limitandosi più solo al mondo televisivo e cinematografico.

Negli ultimi 10 anni i social media si sono insidiati nella nostra quotidianità in modo prepotente e sono nate sulla scena mondiale nuove figure in grado di influenzare con la loro popolarità una fetta molto ampia di pubblico. Data la loro visibilità sempre più predominante le aziende hanno cominciato a concentrare la loro attenzione su queste nuove piattaforme e a sfruttare i social a loro favore. Questi nuovi mezzi sono in grado di coinvolgere un numero di utenti molto più alto dei media tradizionali e di ridurre notevolmente i tempi di ricerca dei prodotti, che ormai sono a portata di click.

La scelta degli Influencer

La cosa importante è scegliere il giusto rappresentante del prodotto da sponsorizzare. In primo luogo, deve essere un Influencer che diffonde messaggi positivi e in linea con i valori dell’azienda in questione perché la credibilità del brand è fondamentale. E in secondo luogo una persona che apprezzi davvero il marchio che sta sponsorizzando rendendo così la pubblicità indiretta naturale ed efficace.

Scegliere il giusto influencer con cui avviare una collaborazione è un percorso complesso, come Tomaso Trussardi, CEO del Gruppo Trussardi, ha dichiarato a Forbes:

“Il concetto di lavorare con gli ‘influencer’ è parte di un progetto più ampio, il cui obiettivo è quello di raccontare la storia del brand in un modo che risulti rilevante per il nostro pubblico, oppure quello di raggiungere un nuovo pubblico. Oggigiorno, la quantità di contenuti presenti sui social media ha raggiunto un livello tale che non si può pensare di influenzare un pubblico soltanto sulla base di un elevato numero di follower. Lavoriamo con coloro che dimostrano un’affinità con il nostro brand e rivestono un’importanza all’interno di un determinato segmento di mercato. Lavorare con più web influencer contemporaneamente sugli stessi contenuti costituisce un’opportunità per acquisire visibilità tanto per i brand di nicchia, quanto per quelli più noti.”

 

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Le modalità di product placement sui social media

YouTube è una piattaforma molto efficace per le sponsorizzazioni grazie all’enorme flusso di persone che ci navigano. Ogni mese accedono alla piattaforma oltre 2 miliardi di utenti e ogni giorno i visitatori guardano oltre un miliardo di ore di video, generando miliardi di visualizzazioni. I video dei vlog appaiono genuini, spontanei e sinceri e, per questa ragione, è molto facile che gli spettatori accettino i consigli che questi influencer offrono sui prodotti.

Le tipologie più comuni di product placement su YouTube sono:

Recensione – l’influencer racconta la sua esperienza dopo aver usato un prodotto acquistato, rigorosamente in maniera positiva ed elencandone le qualità.

Unboxing – video in cui si spacchettano gli ultimi acquisti realizzati, come se si interagisse con una persona fidata o un’amica. Nella descrizione del video vengono elencati i nomi dei brand sponsorizzati.

Background – brand e marchi che appaiono sullo sfondo del video, ad esempio un poster attaccato in camera di uno youtuber che pubblica un video.

Non meno importante, Instagram è pieno di numerosi esempi di product placement pagati e non, specialmente nel settore della moda. Uno degli aspetti migliori di Instagram è che il product placement può anche non essere sponsorizzato. Molti utenti di Instagram taggano nelle loro foto i brand che amano senza alcun genere di sponsorizzazione, dando così visibilità al brand.

 

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Un post condiviso da Chiara Ferragni ✨ (@chiaraferragni)

Product placement e monitoraggio dei risultati

Grazie ai social media il product placement è sempre più frequente. Bisogna chiedersi però se l’uso del product placement sui social media sia efficace o rischia di essere controproducente.

I media digitali continuano ad espandersi e ad offrire nuovi spunti pubblicitari. Per i brand non è mai stato così importante monitorare i propri sforzi, grazie a piattaforme e strumenti con algoritmi specifici per analizzare le campagne di product placement. Bisogna considerare che il numero dei follower non costituisce il miglior indicatore per valutare la capacità di un influencer di convertire i follower in acquirenti, bensì vengono presi in considerazione fattori come il tasso di engagement e i CTR (click-through-rate).

I brand devono quindi valutare le prestazioni delle proprie campagne di product placement per verificare di aver investito saggiamente tempo e denaro.

Federica Menelle

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