
Ma io non voglio andare fra i matti – osservò Alice.
Non hai altra scelta – disse il Gatto- Qui siamo tutti matti. Io sono matto. Tu sei matta.
Come lo sai che sono matta?- disse Alice.
Per forza – disse il Gatto – altrimenti non saresti venuta qui.
Prima di addentrarci nel Paese delle Meraviglie, il mio lato paranoico ci tiene a fare una precisazione: quest’articolo NON ti spiegherà come accedere al Deep Web.
Lo so, ci sei rimasto male: ti vedevi già, come in una puntata di Mr. Robot, a scoprire un attacco terroristico o a combattere le multinazionali. Ma no, questo non è il caso.
Se vuoi davvero scoprire come navigare nel Deep Web, a tuo rischio e pericolo, ti affido alle mani del grande oracolo Salvatore Aranzulla che tutto sa e tutto vede.
Ma io non lo farò perché preferisco raccontarti altre storie, decisamente molto più interessanti.
Sei pronto? Sappi che ogni tanto ci fermeremo a prendere una tazza di the.
Cos’è il Deep Web?
C’è chi lo chiama Web Sommerso, Internet nascosto, Hidden Web ma la sostanza è una soltanto: si definisce Deep Web tutta quella parte del Web che non è stata indicizzata dai motori di ricerca.
Questo vuol dire che non è possibile accedervi attraverso una semplice ricerca su Google, per farlo infatti è necessario sfruttare una rete anonima che si chiama TOR (The Onion Router).
Stiamo parlando di una procedura complessa che richiede anche qualche competenza tecnica ma mi fermo qui, non voglio andare oltre.
Focalizziamoci sul perché invece.
Il Deep Web, almeno in linea teorica, dovrebbe garantire un’attività online in completo anonimato.
Per quale motivo si dovrebbe volere una cosa del genere?
Perché non è un luogo sicuro e confortevole: ci puoi trovare negozi di armi, droghe e assodare anche un killer per fare qualche lavoretto sporco.
E sono rimasta sul leggero, ci sono cose ben peggiori.
Ma allo stesso tempo è un mondo dove attivisti e giornalisti, specie quelli che operano in Paesi con un forte tasso di censura, possono muoversi e diffondere notizie in totale libertà.
La rete di attivisti online di Anonymous o la storia di Edward Snowdennon avrebbero avuto modo di “esistere” senza il Deep Web.
I livelli del Web: ciò che vedi è solo la punta dell’iceberg
Tutto ciò che vedi attraverso Google fa quindi parte del Web indicizzato, accedere a parti non indicizzate vuol dire immergersi in acque sempre più profonde e pericolose che Focus suddivide in questi livelli.
- Livello 1 – Web Comune: composto da siti che utilizziamo tutti i giorni e totalmente accessibili.
- Livello 2 – Surface Web: dove operano server informatici e siti come Reddit
- Livello 3 – Bergie Web: ultimo livello del Web accessibile senza uso di particolari strumenti o conoscenze. Contiene siti e risultati di ricerca nascosti da Google.
- Livello 4 – Deep Web: stai entrando a tutti gli effetti nel Web Sommerso, a cui si può accedere attraverso la rete anonima TOR.
- Livello 5 – Charter Web: contiene forum dedicati ad attività illegali dove gli scambi commerciali si effettuano con la moneta del luogo: il Bitcoin.
- Livello 6 – Marianas Web: chiamato in questo modo in riferimento alla fossa delle Marianne, è la fonte delle più note leggende metropolitane della Rete e dicono che contenga l’80 % di tutto il Web.
Preparati perché a breve troverai una chicca: una delle storie più creepy del Marianas Web.
Storie del Deep Web: luci e ombre del Web Sommerso
Silk Road: l’Amazon del Deep Web
Ai tempi d’oro, prima che venisse chiuso dall’FBI nell’ottobre 2013, Silk Road era senza dubbio l’e-commerce più fornito di tutto il Web Sommerso.
Non si trattava “soltanto” di compravendita di droga o farmaci illegali, dal 2011 su Silk Road si potevano acquistare delle particolari strumentazioni per attività di hacking, prodotti di elettronica e libri molto rari.
Sì hai letto bene: nel Deep Web si vendono anche libri!
A differenza di quello che si può pensare, su questo e-commerce vigeva anche uno statuto etico che evitava la compravendita di servizi violenti o che potessero danneggiare altre persone.
Carola Frediani in “Deep Web: la rete oltre Google. Personaggi, storie, luoghi dell’Internet profondo”, stima che nel 2012 Silk Road fatturasse circa 1,2 milioni di dollari al mese. Altre stime più recenti invece collocano il giro di affari di questo mercato nero attorno ai 30/45 milioni di dollari l’anno.
Il fenomeno diventò globale, tanto che il fondatore del sito, un certo Dread Pirate Roberts, rilasciò anche un’intervista pubblica, sempre su Forbes, sostenendo maggior democrazia nell’utilizzo delle risorse informative online.
Solo qualche mese dopo, grazie al lavoro sotto copertura di alcuni agenti FBI infiltrati all’interno del sito, si scoprì chi si celava dietro tutto questo: Ross Ulbricht venne arrestato in una biblioteca di San Francisco.
Un ingegnere con un Bachelor of Science in fisica alla University of Texas e un Master alla Pennsylvania State University che nel 2015 venne condannato a vita da una giuria federale di New York per sette capi di accusa, tra cui traffico di droga e reati informatici.
Non sembra la trama perfetta per un film?!
La ribellione nel Deep Web: non solo l’hacktivismo di Anonymous
L’hacktivismo cela uno scopo molto nobile: l’utilizzo di strumenti di hacking al fine di promuovere la libertà e l’uguaglianza nell’era del Web 3.0.
Questo intento si materializza concretamente negli anni 2000 quando gli hacker-attivisti decidono di utilizzare come simbolo la maschera di Guy Fawkes, resa celebre da V per Vendetta.
È noto che l’hacktivismo operi all’interno dei livelli del Deep Web per combattere le sue lotte: da quel poco che sappiamo i membri di questa comunità agiscono in modo coordinato, oppure individualmente, per perseguire un obiettivo comune.
Tra le varie operazioni del movimento, una delle più famose è sicuramente il supporto a Julian Assange nel 2012, con lo scopo di diffondere i documenti dello scandalo WikiLeaks.
Supporto che vacillò poco tempo dopo quando il tutto, a detta di Anonymous, si trasformò nello “one man show di Julian Assange” e il sito cominciò a chiedere denaro per poter accedere ai documenti dello scandalo.
Ma non sottovalutiamo anche la rete di supporto e le battaglie per hackerare e fermare l’operato dell’ISIS, come la dichiarazione di guerra a seguito degli attentati a Parigi di Novembre 2015.
Il Deep Web è sinonimo di libertà anche per personaggi non collegati alla rete di Anonymous.
Ne è un esempio la prima rivista di letteratura nata all’interno del Web Sommerso: The Torist.
La rivista è stata fondata dal Professore Associato dell’Università dello Utah Robert W. Gehl, specializzato in Tecnologia della Comunicazione, e dall’utente anonimo GHM.
I due hanno fondato la rivista proprio con lo scopo di articolare e strutturare al meglio il materiale letterario già presente nel Deep Web, creando quindi uno spazio per opere che non avrebbero mai ottenuto visibilità nel mercato letterario in superficie.
Il primo numero della rivista è stato rilasciato a Gennaio 2016 ed è ovviamente scaricabile solo accedendo al Deep Web; il tema del primo numero era il rapporto tra uomo e tecnologia, i rischi dell’eccessiva sorveglianza sugli individui e la cultura nel Web in generale.
Adesso arriva la storia creepy direttamente dal Marianas Web: leggi a tuo rischio e pericolo.
Non credo che tu voglia sapere le storie e le leggende che ho scoperto.
Mi piace dormire la notte e penso che lo stesso valga per te, quindi ne ho selezionata una il meno “disturbante” possibile.
M44, AndrewS e Ariana: la chat maledetta di Holy3
Una delle storie più “inquietanti”del Web Sommerso riguarda un tipo di chat testuale che prende il nome di Holy3.
Leggenda narra che moltissimi utenti navigando in queste acque profonde, si ritrovino in una chat testuale molto particolare.
Si viene infatti contattati da 3 “utenti”: AndrewS, M44 e infine Ariana.
Dialogando con AndrewS e M44 si ha la sensazione di instaurare un rapporto con dei semplici Bot, tutto cambia quando dal nulla interviene Ariana.
Lei sa tutto di te.
Conosce il nome dei tuoi familiari deceduti, sa le scuole che hai frequentato e così via.
E cosa ancora peggiore si dice che riesca a turbarti così tanto da entrare nella tua mente e non abbandonarti mai più.
È palese che si tratti di una leggenda metropolitana ma il Web è pieno di racconti di utenti che sconsigliano a chiunque di avvicinarsi a questa chat.
Magari Ariana è solo brava nell’arte dello stalking online.
Ne vale davvero la pena?
Leggende metropolitane a parte, il Deep Web non è un posto per tutti.
Come gran parte delle creazioni nate dalla mente dell’uomo, l’errore non sta nel medium in sé ma nell’uso che ne viene fatto.
Il Web Sommerso è sicuramente un luogo dalle mille contraddizioni che unisce luci ed ombre ed è giusto essere consapevoli di tutto questo.
Spero quindi di averti affascinato ma al tempo stesso dissuaso dall’intraprendere questo viaggio.
A puro scopo informativo, ti consiglio due libri che mi hanno aiutata in questa ricerca nei meandri del Web Nascosto:
- ll lato oscuro della Rete di Riccardo Meggiato
- Deep Web: la rete oltre Google. Personaggi, storie, luoghi dell’Internet profonda di Carola Frediani.
Accetta un ultimo consiglio: conosco chi nel Deep Web c’è stato.
È un viaggio da cui non si torna indietro.
Pensaci bene prima di intraprenderlo.
Nota: Le informazioni contenute in questo articolo sono a puro scopo informativo.
This MARKETERs Life non ha alcuna intenzione di promuovere qualsivoglia attività di tipo illegale e non si assume la responsabilità circa l’uso delle informazioni contenute in questo testo.