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Twitter porterà il limite di caratteri per tweet a 10.000?

Twitter passa dai 140 ai 10.000 caratteri
Nei primi giorni di Gennaio non ci aspettavamo notizie così esplosive: il 5 gennaio Re/Code ha anticipato che Twitter potrebbe presto portare il limite di caratteri per tweet a 10.000, rispetto agli attuali 140.

A noi, che siamo amanti di Twitter e della sua unique sell proposition, questa notizia ha destabilizzato non poco. Le prime reazioni a caldo sono state:

  • oddio, non può essere, è uno scherzo!
  • il nuovo CEO Jack Dorsey è impazzito?
  • cosa ne sarà dei live tweeting e della natura conversazionale di Twitter?
  • vi prego, adesso non intasate Twitter con i poemi, per quello c’è già Facebook.

La notizia arriva dopo tre decisioni già discusse dagli utenti e dai più affezionati a Twitter degli ultimi mesi, cioè:

  1. l’allungamento del limite di caratteri nei Direct Messages da 140 a 10.000, proprio come dovrebbe avvenire per i tweet
  2. la sostituzione dei Favorite (le “stelline”) con i Like (i “cuoricini”) il 3 novembre 2015
  3. la scomparsa dello share count sui Twitter Button nelle pagine web
  4. (Inoltre, si rumoreggiava che la comparsa dei tweet sul Feed potesse presto cambiare dall’ordine cronologico all’ordine “per rilevanza”, in modo simile a Facebook)

Perché Twitter sta facendo tutto questo? Cosa potrebbe esserci dietro?

La spiegazione di Jack Dorsey, CEO di Twitter

Dopo poche ore dall’annuncio e dopo le prime reazioni furiose degli utenti, che hanno manifestato il loro disappunto attraverso concisi tweet di 140 caratteri con gli hashtag #Twitter10K o #Beyond140, il CEO di Twitter Jack Dorsey ha voluto fornire delle spiegazioni con un tweet davvero particolare:

twitter10k jack dorsey CEO twitter

Sembra che il team di Twitter abbia studiato il comportamento dei propri utenti, e che sia arrivato alla conclusione che le persone stiano già utilizzando metodi creativi per bypassare il limite dei 140 caratteri per tweet, ad esempio attraverso screenshot di testo (proprio come il tweet di @jack!). Ciò, però, impedisce al testo di essere ricercato, evidenziato o formattato, quindi l’idea sarebbe di rendere direttamente fruibile il testo, estendendo il limite di caratteri.

We’re not going to be shy about building more utility and power into Twitter for people.

Secondo Jack Dorsey, quindi, il servizio non si snaturerebbe: il proposito rimane sempre quello di mantenere Twitter un luogo virtuale squisitamente conversazionale, dove le interazioni avvengono in tempo reale.

Cosa ne pensano gli utenti?

In risposta al tweet di @jack, moltissimi utenti hanno subito fatto notare: “ma vi sembra la prima decisione da prendere? Prima non potreste rendere i tweet modificabili, oppure rendere il sito responsive?”

twitter10k risposte utenti a jack dorsey

Ma il tweet più arrabbiato, generato dalla delusione di un utente vero, è senz’altro di dubbio questo: “ Can you hire some people who actually use please?

twitter10k risposte utenti a jack dorsey 2

Non abbiamo strumenti per misurare il sentiment così presto, ma se dovessimo condurre un’analisi sull’impatto sugli utenti della notizia, probabilmente l’ipotesi di partenza sarebbe quella che la maggioranza non l’ha presa positivamente.

Cosa ne pensano gli esperti di marketing?

Non hanno tardato ad arrivare i primi riscontri a caldo delle testate editoriali di marketing più attive su internet.

Secondo Inc., la base di utenza di Twitter non sta crescendo così velocemente come vorrebbe l’azienda, ma ha una porzione di utenti molto fidelizzati che sono leali al prodotto originario, cioè quello che era stato concepito all’inizio. Twitter vorrebbe rendersi più “pop”, andando oltre alla base di utenza tradizionalmente elitaria: è per questo, quindi, che sta apportando tutte queste modifiche negli ultimi mesi, in particolare nell’ottica di incrementare i propri guadagni pubblicitari.

Dell’articolo di Marketing Land ci conforta un passaggio, cioè: il cambiamento di limite di caratteri non dovrebbe avere un impatto drammatico sulla timeline degli utenti. L’anteprima del tweet, infatti, mostrerebbe solo i primi 140 caratteri, e l’utente – per leggere il resto del tweet dovrebbe fare click su “Espandi dettagli”.

Secondo Slate, rivista americana di tecnologia, l’estensione dei caratteri potrebbe non essere legata alla possibilità di scrivere tweet più lunghi, ma di avere contenuti ospitati direttamente su Twitter al posto dei link con anteprima che rimandano ad altri siti, in un modo simile ai recenti Facebook Instant Articles.

L’opinione con cui siamo più d’accordo, però, è quella di Jack Simpson su Econsultancy, che ci elenca “cinque ragioni per cui l’aumento dei caratteri su Twitter è un’idea terribile”:

  1. Brevity is best: una delle cose che più apprezziamo di Twitter è che ci forza alla brevità, quindi all’essenziale. In uno scenario web in cui siamo sommersi dai contenuti, non è forse un conforto sapere che su Twitter gli utenti si sforzano di scrivere una notizia o un’anteprima di un contenuto in modo conciso?
  2. Twitter will lose its USP: la brevità è il tratto distintivo di Twitter. Qual è quindi il senso di snaturare il motivo per cui viene utilizzato dagli utenti più fedeli? Un prodotto nel corso del suo ciclo di vita deve mantenere una coerenza di base con la propria unique sell proposition, che è la ragione per cui viene utilizzato e apprezzato dai propri clienti. E poi, non ne è pieno il web di social media dove si possono scrivere contenuti con 10.000 e più caratteri?
  3. We will lose the ‘live’ feeling: Twitter è la piattaforma ideale per postare notizie di eventi non appena avvengono, e riesce a garantire un’immediatezza giornalistica che è propria dei titoli dei telegiornali o delle anteprime dei quotidiani. Twitter è perfetto per seguire gli eventi in diretta – come sappiamo anche dai live tweeting – e ha decisamente cambiato il modo in cui le persone leggono le notizie. Perché questo deve essere rovinato?
  4. The site will become a sea of marketing slurry: senza il limite dei 140 caratteri, si crea il rischio che Twitter si riempia di contenuti sponsorizzati di più bassa qualità e – soprattutto – lunghi, il che sarebbe sicuramente un fastidio per gli utenti.
  5. It’s just a really weird thing to do: secondo Jack Simpson, in definitiva, questa scelta non avrebbe senso. OK, il prodotto Twitter è adeguato alle celebrità e alla maggior parte degli utenti, e il fatto che non venga compreso e utilizzato da molti (tra questi, quelli che ci provano poi abbandonano) è ciò che ha portato Jack Dorsey alla decisione di estendere il limite di caratteri, soprattutto per provare a dare una risposta certa ai propri investitori.

Per dirla con le parole di Jack Simpson:

It’s almost as if the people running Twitter have never actually used Twitter. Like they don’t understand what makes it appealing in the first place. 

Ad ogni modo, era chiaro che nel 2016 Twitter ci avrebbe riservato qualche novità molto impattante. Secondo le previsioni di Digital Marketing nel 2016 di Rand Fishkin, Founder di Moz, Twitter nel corso di questo anno troverà un modo per tornare a crescere ancora dopo un paio di anni molto difficili. L’articolo è stato pubblicato poche ore prima dell’annuncio di Twitter, e Fishkin prevedeva che questo cambiamento potesse avvenire entro la fine dell’anno. Ma se lo avesse scritto dopo, probabilmente sarebbe stato d’accordo con l’opinione di Econsultancy:

There’s flexibility in the features afforded by Twitter, combined with the way their stream and amplification function makes for much greater creative and content potential than the limits imposed by Facebook and Instagram in their organic streams.

Quindi, perché Twitter fa tutto questo?

L’opinione di Fishkin ci dà la chiave per capire tutto, forse: Twitter ha delle caratteristiche molto facilmente utilizzabili dai marketer per avere un buon tasso di engagement a livello organico, ma non è questo che paga i dividendi agli azionisti di Twitter. Questo social network ha bisogno di maggiori contenuti sponsorizzati, e per avere una crescita sostenibile a livello finanziario necessita di essere un prodotto appealing non solo per gli utenti, ma anche (e soprattutto) per gli advertiser.

Arriviamo in fondo: riusciamo a capire dunque il punto di vista di Twitter che probabilmente vuole estendere il numero di caratteri per tweet per permettere di rendere la sua offerta più monetizzabile, dando la possibilità agli advertiser di creare dei contenuti più “rich”, idealmente più attrattivi per gli utenti aumentando quindi il CTR delle Twitter Ads, ma soprattutto aumentando le AD Revenues dell’azienda Twitter Inc.

Dal suo canto, Twitter ci garantisce che i suoi servizi non muteranno nella sostanza in alcun modo, tanto che Jack Dorsey dice che sarà comunque possibile creare tweet da 140 caratteri. Ma se c’è l’opzione di scelta – 140 caratteri o 10.000 – chi volete che scelga ancora la prima alternativa?

Non ci resta che aspettare i prossimi due-tre mesi, per vedere se davvero Twitter implementerà questa nuova funzione, o se (come noi ci auguriamo) l’annuncio era solo un modo per testare l’utenza in modo da capire la fattibilità del servizio.

E voi cosa ne pensate? Preferireste il limite di 10.000 caratteri per tweet o siete affezionati a Twitter per come è adesso?

P.S. Questo articolo ha meno di 8.000 caratteri, quindi ci starebbe in un tweet! Assurdo, no?

This MARKETERs Life

Le ragazze e i ragazzi della Redazione: un team variopinto di pianificatori e marketing geek.

3 Commenti

  • Pg ha detto:

    Ok, questo è il miglior articolo italiano sull’argomento, nonché fra i primi. Complimenti alla redazione!
    Paradossalmente pare che il problema di Twitter sia rappresentato dall’alta viralità che i tweet, anche quelli delle aziende, raggiungono in maniera organica, bypassando di fatto la necessità di fare paid-ads. Basterà aumentare il numero dei caratteri per spingere le aziende a comprare spazi pubblicitari su tw?

  • Riccardo Coni ha detto:

    Secondo me più che aumentare il numero di caratteri sarebbe necessario prevedere un format di pubblicazione dei contenuti all’interno di Twitter (come dice Slate), vd. i Facebook Instant Articles. Essendo Twitter un mezzo molto utilizzato per “leggere le notizie” (di fatto, ormai, è così!) e per rimanere aggiornati sui trend a livello quotidiano, sarebbe una mossa indovinata. Mi sembrava che andasse in questa direzione Moments (https://blog.twitter.com/2015/moments-the-best-of-twitter-in-an-instant-0), e forse la soluzione per i problemi di redditività potrebbe essere un’evoluzione di questo servizio.

  • Riccardo Buson ha detto:

    Io trovo che Twitter non sia un social adatto all’advertising, nemmeno al native che si sta rivelando tanto vincente su Facebook (e a breve anche su Instagram). Twitter nasce con caratteristiche diverse, per finalità diverse. Se mantenessero inalterato l’ordine di presentazione dei tweet – cronologico, e non per rilevanza – e tenessero fede a quanto dicono sul’aumento a 10.000 (che quindi resterebbero visibili comunque solo i primi 140 caratteri) tutto sommato potrebbe essere un cambiamento accettabile.
    Tuttavia la capacità di sintesi è una delle caratteristiche fondamentali della USP di Twitter, e modificandola così radicalmente, credo che molti utenti (soprattutto quelli della prima ora, i più fedeli) risulterebbero scontenti, col serio rischio di prendere in considerazione l’eventualità di allontanarsi.

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