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Twitter Sponsored Emoji: #ShareAnHashflag

da 31 Gennaio 2016Nessun commento
branded custom emoji share a coke twitter

A volte i 140 caratteri imposti da Twitter possono stare un po’ stretti, ma non serve farli diventare 10.000 perché ci sono le emoji a venirci in aiuto per esprimerci appieno rimanendo entro i limiti.

Che l’appena concluso 2015 sia stato l’anno delle emoji lo sappiamo, l’ultima conferma, dopo il tanto atteso dito medio su Whatsapp, è arrivata con l’approdo sull’App Store di Kimoji, l’app per scrivere con queste “faccine” con il volto di Kim Kardashian. I social network sono stati letteralmente invasi e molti, tra brand e programmi tv, ne hanno fatto uso, in modo più o meno creativo. Un esempio di utilizzo che, secondo me, si colloca tra i più originali e divertenti arriva dal profilo Twitter del reality Pechino Express, con un intero tweet composto esclusivamente da emoticon.

Su Twitter le emoji impazzano, il social network ne ha infatti migliorato il supporto nella sua app da smartphone (per farvi un’idea dei volumi di utilizzo potete dare un’occhiata qui, all’emojitracker, una pagina con dati aggiornati in realtime) e ha poi puntato su delle emoji personalizzate, chiamate anche hashflags. Ma cosa sono esattamente e come si usano? Gli hashflags sono delle custom emoji create ad hoc per occasioni speciali o un evento particolare. Sono molto semplici da utilizzare, basta infatti digitare l’hashtag specifico e dopo aver inviato il tweet vedrete spuntare magicamente l’emoticon in questione. Tra i primi soggetti troviamo i personaggi di Star Wars, in onore del nuovo film Il Risveglio della Forzaa seguire è arrivato il moon man per gli MTV Video Music Awards 2015. Non era la prima volta però che Twitter metteva a disposizione dei suoi utenti questo tipo di feature, infatti, già in occasione della FIFA World Cup del 2010 era possibile, usando un hashtag di tre caratteri specifico per ogni Paese partecipante al campionato, far comparire un piccolo emoji con la bandiera della nazione desiderata (da qui il nome di hashflags!). star wars emoji

La vera svolta però è arrivata lo scorso settembre con #ShareaCoke, il primo branded sponsored emoji. Non riesco a immagine brand migliore di Coca Cola per inaugurare questa nuova forma di paid advertising sul social network dei 140 caratteri. Un utilizzo così creativo di Twitter aiuta sicuramente il marchio ad avvicinarsi a un pubblico giovane e a far sentire i propri consumatori come parte di un qualcosa più grande, di una conversazione. Nulla di diverso sul fronte del funzionamento della custom emoji per l’utente, ma si tratta di una possibilità interessante per i brand per aumentare l’engagement e, inoltre, di una fonte di guadagno (finalmente?) per Twitter, tanto che qualcuno ha già parlato di cashmoji. 

Starbucks ha seguito a ruota. A fine anno il mio Instagram è stato invaso dalle RedCups o holiday cups che la catena di caffetterie ha adottato per il periodo natalizio (il vostro no? Beati voi!). Proprio il bicchierone rosso ha assunto le sembianze di una custom emoji su Twitter, rimanendo utilizzabile, tramite l’hashtag #RedCups, da inizio novembre fino al 31 dicembre 2015.

Anche Dove come al solito non delude, il brand Unilever ha infatti integrato la sponsored emoji attivabile con l’hashtag #LoveYourCurls all’interno dell’ultima campagna per il lancio di una nuova gamma di prodotti per i capelli ricci. Come aveva fatto con la campagna per la Bellezza Autentica nel 2004, Dove abbraccia la causa della fiducia in sé stessi e invita le donne ad amare e celebrare i propri capelli ricci, negli Stati Uniti infatti, solo il 10% delle donne con capelli mossi se ne dichiara orgogliosa e lo standard di bellezza dominante suggerisce che il capello dritto sia il migliore.

L’ultimo hashflag personalizzato che ha attirato la mia attenzione (e conquistato il mio cuore) è #BeatlesOnSpotify, creato ad hoc per promuovere l’arrivo della musica dei Fab Four su Spotify. Quando, appena svegliata, il giorno di Natale ho trovato questo regalo inaspettato sono subito corsa a twittare la mia gioia e, quale momento migliore, a usare la speciale custom emoji. Una cosa simile mi è successa quando ho visto per la prima volta #ShareaCoke: ho immediatamente dovuto provare l’hashtag.
Per un brand questo tipo di effetto che si genera negli utenti ha un ritorno in termini di engagement, il numero di interazioni cresce infatti a dismisura, anche se generalmente solo per il breve periodo di tempo che segue il lancio e questo ne fa un ottimo strumento per eventi live e per programmi televisivi (come X Factor). 

Le possibilità sono tantissime e non ci resta che aspettare e stare a vedere con quali campagne ci stupiranno i brand, a partire dai grandi. Nel frattempo, se vi ho incuriosito e ho attivato il #socialcoso che c’è in voi, qui trovate una raccolta degli hashflags passati e di quelli attivi in questo momento… correte a twittarli!

Marta Pizzolato

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