
Il 25 Luglio Verizon ha ufficializzato l’acquisizione di Yahoo per 4.83 miliardi di dollari. Cosa cambierà ora nel mondo del digital? E perché una società storica come Yahoo ha dovuto vendere per far fronte ad una crisi che ormai dura da molti anni?
Ormai è ufficiale già da qualche giorno: Verizon ha acquistato Yahoo per una somma che all’apparenza sembra stratosferica, ma che se confrontata con le altre acquisizioni di colossi del mondo digital (basti pensare alla recente acquisizione di LinkedIn da parte di Microsoft per quasi 27 miliardi di dollari oppure a quella di WhatsApp da parte di Facebook per 22 miliardi nel 2014), diventa specchio della crisi che Yahoo sta attraversando da qualche tempo.
Verizon
La Verizon Communications Inc. è una compagnia americana che fornisce banda larga e wireless dal 2014, ed è una delle maggiori compagnie digital operanti soprattutto nel settore mobile.
Già l’anno scorso Verizon aveva fatto capire di volersi espandere con l’acquisizione di AOL, un’altra delle storiche compagnie che assieme a Yahoo avevano aiutato l’ascesa di internet negli anni ’90. Piccola curiosità: AOL e Yahoo acquistate in due anni da Verizon per meno di 10 miliardi fino a un decennio fa sarebbero costate più di 300 miliardi. Ora quindi Verizon controllerà, tra gli altri, Yahoo, AOL, Tumblr, TechCrunch, HuffingtonPost, diventando così a tutti gli effetti una potenza non indifferente nel panorama digitale mondiale.
Yahoo!
Nata inizialmente come “Jerry and David’s Guide to the World Wide Web”, Yahoo (“Yet Another Hierarchical Officious Oracle”) nasce nel 1994 quando due studenti universitari, David Filo e Jerry Yang decidono di creare un modo per tener traccia dei propri interessi su internet. Diventato presto un sistema molto caotico, nel corso dei mesi divenne sempre più semplice da usare attraverso la suddivisione in categorie e nel 1995 nasce ufficialmente la società Yahoo.
In pochi anni la società si ingrandirà, proponendo un motore di ricerca, un servizio di mail, e diventando nel 1998 il punto di partenza più popolare per gli utenti del World Wide Web. Negli anni Yahoo è stata un punto di riferimento per moltissime aziende del web, e molti manager che hanno portato Yahoo alle vette del mercato hanno ripetuto questa scalata anche in altri giganti del digital.
Nel corso degli anni però Yahoo ha dovuto affrontare molte difficoltà, dovute soprattutto alla competitività del mercato (conoscete tutti Google, no?) in cui opera e ad alcune scelte che si sarebbero rivelate sbagliate. Nel 2008, Microsoft offrì 44 miliardi per acquistare Yahoo, ma Jerry Yang – all’epoca CEO della società – rifiuta l’offerta. In seguito a questa decisione non ben accettata dai propri investitori, Yang si dimette dal suo ruolo. Da questo momento in poi le cose non andranno più affatto bene per Yahoo.
Nell’estate del 2012 viene assunta come CEO Marissa Mayer, già manager di grande successo in Google, per provare a risollevare e salvare l’azienda. Nel 2013, sotto la guida della Mayer, Yahoo acquista Tumblr – scelta che in seguito si rivelerà non così positiva – per 1.1 miliardi. Nei quasi 4 anni in Yahoo però la Mayer non è riuscita a risollevare l’ex colosso digital, ed è stata più volte criticata per le sue scelte manageriali. Scopriamo cosa è andato storto.
Perché la crisi di Yahoo!(e di Tumblr)
Uno dei motivi della crisi di Yahoo, e forse il principale, deriva proprio dall’impostazione con cui il colosso della Silicon Valley è nato e cresciuto. Infatti il sito di Yang e Filo ha infatti sempre avuto una spiccata dimensione desktop: un’interfaccia pensata e ottimizzata per i computer e soprattutto la caratteristica distintiva di poter raggiungere qualsiasi sito e servizio da un unico punto di partenza.
Con l’avvento e la consacrazione del mobile, il modo in cui le persone interagiscono con internet è cambiato radicalmente, e Yahoo non è riuscita ad adeguarsi rapidamente a queste nuove tendenze. Oggi le persone non cercano un sito unico che consenta di navigare sul web, fornire notizie, servizi ed altro: oggi la fanno da padrone le app, scaricate ognuna per una ragione particolare.
È cambiato anche il modo in cui navighiamo su internet: si è passati da lunghe sessioni dai computer di casa o dagli internet point, ai micro-momenti dell’era mobile, dove la fruizione di internet passa attraverso i momenti liberi in treno, in viaggio, in pausa dal lavoro, tutte cose per cui Yahoo non era stato pensato e a cui ha fatto oggettivamente fatica ad adattarsi. Un momento fondamentale nella crisi di Yahoo è stata poi l’acquisizione di Tumblr nel 2013. Questa è stata l’operazione più grande della Mayer nei 4 anni alla guida di Yahoo, e per molti non si è assolutamente rivelata una scelta azzeccata. Tumblr è stata fondata nel 2007 con lo scopo di agevolare la creazione di blog attraverso una piattaforma semplice da capire e usare e soprattutto dove si potesse parlare di qualsiasi cosa.
Negli anni Tumblr ha contribuito alla nuova cultura di internet, lanciando per esempio i meme e contribuendo fortemente all’ascesa delle GIF. Per molti però in seguito all’acquisizione da parte di Yahoo, in Tumblr sono cominciati i problemi. La Mayer è stata accusata più volte di essersi dapprima disinteressata della nuova azienda che aveva acquisito e poi, in ritardo, di aver preso il controllo unendo alcuni team delle due realtà senza conoscere realmente la situazione interna a Tumblr, creando così una situazione di conflitto tra i dipendenti delle due aziende che non capivano più come comportarsi gli uni nei confronti degli altri.
Lo scorso Giugno infatti Tumblr è uscito dalle 100 applicazioni gratuite più scaricate in America e molti esperti prevedono che il distacco dai concorrenti (come Snapchat) si incrementerà almeno fino al 2020. Così oggi Tumblr non è più visto di buon occhio né dai consumatori né dagli addetti al lavoro del settore.
Tumblr sembrava la soluzione perfetta per Yahoo: era una piattaforma giovane, cool e che in quel momento era al proprio apice. Oltretutto si trattava della prima grande mossa di Marissa Mayer come CEO all’interno di Yahoo, e dalla Mayer ci si aspettava grandi cose.
Marissa Mayer
L’acquisizione di Tumblr porta inevitabilmente a parlare della figura di Marissa Mayer. La Mayer, nata nel 1975, figlia di una insegnante d’arte e di un ingegnere, laureatasi a Stanford anch’ella in ingegneria, entra subito dopo la laurea a far parte dello staff di Google nel 1999, diventandone il primo ingegnere donna. Per 13 anni ha lavorato per Google prima di diventare nel 2012 CEO di Yahoo.
In Yahoo la Mayer ha dovuto affrontare una situazione molto difficile, dovendo prendere in mano una società che navigava in acque tutt’altro che tranquille. Ha dovuto far fronte ad un’esigenza di licenziamenti imponente e soprattutto ha dovuto ripassare gli obiettivi dell’azienda. La Mayer è sempre stata una donna dalla presenza forte, amata da molti, nominata per 6 anni consecutivi una delle 50 donne più potenti nel business in America, per tre anni consecutivi nella classifica stilata da Forbes delle 100 donne più potenti del mondo (al 18° posto nel 2014), con un profilo molto appariscente, profondamente diverso da altri leader, moglie e madre di tre bambini.
La grande critica che però gli è sempre stata mossa è stata quella di essere entrata in Yahoo senza conoscere a fondo l’azienda e soprattutto di aver adottato una strategia poco mirata e molto dispersiva. Infatti la Mayer in quasi quattro anni alla guida di Yahoo ha spostato più volte la propria attenzione, e la collocazione dei finanziamenti, prima all’ambito dei social media, poi a quello della ricerca e a quello dei contenuti.
Un altro aspetto della personalità della Mayer che molti hanno criticato è l’eccessiva attenzione ai dettagli ma soprattutto il fatto di non riuscire a delegare nulla, arrivando a volte a non ammettere i propri sbagli.
I possibili vantaggi di questa acquisizione
Detto questo, l’acquisizione di Yahoo da parte di Verizon potrebbe rivelarsi una scelta positiva per entrambe le realtà aziendali. Verizon ne potrà beneficiare alla luce anche dell’acquisizione di AOL dell’anno scorso, che ne ha fatto una potenza nel settore digital impressionante, riuscendo a controllare Yahoo e AOL, storici rivali dagli asset sempre molto potenti.
Per Yahoo invece la vendita potrebbe rivelarsi la scelta giusta per poter svoltare pagina dopo molti anni di difficoltà e finalmente poter contare su una strategia già ben definita e solida che si basa proprio sulla potenza che Yahoo e AOL possono avere assieme.
Chissà dunque che nei prossimi anni Verizon non possa arrivare addirittura a sfidare i due grandi giganti di questo settore, Google e Facebook, grazie proprio a Yahoo e AOL.