
La prima volta del TEDx Montebelluna
Idee e innovazione al centro di questo TEDx Montebelluna dal titolo “Idee in orbita”. Idee che possano ispirarci e avvicinarci a un futuro migliore, più efficiente dal punto di vista energetico e di risparmio delle risorse e, perché no, anche fuori dall’orbita terrestre.
Lo scorso sabato 26 maggio abbiamo avuto la fortuna di assistere alla prima edizione del TEDx Montebelluna, organizzato nella splendida cornice di Infinite Area, un luogo suggestivo pensato appositamente per promuovere e stimolare le idee e l’innovazione, con la manifestazione in live streaming anche presso il cinema Italia Eden.
Di seguito alcuni degli interventi della giornata.
La geometria delle relazioni
Il primo a salire sul palco è Daniele Durante, Professore di Statistica presso il Dipartimento di Scienze delle Decisioni dell’Università Bocconi di Milano. Si definisce uno “scienziato dei dati” e ama la natura, soprattutto quando si esprime tramite numeri e linguaggi matematici. Daniele parte dalla teoria dei sei gradi di separazione e ci mostra come le relazioni tra persone possano essere rappresentate come una fitta rete i cui snodi principali sono le persone con più relazioni. Immaginando un piccolo paese come la rete in questione, lo snodo principale, ossia quello col maggior numero di relazioni, sarebbe il sindaco.
Poi la rete di relazioni presentata si evolve: non è una rete casuale, ma è la rappresentazione della rete di attentatori delle Torri Gemelle dell’11 settembre 2001; magari sarebbe bastato conoscere in tempo tale rete e isolare quel nodo principale per evitare ciò che è accaduto.
Le relazioni sono la base di questo intervento, perché queste sono anche fondamento della creatività.
Una persona creativa non è quella che usa in prevalenza l’emisfero destro piuttosto che l’emisfero sinistro, una persona creativa è quella che è riuscita a creare una grande quantità di relazioni tra i due emisferi.
Progettare scuole insieme tra pedagogia, architettura e design
Beate Weyland, professoressa di Didattica presso la Facoltà di Scienze della Formazione della Libera Università di Bolzano.
La sua ricerca approfondisce il rapporto tra pedagogia, architettura e design nella trasformazione e sviluppo della scuola, ed esplora la qualità della progettazione condivisa.
Nel suo intervento, Beate ci ha spiegato come la scuola abbia generato nel corso del tempo tre ordigni: il controllo, la burocrazia e la valutazione. Questi ordigni hanno creato delle persone che hanno paura di aprirsi e mostrare le proprie idee e pensieri ad altre persone, divenendo insoddisfatte.
Per questo devono essere disinnescati con la libertà, la creatività e la valorizzazione. Grazie a queste ultime tre “meraviglie” è possibile progettare i luoghi della cultura come spazi di benessere per tutti. Luoghi dove permettere a tutti di esprimere la propria opinione e andare a valorizzare le migliori.
Per costruire bisogna prima rompere… gli schemi
Massimo Soriani Bellavista, collaboratore da vent’anni con Edward De Bono, l’inventore del pensiero laterale.
Massimo spiega come per risolvere un problema sia necessario prima di tutto cambiare il punto di vista, passando così da un pensiero diretto a uno laterale, una modalità di risoluzione dei problemi che consiste nell’osservarli da diverse angolazioni. E che può essere allenata.
Si torna a parlare di creatività, ma in modo diverso rispetto agli interventi precedenti, perché il cervello umano non è fatto per essere creativo nel senso comune del termine, bensì per avere schemi precisi da seguire.
I suoi consigli sono stati:
– Essere creativi non significa necessariamente creare qualcosa da zero, ma anche prendere idee degli altri, farle proprie e migliorarle. Un po’ come fecero ad esempio Steve Jobs e i suoi ingegneri dopo aver visto il prototipo dell’interfaccia grafica della Xerox;
– Un buon “perché” vale come mille “come”: la motivazione spesso è la chiave del successo;
– Comunicare l’idea ai propri colleghi, senza timori di giudizi. Alla NASA dicono “se io ho una banana e tu hai una banana, se ce la scambiamo alla fine abbiamo comunque una banana a testa, ma se io ho un’idea, tu hai un’idea e ce le scambiamo, alla fine avremo due idee”.
Il potere delle parole giuste
Dopo la pausa pranzo sale sul palco Vera Gheno, sociolinguista che si occupa da vent’anni di comunicazione mediata dal computer, insegna all’università di Firenze e tiene corsi sull’etica della comunicazione in scuole, aziende e master universitari, gestisce il profilo Twitter dell’Accademia della Crusca e collabora con Zanichelli.
Vera ci ha chiamato ad una riflessione su come l’uomo sia l’unico animale dotato di parola e su come la stessa possa essere sia un proiettile che un bacio a seconda del contesto di dove viene inserita.
Ecco i suoi tre validi consigli per poterci riprendere il potere delle nostre parole:
– Coltivare il dubbio: le troppe certezze sono deleterie, l’unica certezza che dovremmo avere è sapere di non sapere;
– Riflettere: perché abbiamo la facoltà di farlo prima di parlare, anche se il più delle volte ce ne dimentichiamo;
– Scegliere il silenzio quando non siamo competenti in una materia.
Stupidità del gregge o Intelligenza della folla? – Metodi previsionali per il futuro
Giorgio De Carlo, docente del Master universitario in Strategie per il Business dello Sport dell’Università Ca’ Foscari, ci ha chiesto di stimare quanti pezzi di pasta ci fossero dentro un barattolo. Ognuno ha dato la sua stima ma nessuno ha indovinato. Però la media delle stime si è rivelata più precisa.
Garantendo la diversità, l’indipendenza e l’aggregazione di opinioni, la media delle opinioni di una moltitudine di persone si avvicina al risultato reale più di quanto non riesca a fare il migliore dei singoli. Questo è il concetto di intelligenza della folla, su cui si basa il prediction marketing, molto utile ed usato nelle ricerche di mercato per capire se un prodotto che sta per essere lanciato nel mercato, possa aver successo o meno.
Smart village: un modello di re-urbanizzazione sostenibile
Dopo essere stati in orbita siam tornati sulla Terra, con Filippo Bonaccini, ingegnere civile laureato all’Università di Padova e alla University of California di Berkeley, che ha esposto la sua idea di una re-urbanizzazione sostenibile dei quartieri attraverso la costruzione di modelli innovativi di abitazione e di gestione dell’energia che contengano il consumo del suolo.
Le case di una volta, ad esempio, avevano degli sprechi che al giorno d’oggi non possiamo più permetterci. Si provi a pensare all’acqua potabile che sprechiamo tirando lo sciacquone, non sarebbe meglio recuperare l’acqua piovana e utilizzare quella per sciacquone e beveraggio delle piante? Sicuramente, ma questo creerebbe anche un secondo canale di tubi nella stessa abitazione.
I driver dell’innovazione in ambito abitativo sono quattro:
– Il contenimento del consumo del suolo (riuso di zone già urbanizzate e ora abbandonate);
– La creazione di modelli abitativi/funzionali innovativi;
– Maggiori prestazioni della struttura edilizia;
– Gestione delle utilities migliore
Per far capire cosa si intenda con la creazione di modelli abitativi/funzionali innovativi, si deve pensare ai costi di rete contenuti in una banale bolletta dell’elettricità, un sistema efficiente e bilanciato di utenza potrebbe ridurre i costi di rete, mediante la gestione comune dell’elettricità tra diverse abitazioni nello stesso modello abitativo. Un modello molto avanzato potrebbe prevedere una gestione comune di acqua, calore, elettricità e rifiuti tra diverse abitazioni.
Questa soluzione avrebbe sia dei benefici quali la riqualificazione di aree degradate e la creazione di un nuovo modello sostenibile, ma anche alcune barriere nella burocrazia e negli ex monopoli del mercato energetico che potrebbero mettersi di traverso vedendo i loro profitti diminuire.
Tra un forte applauso a tutti i membri dello staff e agli ospiti si conclude la prima edizione del TEDxMontebelluna; noi ne usciamo ispirati e con nuove idee.
All’anno prossimo! #TEDxMontebelluna