
Un vero MARKETERs, memore delle lezioni sulla massimizzazione del valore e della povertà durante gli stage, sa quanto è importante sia diversificare il proprio portfolio di investimenti (aka i ristoranti dove andare a mangiare) sia ottimizzare il rapporto qualità/prezzo (che all’università ha imparato a chiamare value for meney).
Pertanto capita che ogni tanto, anziché correre il rischio di andare in un ristorante stile Google+ (pluristellato su TripAdvisor, ma nella realtà è una bettola), decida di andare a colpo sicuro: cosa pensa un MARKETERs quando va in un “All You Can Eat”?
- Davanti al buffet perde quell’ultimo barlume di dignità che gli era rimasto dopo aver implorato il prof prima del settimo tentativo con Diritto Privato.
- Facebook sta al “All You Can Eat” come Twitter sta ad un ristorante stellato.
- Linkedin invece è la mensa aziendale.
- È talmente impegnato a mangiare tutto ciò di edibile nel ristorante, che non trova nemmeno il tempo per instagrammare le portate.
- #escile lo dice solo al cuoco che sta friggendo in diretta le patatine fritte.
- Sa che le bevande si pagano a parte, quindi beve solo acqua ripetendo il mantra di ogni vero MARKETERs: “Non c’è budget”.
- Si accorge che c’è pure il dolce, e ripete incessantemente “Dai è l’ultimo!” come davanti al prof dell’ultimo esame.
- Serate come questa, per la dieta, sono come una goccia di pioggia che scende lungo la finestra mentre studi: tanto vale smettere.
- Quando arriva il conto, rimembra le dispense di Micro Economia che spiegavano come stabilire un prezzo fisso in occasioni come questa.
- L’amaro a fine cena lo vede più come una exit strategy.