
L’estate è il periodo del relax, della spensieratezza, dei tormentoni estivi, delle pianificazioni rimandate a settembre perché ogni tanto è socialmente necessario godersi un po’ di vita vera. È il periodo in cui un MARKETERs va in vacanza ma è anche il periodo in cui in ogni paese di provincia pullulano le sagre, tradizionali feste paesane che a noi MARKETERs piacciono tanto in quanto ottime occasioni di studio di tecniche di marketing “classiche”, ma non per questo desuete.
Ma cosa pensa veramente un MARKETERs quando va alle sagre di paese?
- L’attesa delle pietanze è solo un pretesto per interrogarsi su quanto siano costati i singoli spazi pubblicitari sulla tovaglietta.
- Lo spazio dopo la virgola, l’orologio ad un esame universitario e i bigoli al ragù d’anitra tra i primi piatti di una sagra: ecco alcuni esempi di “must have”.
- Neanche le più recenti tecniche di neuromarketing saprebbero spiegare il perché gli anziani vogliano sempre il caffè ad una temperatura pari al punto di fusione del carbonio.
- In alcuni stand si trovano piatti e posate in plastica, in altri sono di metallo: possiamo considerarla come “innovazione incrementale”?
- La parola “storytelling” è così inflazionata, che ormai si potrebbe benissimo applicarla anche ai vocalist degli autoscontri.
- La giostra dei “calci in culo” (nota come “catenelle” in alcune zone) dovrebbe essere usata propedeuticamente per insegnare ai ragazzini a non esagerare coi pantaloni a vita bassa.
- Per indicare il concetto di distinguersi dalla massa, Seth Godin ha usato il termine “mucca viola” perché “tizio che rimane in piedi al centro del tagadà fino alla fine” era troppo lungo.
- Quando arrivano le orde di ragazzini è un ottimo momento per studiare gli effetti del marketing tradizionale sul target dei Millennials.
- Studiare Bertrand e Cournot è più piacevole che sorbirsi 7 serate di orchestre di liscio.
- Che sia una mazurka di Raul Casadei o la hit più “battuta” di Gigi D’Agostino, gli anziani troveranno sempre un modo per ballarla in versione “liscio”.
- Non esiste una panacea di marketing per definire la pubblicità all’interno degli stand gastronomici?
- Arrivato alla pesca di beneficenza, capisce che con un budget scarso si può provare ad arrivare alla bicicletta, ma il più delle volte si vince la bacinella per fare il bucato.
- Che si levino gli studi sulla persuasione, arriva il ragazzetto “tombola manager” con il marsupio che ti fa comprare 10 cartelle, i biglietti della lotteria e un ettaro di terreno della parrocchia.
- Si fa dare lezioni di logistica dagli anziani con giubbino catarifrangente addetti al parcheggio.
- Il miglior esempio di marketing tribale sono le signore in pista quando parte “El Meneito”.