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Employer branding: cosa (non) fare per trovare i talenti giusti

ricerca lavoro online
9Credete che curare la vostra presenza online sia una perdita di tempo? Credete che siano loro, i talenti, che devono venire a cercarvi senza che voi facciate niente? Credete che employer branding sia un’espressione inutile?

Benvenuti! Questo articolo è quello che cercavate. Scopriamo insieme 4 mosse infallibili per scoraggiare chiunque dal scegliere di candidarsi online per la vostra azienda.

1. Cosa (non) offrire?

Trovare il dipendente giusto è importante tanto quanto trovare il cliente giusto, forse addirittura di più. La proposta di valore dell’organizzazione (employer value proposition) serve proprio a questo. È l’offerta dell’azienda nei confronti degli attuali e futuri dipendenti, in termini di benefit e politiche di compensation, cultura, valori e clima aziendale e stile unico e distintivo dell’organizzazione.

employer value proposition

Disinteressarsi di questi aspetti, non considerare i bisogni di chi cerca lavoro, creare contenuti che non stimolano a scegliere l’azienda è sicuramente la strada giusta per far desistere i potenziali candidati.

Dovete dunque cercare di non rivelare i benefit offerti dall’azienda. Se proprio dovete proporli, cercate almeno di proporre benefits standard, avendo cura di non differenziarli da quelli offerti comunemente dalle aziende.

State attenti a non fare riferimento ai valori dell’azienda, al suo heritage, al tipo di personalità e competenze che servono nell’organizzazione, perché tanto non interessano a nessuno.

E attenzione, guardatevi bene dall’indicare uno scopo ideologico, un motivo di esistere dell’organizzazione in cui i candidati possano immedesimarsi. L’immedesimazione nell’organizzazione è infatti la causa principale di application dei talenti.

2. Come (non) offrirlo?

Per far scappare l’utente da un sito, nulla funziona di più di un brutto aspetto e una terribile usabilità. Le caratteristiche estetiche e stilistiche dei materiali di recruitment (tra cui anche il sito) hanno infatti effetto sull’attitudine dei job seekers nei confronti dell’organizzazione. In parole povere, chi cerca lavoro dimostra una maggiore intenzione ad applicarsi per quelle organizzazioni dotate di un sito di alta qualità rispetto alle organizzazioni rappresentate da un sito di bassa qualità visuale.

contenuti multimediali

Per fortuna, rendere brutto e difficilmente consultabile un sito è un gioco da ragazzi. Scordatevi l’utilizzo di foto e infografiche, di contenuti multimediali (video, animazioni, gif), di uno stile coerente con l’identità visuale dell’azienda e di grafiche vivide e creative. Riempite piuttosto il sito di noiosi testi a tutto corpo, senza bullet point o parole chiave che risaltino. E mi raccomando, che siano scritti nel linguaggio tecnico del vostro settore (tanto lo conoscono tutti).

Dotate il sito della struttura più contorta che riuscite ad immaginare, rimuovete i pulsanti di navigazione e la funzionalità di ricerca del sito.

Ma soprattuto, una cosa che proprio non dovete fare, perché molto apprezzata, è dividere il vostro sito e i contenuti per sezioni corrispondenti a diversi profili di utente (neolaureati, profili junior, profili con esperienza).

Ricordate che la soddisfazione nell’utilizzo di un sito induce una migliore impressione dell’organizzazione e una maggiore intenzione ad applicarsi. Lavorando su comprensibilità delle informazioni, navigabilità, velocità del sito ed efficacia comunicativa potrete creare una pessima esperienza per il nostro utente.

3. Come (non) catturare gli utenti?

Gli strumenti multimediali di intrattenimento e interazione sono fondamentali in un sito. Il coinvolgimento dei potenziali clienti avviene su quattro dimensioni:

  • attrazione, stimolare l’interesse degli utenti;
  • connessione, creare un legame con loro;
  • conversione, ottenere un’azione;
  • relazione, la trasformazione in un legame di lungo periodo.

Gli strumenti che abbiamo a disposizione possono essere passivi, che permettono all’utente di esplorare l’organizzazione senza lasciare un contributo o attivi, che permettono all’utente di prendere parte nel commentare, partecipare alle attività della community e nella creazione dei contenuti stessi.

Bisogna saperli usare sapientemente, con un unico obiettivo: annoiare a morte l’utente.

Se l’utente ha superato lo shock del vostro sito brutto e inusabile (attenzione! abbiamo un problema serio, vuol dire che è veramente interessato a voi) bisogna scoraggiarlo subito eliminando ogni possibile fonte di coinvolgimento.

Via il blog, via la newsletter, via i sondaggi online e i contest. Via quei contenuti di edutainment (un mix di education + entertainment, contenuti pensati per intrattenere l’utente educandolo su qualche che gli sta a cuore), e via tutti quei contenuti di valore come magazine online, white papers, e-book o webinar.

4. Come (non) comunicare online?

Mai, mai, mai sottovalutare l’effetto nocivo dei social media. È l’errore più grande che possiate fare. Basta lavorare su una presenza online professionale e curata e avrete un notevole successo e application come se piovesse. L’uso dei social media rende infatti l’azienda più “umana” e rende più positiva l’attitudine verso l’azienda. Attraverso questi canali possono essere condivise idee e informazioni ma soprattutto possono essere creati spazi di aggregazione degli utenti e di dialogo con i potenziali applicanti. Sono dunque lo spazio per eccellenza per instaurare nuove interazioni tra i candidati e l’employer.

Ma non temete, usare male i social media potrebbe rivelarsi l’arma che cercate per compromettere la reputazione dell’azienda una volta per tutte e far desistere chiunque. Evitate dunque di essere presenti in più di un social network. Evitate di differenziare i nostri messaggi a seconda della tipologia di social network e della sua base di utenti. Bloccate e scoraggiate l’utilizzo dei social network da parte dei  vostri dipendenti: i contenuti autentici sono la base di una vera comunicazione aziendale, non potete rischiare. Evitate infine di adottare linee guida per l’utilizzo dei social media coerenti con lo stile di comunicazione dell’azienda.

(5.) Sveglia!

sveglia

Questo articolo vuole essere chiaramente provocatorio per farvi riflettere sull’importanza di curare il proprio employer brand online. Basti pensare che in Italia l’80% delle ricerche di lavoro viene effettuato online, il 32% utilizzando attivamente le sezioni carriera dei siti aziendali e il 15% attraverso i social network (Fonte: Adecco Work Trend Study 2015). Internet è dunque il canale principale per ottenere le informazioni sulle organizzazioni, per creare un dialogo con i futuri datori di lavoro e per inviare la propria candidatura in maniera semplice e veloce.

A fronte di queste esigenze però le aziende sottostimano il potenziale dell’online per attrarre e reclutare i talenti di cui hanno bisogno e per costruire un employer brand efficace dell’azienda.

E voi?

Stefano Caruso

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