
La formazione gioca un ruolo cruciale in qualsiasi ambito: è una leva fondamentale se si vuole rimanere competitivi e attivi nel proprio settore. Ma quanto costa fare formazione? Forse meno di quello che si può pensare. Iniziamo così il viaggio che ci porterà a sfatare il nostro terzo pregiudizio: “Non serve la formazione, ho già studiato a mio tempo”.
Partiamo da una semplice domanda: è possibile sostenere un modello economico di crescita aziendale basato sull’economia della conoscenza?
Secondo la Fondazione Adriano Olivetti lo è davvero, tanto da aver realizzato un Working Paper “Sul capitale intellettuale e il suo Report: una nuova cultura per sostenere i processi di innovazione e la competitività delle imprese e dei loro sistemi” pensato per manager e imprenditori chiamati ad affrontare una sfida quotidiana non da poco: competere con i nuovi paradigmi del mondo del management, trovando soluzioni innovative ma al tempo stesso strategiche e soprattutto sostenibili in termini di fatturato.
Il report spiega quindi come ogni impresa può dotarsi di un vero e proprio modello di organizzazione degli input di Capitale Intellettuale, grazie allo strumento metodologico SONDA.
Fonte: http://bit.ly/2fk1ntB
Le variabili del modello raccolgono idealmente tutti gli elementi legati alla conoscenza e quindi considerate come fonti di valore:
- il primo ambito è dedicato alle risorse e ai processi presenti nell’Intellectual Capital Statement. La rappresentazione dell’impresa attraverso questo modello esplicita, al management dell’impresa stessa e ai suoi stakeholder, le risorse di conoscenza a disposizione e le capacità di “creazione di valore” derivanti dai flussi generati da tali risorse.
- il secondo ambito è pensato per fornire elementi che siano in grado di garantire strategie di “crescita sostenibile”. Per questo è riservato alla costruzione di rendiconti e quadri di valutazione specializzati che ne mostrino la validità in termini strettamente numerici.
Ma quindi: cos’è il capitale intellettuale di un’impresa?
Il report definisce come capitale intellettuale “una combinazione delle risorse e delle attività umane, organizzative e relazionali.” Vediamo quindi, nello specifico, le varie componenti:
- Capitale organizzativo: il patrimonio di conoscenza che appartiene direttamente all’impresa e include il know-how necessario per la realizzazione dei prodotti e dei processi all’interno dell’organizzazione.
- Capitale umano: la parte di capitale intellettuale che dipende dalle conoscenze e dalle abilità dei dipendenti
- Capitale relazionale: è definito come l’insieme dei rapporti organizzati e integrati nel sistema aziendale con tutti gli stakeholder esterni e in particolare con: clienti, fornitori, partner e pubbliche istituzioni.
È davvero possibile costruire un modello di business che utilizzi la formazione come vera leva di forza?
La risposta è un assoluto e convinto “sì”: esiste la possibilità concreta di un modello di business sostenibile che può basarsi sul valore, anche monetario, della conoscenza.
Ma questo implica una formazione continua e incentivata da parte della dirigenza aziendale, dei membri di una realtà lavorativa che di certo non può esaurirsi con il titolo di studio ottenuto. Quindi, abbiamo già buttato giù il primo mattoncino del nostro pregiudizio: ciò che abbiamo studiato “a nostro tempo” non basta e non può bastare se vogliamo che la conoscenza diventi una vera leva competitiva.
Decidere di non puntare sulla formazione è un errore che può costare caro: si possono commettere errori molto gravi e al tempo stesso perdere enormi opportunità di miglioramento per la propria azienda e di crescita personale per chi desidera essere formato. Cerchiamo di approfondire la questione da entrambi i punti di vista.
Le top companies riconoscono il valore della formazione: non vorrai essere da meno?
Sì, la domanda era rivolta proprio a tutti “i capi di qualcuno” che stanno leggendo quest’articolo. Uno studio di IBM – The Value of Training, ha dimostrato quanto oggi le top performing companies abbiano compreso a fondo il valore, non solo della formazione in generale, ma del fornire le giuste competenze al proprio personale.
Vediamo qualche altro dato di questo studio: il 71% dei CEO intervistati, 4.183 in 70 Paesi diversi, cita il capitale umano al di sopra di fattori come il rapporto con i clienti o la percezione del brand, come vero fattore che sostiene il valore economico della propria azienda. Lo studio si sofferma poi sulle “best e worst performing companies” per valutare quanto le competenze giochino un ruolo fondamentale nella perfomance aziendale. I risultati non sorprendono affatto: l’84% dei dipendenti delle “Best Perfoming Companies” ricevono la formazione di cui hanno bisogno, dimostrando nettamente la loro superiorità.
Non dimenticando che i benefici di un personale altamente formato sono evidenti e influenzano positivamente tutta l’area lavorativa, includendo:
- Aumento della soddisfazione dei clienti
- Aumento della produttività e di capitale annuale risparmiato
- Riduzione del tempo speso nella preparazione di materiale commerciale per la vendita
E i dipendenti, cosa ne pensano? Lo studio sostiene che la formazione sia un requisito fondamentale che viene considerato da futuri dipendenti e non: nello specifico, i nuovi dipendenti sono il 42% più propensi a rimanere in una realtà lavorativa se ricevono la formazione di cui hanno bisogno.
Ho capito il valore che ha la formazione: ma quanto mi costa?
Tutti questi dati sono la prova di quanto investire in formazione sia necessario se si vuole rimanere competitivi e se si vuole mantenere una posizione di rilievo nel proprio settore di riferimento. Ma sappiamo anche che la formazione è un investimento in termini di risorse monetarie e di tempo che spesso si decide di non voler affrontare in favore di spese ritenute “più importanti”.
Ma quanto costa davvero investire in formazione? Vi stupirà sapere che formare il personale esistente è meno dispendioso rispetto ad assumerne di nuovo.
In genere questo costo viene sottovalutato perché si tratta di perdite che non sono tangibili, ma questo non implica che non siano particolarmente gravi. Nello specifico si è costretti ad affrontare costi di varia natura:
- Costi in termini di tempo e denaro per trovare una nuova risorsa su cui puntare
- Costi in termini di tempo da parte di personale con esperienza che sappia guidare la risorsa che è appena stata inserita
- Riduzione della produttività aziendale, proprio a causa del turnover appena avvenuto
- Errori che possono derivare dal non riuscire a comprendere a fondo le esigenze dei clienti
Ecco spiegato perché è decisamente meno costoso formare personale di cui già si dispone, evitando quindi un gravoso spreco di risorse.
Marketing ma anche Web e Digital Marketing (tanto si sa: alla fine è sempre Marketing)
Tutto quello che abbiamo appena illustrato fa sicuramente riflettere, in ottica generale, sull’importanza strategica che può avere la conoscenza all’interno di un business, ma il valore della formazione si accentua ancora di più nel mondo del Marketing e nello specifico, nel settore Digital.
Se esistesse un monito per chiunque voglia addentrarsi in questo mondo credo sarebbe:
“Lasciate ogni speranza, voi ch’intrate, se ad aggiornarvi disposti non siate” O qualcosa di molto simile (non sono avvezza al volgare dantesco).
Questo settore, grazie alla sua continua dinamicità, richiede una formazione continua per rimanere sempre al passo con tutte le novità del momento che possono rivelarsi un’importante opportunità di business.
Lo sono un esempio i cambiamenti dell’algoritmo di Facebook, le dure leggi di Google nell’ambito della Search Engine Optimization o le ultime novità sulle campagne pay per click di Adwords. Ma non dimentichiamo che lo stesso utilizzo massivo dei tool, penso per esempio alla SEO ma non solo, è un esempio di come si debba sempre essere pronti ad aggiornarsi se si vuole rimanere competitivi ed aggiornati, seguendo in modo assiduo le novità e i trend di mercato.
Quali sono le strade che posso percorrere nell’ambito della formazione nel marketing?
Aver compreso il valore della formazione nel marketing è ciò che vogliamo vi rimanga impresso alla fine di questo articolo. Ma sappiamo che questo non vi basta, motivo per cui vogliamo fare un passo ulteriore. Uno dei problemi principali è infatti scegliere quale sia la corretta strada quando si decide che si vuole investire tempo e denaro in formazione. Quindi, cosa fare? Si possono fare scelte diverse, in base alle proprie esigenze e alle possibilità di investimento di cui si dispone.
Libri, Riviste, Blog
Leggere dei buoni testi è sempre consigliato ed è valido per qualsiasi livello di preparazione: un buon manuale base può essere l’ideale per chi si approccia da neofita a un particolare settore del digital o del marketing, mentre un libro più avanzato è la giusta soluzione per chi deve rimanere al passo con le ultime novità di settore e in questo caso anche i blog possono essere un valido aiuto.
Non dimenticando che anche le riviste di marketing possono fornire numerosi spunti decisamente da non sottovalutare.
Corsi di formazione individuali (e non)
I corsi di formazione sono perfetti invece per chi necessita di una preparazione mirata su argomenti specifici e offrono il grande vantaggio di una preparazione fornita da un professionista che può quindi seguire il suo allievo, passo dopo passo, fugando in modo semplice e immediato ogni dubbio. Questo chiaramente può valere anche per i corsi svolti in una realtà aziendale, dove comunque c’è la possibilità di avere un rapporto più diretto e personale con il formatore, anche se il corso è composto da più persone.
Momenti di condivisione tra colleghi
Spesso ci si dimentica quanto anche un semplice scambio di informazioni tra colleghi può essere un momento di formazione che può coinvolgere tutto il personale. Hai ottenuto un ottimo risultato e ne sei fiero? Condividilo con i tuoi colleghi durante una riunione o perché no, anche in pausa caffè: può diventare una preziosa fonte di ispirazione!
Eventi e workshop
Eccoci arrivati alla nostra parte preferita: la formazione attraverso gli eventi.
Crediamo molto nella partecipazione agli eventi legati al mondo del marketing, ma non solo, come una vera e propria fonte di formazione irrinunciabile per chi vuole davvero crescere in quest’ambito.
Partecipare a un evento fornisce l’enorme vantaggio di poter ascoltare esperienze e case study da professionisti del settore e soprattutto di avere la possibilità di instaurare un contatto con loro, costruendo vere relazioni e vivendo degli importanti momenti di networking. E poi, chi lo sa cosa può nascere da una semplice stretta di mano?
Ecco perché gli eventi sono una fonte di valore per tutte le parti in causa, non solo per chi partecipa ma anche per chi li organizza.
La formazione come stile di vita e non come necessità
“Never Stop Learning”. Recita così il payoff della MARKETERs Academy, ed è proprio la visione che ci piace della formazione nel mondo del marketing: non un momento transitorio visto come una necessità per raggiungere un determinato obiettivo (che spesso può anche essere temporaneo), ma un vero e proprio stile di vita.
Perché non si dovrebbe mai smettere di essere degli animali da apprendimento che vogliono sempre affrontare sfide nuove e apprendere nuove tecniche per sconfiggere i venditori di fumo che popolano di pregiudizi il mondo del marketing.
Quando si parla di formazione nel mondo del marketing non possiamo non pensare al MARKETERs Festival: un evento di formazione unico nel suo genere con 2 percorsi tematici, 12 workshop e e 25 ospiti: una giornata di speech e workshop sui temi digital più attuali e rilevanti per chi lavora nel marketing e nel mondo del business!
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