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Crescita PersonaleLifehack

Goalsetting: lo strumento fondamentale per ogni MARKETERs che si rispetti

da 30 Maggio 2016Nessun commento
Oggi parliamo di goal! No, non quelli calcistici, bensì di obiettivi. Il Goalsetting è infatti lo strumento ideale per chi desidera migliorare la propria performance ed incrementare la propria efficiency: come fare?

Come ben sappiamo la vita di ogni MARKETERs è scandita da un’infinità di impegni e pianificata fino all’ultimo secondo; può perciò capitare che tra le tante cose da fare si perdano di vista le priorità.
Per questo motivo pianificare non risulta sempre sufficiente per sfruttare al meglio il proprio tempo ed essere allo stesso tempo produttivi ed efficienti: occorre settare una buona strategia per perseguire i propri obiettivi.

In 5 lettere? Bisogna essere SMART.

Quest’acronimo definisce i cinque criteri necessari per la creazione di un obiettivo.

Ma innanzitutto cos’è un goal?

Un Goal è un risultato finale misurabile e concreto che consiste in uno o più obiettivi da raggiungere in un tempo più o meno limitato.

Esso è in pratica ciò che un individuo desidera raggiungere attraverso la propria prestazione, al fine di ottenere un determinato risultato; é fonte principale di motivazione per l’essere umano poiché più l’obiettivo è ritenuto essere importante, più le persone sono motivate a fare di tutto per cercare di raggiungerlo.

companygoal

Un obiettivo tende ad essere di lungo termine per quanto concerne la direzione generale, di breve per un piano d’azione più specifico. Per fare un esempio, supponendo che il goal sia “superare tutti gli esami del semestre” è chiaro che questa affermazione dichiara la destinazione a cui il soggetto aspira ma necessita di una tattica strutturata, una serie di tappe minori che avvicinano a mano a mano alla meta finale e possono essere sviluppate e/o modificate durante il percorso.

Risulta più efficace se:

  • è espresso tramite una sentenza positiva, per esempio: è preferibile “scrivere correttamente” ad un “non fare errori grammaticali”.
  • è preciso e comprensivo di date, orari, dati numerici così da poter monitorare i progressi periodicamente;
  • segue le priorità: specialmente se si vuole raggiungere diversi obiettivi, ad ognuno di questi deve è essere assegnata una certa urgenza.

Perché può tornare utile?

I migliori atleti, uomini d’affari di successo, hanno l’abitudine di settare degli obiettivi; decidere le mete infatti dà una visione più concreta nel lungo periodo e una maggiore motivazione nel breve termine, pone il focus sull’acquisizione di nuove conoscenze e sull’organizzazione del tempo e delle risorse, così da raggiungere il massimo risultato col minore sforzo.

E se dicessi poi che tutto ciò aumenta la propria autostima e la concezione di sé stessi?

Ti ho convinto? Allora continua a leggere!

obiettivo copy

Il goalsetting è una tecnica motivazionale basata sul concetto che la formazione degli obiettivi migliora la performance; può essere adattata ai più svariati campi di applicazione: accademico, lavorativo, sportivo, personale, solo per citarne alcuni, e aiuta a trasformare i propri obiettivi in traguardi raggiunti.

Il suo utilizzo facilita la realizzazione dei propri progetti: infatti distinguendo ciò che è importante da ciò che è irrilevante o fonte di distrazione ed avendo deciso precisamente il traguardo da raggiungere, si viene a conoscenza di dove é più conveniente concentrare i propri sforzi.

Per cosa sta l’acronimo SMART?

Come accennato in precendenza, secondo il modello SMART vi sono cinque criteri per la creazione di un obiettivo efficace: specificità, misurabilità, accessibilità, realismo o rilevanza, limitazione nel tempo.
Un obiettivo deve dunque essere:

  1. Specific: ovvero specifico. È’ indispensabile sapere ciò che si vuole dettagliatamente per evitare di incorrere in scelte sbagliate e opportunità che solo apparentemente avvicinano alla meta prefissata. Un esempio? Dire “voglio aumentare i followers della pagina Twitter” non equivale a dire “voglio raggiungere i 200 followers sulla pagina Twitter entro il prossimo mese”. Meno generico è l’obiettivo, minori sono i rischi di incorrere in scelte errate o energie sprecate. Un obiettivo specifico deve precisare specifiche azioni o eventi che si desidera che si manifestino.
  2. Measurable. Dopo aver definito ciò che si vuole raggiungere è necessario identificare ciò che avverrà in corso d’opera, creare quindi dei piccoli elementi concreti e misurabili che possano testimoniare i progressi raggiunti. Verificare e monitorare i progressi e i benefici periodicamente è estremamente importante per verificare il percorso verso l’obiettivo prefissato. Ecco che spuntano i famosi Reports di cui tanto parla la nostra @PhraBin, questi sono infatti un esempio di “misurazione tradizionale” ma spesso e volentieri vengono adottate per necessità anche “scale di misurazione soggettiva” che permettono di rispondere a “quanto ritieni utile la rubrica Lifehack di TML da 1 a 10?”: e cosiddette “Scale likert”.
  3. Attainable: ovvero raggiungibile. Sappiamo che in cima alla lista dei desideri di ogni marketer che si rispetti vi sono:
    1. Avere il dono dell’ubiquità/teletrasporto.
    2. Avere una giornata di 36 (anzi, facciamo 48) ore.

Ma per quanto ci si possa provare non sono ahimè desideri attuabili. Un obiettivo achievable, non è né banale né semplice da raggiungere; esso implica invece un alto livello di partecipazione emotiva, il soggetto deve essere attratto, motivato al 100% a raggiungere la propria meta. Settare un goal troppo elevato potrebbe causare senso di frustrazione e quindi una successiva rinuncia; se invece la persona si reputa capace di ottenere il risultato sperato, si impegnerà al massimo pur di ottenerlo e passare così al livello successivo.

  1. Realistic/Relevant: come accennavo prima, la task oltre che realistica deve essere sfidante e stimolante; un obiettivo troppo facile da raggiungere o che non provoca senso di realizzazione quando conseguito rischia di essere abbandonato a metà strada e risultare perciò in un inutile spreco di tempo ed energie. Si parla spesso di “exciting goal”, ovvero un tipo di goal che è fonte di eccitazione e motivazione per il soggetto coinvolto.
  2. Time-related: eh già, anche agli obiettivi, come alle lattine di Redbull, occorre una scadenza! Occorre dare un tempo limite al raggiungimento della meta ambita e scandire anche le eventuali tappe intermedie. Vi sono tre categorie di obiettivi: a breve termine, a medio termine e a lungo termine.
    La durata varia in base al contesto in cui si adotta la strategia di GS: sportivo, accademico, lavorativo e così via (in contesto sportivo nel primo caso si parla generalmente di un mese, nel secondo di un periodo tra i 3 ed i 6 mesi, mentre nell’ultimo caso si parla di stagione o addirittura carriera agonistica). La legge di Parkinson afferma che”il lavoro si espande fino ad occupare tutto il tempo disponibile; più è il tempo e più il lavoro sembra importante e impegnativo”.Parafrasando? ” minor tempo= maggior motivazione” Infatti un limite temporale costringe a focalizzare l’attenzione sui compiti da raggiungere, il rischio di non finire in tempo stimola a completare il lavoro, ovvero motiva.

Se non hai ancora iniziato il tuo goalsetting, inizia subito! Dovresti aver ormai capito che non c’è tempo da perdere, il tempo é denaro.

Ecco un inizio che potrebbe fare al caso tuo:

Come superare 10 esami in un anno accademico e riuscire a gestire in contemporanea task forces ed allenamenti?

… continua tu!

Una volta metabolizzata questa tecnica ti renderai subito conto della sua utilità ed inizierai a domandarti: “come potevo viver sopravvivere senza?”

Luna Mendy

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