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Human development: quando conoscersi fa la differenza (parola di Anthony Smith)

da 20 Novembre 2017Nessun commento
Discovering human development

In occasione del MARKETERs Festival di sabato 25 novembre approfondiamo l’importanza di conoscere se stessi, le soft skills e l’intelligenza emozionale. Insomma, tutto quello che serve per arrivare preparati al percorso di Human Development. E lo facciamo assieme a uno dei suoi relatori principali: Anthony Smith, che abbiamo intervistato (di nuovo).

Il MARKETERs Festival è ormai alle porte e forse vi sarete chiesti che cosa ci fa un percorso di Human Development in una giornata interamente dedicata al marketing. Un percorso “premium” che ci guiderà a capire meglio quali sono le nostre soft skills, come migliorarle e svilupparne di nuove. Siete pronti a mettervi in gioco e a conoscere meglio voi stessi?

Soft skills, queste (s)conosciute

Partiamo dalle basi: soft skills. No, non stiamo parlando di qualcosa di soffice o di persone altamente emotive (ma questo ormai lo sapete benissimo; anzi, già saranno nel vostro CV). Parliamo di capacità trasversali e malleabili che hanno a che fare con l’intelligenza emozionale: lavorare in modo efficace in team, doti di leadership e sapersi relazionare agli altri in modo da riuscire a farsi capire chiaramente per potersi organizzare efficientemente. Si tratta di conoscersi talmente bene da sapere come reagire in molteplici situazioni, imparando dalle sfide.

A differenza delle hard skills che sono “meccaniche e misurabili”, le soft skills, chiamate anche “people skills”, sono spesso state sottovalutate nell’economia del largo consumo. Con la crisi e il rivoluzionamento del mercato, con lo tsunami di Internet che ha colpito tutte le generazioni, le aziende hanno dovuto ricredersi e concentrarsi sulle persone. Per fare questo però c’era bisogno di avere all’interno dell’azienda stessa professionisti che fossero in grado non solo di capire le persone esterne che interagiscono in qualche modo con l’azienda, ma anche di saper organizzare i team interni nel modo migliore.

Capire lo sviluppo della nostra psiche quindi può aiutare un professionista o un’azienda a gestire il personale, il mercato, le vendite e le relazioni internazionali. E questo vale non solo nel business, ma anche (e direi quasi soprattutto) nello sport. Ognuno di noi necessita di curare le proprie soft skills, per imparare a gestire in primis il proprio “io” in modo migliore, per poi poter applicare gli stessi principi a un team, un’azienda o un target.

Conoscere se stessi, prima di tutto

Tutti pensiamo di conoscerci alla perfezione. Sbagliato. Studiamo tanto materie come matematica, lingue, economia, marketing, ma poi quando si arriva allo studio della nostra psiche siamo vicini allo zero. Perché viene così sottovalutata una realtà con cui dobbiamo avere a che fare ogni singolo giorno della nostra vita, ossia il nostro “io”?

Non c’è tempo. Vero, siamo talmente oberati da task e deadline che ci pare ridicolo “sprecare” del tempo per conoscerci meglio. Piuttosto andiamo in palestra che male non fa. In realtà, quel tempo è necessario trovarlo. Ora, non rimandiamo. A volte ci si trova in uno status dove siamo travolti dagli eventi e non reagiamo più. Non ci riconosciamo quasi più, diventiamo passivi a osservare gli altri che prendono decisioni per noi, nella vita lavorativa e magari anche in quella personale.

Guardando a chi siamo ora, sorge spontanea la domanda su chi potremmo essere se… se avessimo fatto scelte differenti, se avessimo parlato in modo diverso a quella riunione, se fossimo stati più sicuri della nostra idea, se fossimo stati in grado di pensare in modo chiaro anche in un momento difficile. Moltissimi “se” che ci portano a uno stato dove non siamo più in pace con noi stessi, non amiamo più quello che facciamo e diventa pesante e stressante fare ogni cosa che ci porti un minimo fuori dalla nostra comfort zone.

Il più grande spreco è la differenza tra ciò che siamo e ciò che potremmo essere. Bene, lo vogliamo colmare questo gap? O la lasciamo tra le task incompiute che non troviamo mai il coraggio di affrontare?

Anthony Smith: All For YOU!

D’accordo, quello che ho scritto sopra può sembrarvi tra il catastrofico e l’impossibile, ma in realtà non lo è. Esistono tecniche consolidate per potersi conoscere meglio, sviluppare le soft skills necessarie nel mondo del lavoro. Per questo MARKETERs Academy porta nuovamente in aula una persona che, lasciatemi dire, trovo di grandissima ispirazione! Ladies and Gentlemen, al MARKETERs Festival sarà presente sul palco il grande Anthony Smith!

Anthony Lee Smith

Anthony si impegnerà in questo percorso per allenarci mentalmente a uscire vincenti dalle sfide che ci si presentano nella vita. Ci insegnerà a gestire il nostro pensiero per uscire dai nostri soliti schemi e imparare a comunicare davvero. Quello di cui abbiamo bisogno, ora. Noi di This MARKETERs Life lo abbiamo intervistato in anticipo, cercando di svelare che cosa accadrà il 25 Novembre. Noi siamo curiosi, e voi?

Ciao Anthony! O meglio, bentornato 🙂 La scorsa volta che abbiamo fatto una chiacchierata ti stavi preparando per lo speech di apertura al primo MARKETERs Festival, dove in breve tempo sei riuscito ad attivare le nostre menti per affrontare una giornata carica di apprendimento. Questa volta avrai a disposizione molto più tempo per lavorare assieme ai partecipanti: cosa dobbiamo aspettarci?

Innanzitutto, grazie. Sono contento di tornare a dare il mio contributo per questo evento. Sono rimasto impressionato da quello che l’anno scorso è stato messo in piedi da MARKETERs, e quando mi è stato chiesto di tornare, beh… non potevo dire di no!

Cosa aspettarsi? Mi concentrerò sul concetto di “ponte”: se hai visto il video che ho fatto recentemente davanti al ponte di San Francisco, spero di aver reso l’idea con quella metafora.

Il concetto è piuttosto semplice: il 25 novembre parleremo di cambiamento e di sfide che affrontiamo nella vita. Se abbiamo un metodo per affrontare il cambiamento o per risolvere le sfide è meglio. Ecco, il metodo per me rappresenta il “ponte”. Il “ponte” ti porta da un punto di partenza – una sfida che devi affrontare o il cambiamento che devi effettuare – a quello di arrivo – la risoluzione del problema. E io vi guiderò nell’attraversare questo “ponte” al meglio.

Molte volte nella nostra vita ci troviamo di fronte a situazioni in cui vorremmo mollare, in cui l’asticella ci sembra troppo alta e abbiamo paura di fallire. E spesso, quando succede, ci aggrappiamo a delle inutili scuse per farlo davvero. Come possiamo superare questo stato d’animo per raggiungere i nostri obiettivi?

Dietro alla paura di fallire c’è una convinzione negativa: non CREDI in te stesso, crei delle scuse, ti convinci di non potercela fare; così facendo ti ritrovi a mollare. Quando c’è una convinzione negativa che cerca di rovinarti la festa, la prima cosa che consiglio di fare è di creare un dubbio intorno alla convinzione negativa.

Quando ti focalizzi sulle cose negative, prova a pensare ai motivi per cui invece potresti farcela. Focalizzati su quello che deve succedere per ottenere quel successo. Non lo sai? Allora trova qualcuno che ce l’ha fatta prima di te. In ogni caso, focalizzandoti su cose positive hai più probabilità di avere successo. Se invece sprechi tutta la tua energia sulla negatività, allora non fai altro che aumentare le possibilità di fallire o addirittura di ritirarti prima ancora di provare.

Le persone di successo sanno motivare se stesse per pensare in positivo. Detto così sembra un’americanata! Ma è proprio così! Nel mio libro “Il Coraggio di Cambiare” parlo di diciotto cose diverse che mi aiutano a tenermi motivato. Ne aggiungo un’altra: in questo mondo ci sono sette miliardi di persone. Mi dico che tra queste ci sarà sicuramente qualcuno con meno capacità rispetto alle mie che è riuscito a superare la mia stessa sfida. Non posso credere diversamente. E mi dico: “Se l’ha fatto quella persona, allora devo essere in grado di farcela anch’io! Quindi fai qualcosa! Trova una soluzione!”.

Parliamo infine di cambiamento, un tema a noi (e a te) molto caro. Quali sono le qualità che ti sono tornate più utili nel momento in cui hai cambiato la tua vita? Cosa possiamo trarre dalla tua storia?

Volendo fare un elenco, ti direi che le qualità più importanti per me sono senza dubbio:

  1. la preparazione,
  2. il tempo che ho preso per capire meglio me stesso. Mi sono studiato e ho cercato di capire il perché di quella strana sensazione dentro di me che mi diceva di dover lasciare un’azienda che amavo per perseguire un’altra strada. Ho scritto la storia della mia vita – riassunta in 16 pagine – e in quella storia ho trovato 22 lezioni e “indizi” che mi hanno fatto capire cosa dovevo fare e cosa non dovevo assolutamente fare,
  3. la capacità di guardare le cose da un altro punto di vista e di pensare fuori dagli schemi,
  4. la chiarezza dell’obiettivo nei minimi particolari,
  5. una pianificazione solida e dettagliata per aiutarmi a raggiungere i miei obiettivi,
  6. la capacità di motivare me stesso e tenermi motivato per stare sempre sul pezzo,
  7. la disciplina, per fare tutto ciò che era necessario per raggiungere la meta
  8. la flessibilità di modificare il piano strada facendo,
  9. l’intelligenza di capire che non potevo fare tutto da solo: ho trovato dei mentori, persone che mi mi hanno aiutato e che avevano già fatto quello che volevo fare io,
  10.  tanta, tantissima pazienza; un cambiamento importante va ponderato e pianificato. Non consiglio fare un salto nel buio, anche se si ha fretta,
  11.  credere in me stesso; sapere che sono una persona capace e che se mi applico, dando il meglio di me e se sono disciplinato e costante, posso fare grandi cose. Devi credere in te stesso. Se non lo fai tu per primo, chi è che lo farà?

Il mondo della comunicazione sta cambiando ormai da anni, e le competenze per poter padroneggiare i nuovi mezzi richiedono formazione continua (motivo per cui eventi come il MARKETERs Festival diventano il pane per ogni marketer che non voglia restare indietro). Quale pensi che sia il cambiamento più grande che viene richiesto a un marketer oggi?

Devo ammettere che sto studiando e applicando le cose che imparo giorno per giorno. Per quello che vedo, ci sono cinque cose importanti da tenere in considerazione (anche se non sono grandi novità, ma sono in continua evoluzione):

  1. Essere presenti sul web: in un seminario che ho frequentato qualche anno fa ricordo le parole di un docente: “Se qualcuno ti cerca sul web e non ti trova, allora non sei nessuno”. Oggi è davvero così. E non intendo che potresti farcela solo con una pagina Facebook. Ci sono tanti strumenti e software oggi che ti permettono di presentarti in modo efficace sul web, anche senza spendere un sacco di soldi,
  2. Saper raccontare storie: quando vendi è importante che i tuoi clienti possano identificarsi con te, sapere che tu sei o sei stato uno di loro o che tu hai superato una sfida che loro stanno cercando di superare, o che hai un prodotto che può aiutarli. La storia deve non solo essere raccontata, ma deve essere un po’ come una di quelle fiabe di Hollywood,
  3. Dare, prima di ricevere: nel marketing vedi tante aziende o professionisti che si propongono sembrano solo interessati a quello che possono ricevere: il risultato di vendita, i soldi, qualsiasi cosa possano possono ottenere. La cosa più importante è invece quello che tu puoi dare. O detto in un altro modo, se vuoi essere interessante per i tuoi potenziali clienti, allora devi prima interessarti a loro,
  4. Saper automatizzare le informazioni: esistono tanti servizi online che ti permettono di automatizzare le conversazioni e restare in contatto con le persone che ti seguono senza dover per forza stare attaccato al computer/telefono 24/7,
  5. Saper utilizzare bene i social media (o trovare qualcuno che lo sappia fare al posto tuo): per sapere tutto di tutto, rischi di diventare matto. A meno che tu non sia un vero appassionato, il mio consiglio è di farti aiutare da degli esperti.

Grazie mille per il tuo tempo, Anthony!

Concordo a pieno con te: conoscersi è fondamentale e avere un metodo per affrontare il cambiamento aiuta moltissimo a trarne risultati benefici. Inoltre, dobbiamo cercare sempre di alzare l’asticella e non aver paura di affrontare i limiti che a volte ci poniamo da soli tra convinzioni e “non ci riesco” detti ancor prima di provare.

Cosa aspettate ad acquistare il vostro biglietto? Ci vediamo molto presto il 25 Novembre a Villa Fiorita, Treviso. Non mancate!

Elena Galletto

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