
Ogni neolaureato in discipline di management – siano esse marketing, finanza, vendite, ecc. – ha di fronte un grande dubbio sull’inizio della propria carriera. È meglio rivolgere le proprie ricerche lavorative al mondo delle grandi aziende e delle multinazionali o alle piccole aziende? E in ogni caso, perché? Ho intervistato quattro importanti esponenti di grandi aziende e di PMI per avere un parere, e trarre delle riflessioni.
Inutile negarlo: la scelta lavorativa post laurea è uno dei momenti più critici di ogni giovane laureato. Ci si laurea per entrare nel mercato del lavoro e iniziare una carriera, dopotutto. Ci sono molti aspetti e molte possibili scelte da considerare: agenzia o azienda? Treviso o Milano? Italia o estero? Uno dei primi punti caldi da affrontare è la scelta se indirizzarsi su una grande azienda multinazionale oppure su una piccola azienda (PMI o startup).
Chi ben comincia è a metà dell’opera
Il tema di questo articolo e l’idea delle interviste sono state ispirate da un confronto avuto con Diego Zandonella durante una serata di confronti sull’appeal e sulle reali opportunità che le PMI possono offrire alla generazione dei millennials.
Ho chiesto a 4 professionisti del marketing di rispondere a questa e ad altre domande da correlare con la scelta lavorativa post laurea.
Andrea Pizzola
Sales & Marketing Director – Pixartprinting
Dove hai iniziato la tua carriera?
Ho iniziato a lavorare per un’azienda del gruppo Bertelsmann, in provincia di Bergamo. Mi sono occupato di progetti editoriali, seguivo la vendita e la progettazione di monografie per aziende di moda, design e di strutture culturali. Ho anche progettato il libro più grande mai stampato nella storia dell’uomo: un libro di 16 pagine, in formato aperto A0 e chiuso A1, per la Virgin Galactic, la sezione aerospaziale del gruppo Virgin. Il libro sarebbe stato destinato ai clienti che stavano per acquistare uno dei primi voli commerciali in atmosfera destinati ai civili. Sono rimasto lì per circa 4 anni, dal 2004 al 2008. Poi mi sono preso un anno di pausa perché vinsi una borsa di studio per un MBA al MIP di Milano, sull’ecommerce e nel 2009 sono entrato in YOOX Gruop; avventura che mi ha portato in Pixartprinting dopo 4 anni, nel 2013. Da allora dirigo l’ufficio Sales & Marketing di questa perla del Veneto.
Che studi hai fatto all’Università?
Sono laureato in Filosofia, pressa l’Università Statale di Milano, la tesi, con indirizzo storico-antico, ha trattato l’acrasia, ossia la mancanza di autocontrollo, ovvero: perché commettiamo errori pur sapendo che sono errori; diciamo che in parte è stato un lavoro utilissimo per capire meglio il mio modo di vivere e affrontare le sfide.
L’avresti mai detto che un giorno saresti arrivato dove sei ora? Quali erano i tuoi piani a inizio studi?
Diciamo che una persona sogna sempre, perché i sogni sono lontani, sono in alto e in alto bisogna pure arrivare. Se non si guarda lontano si rimane dove si è in quell’istante; quindi, sì, perché non provare a sognare di diventare qualcuno in grado di guidare qualcun altro, o quanto meno fare in modo che tutte le persone che stai guidando possano un giorno essere laddove ti trovi tu in quel momento.
Sono arrivato laddove ho sognato? Sì, solo che adesso sto sognando laddove sarà tra altri dieci anni.
Non avevo pianificato molto, mi sono sempre dette di guardare avanti e di essere felice, di sorridere alla vita e di trasmettere la giusta dose di entusiasmo.
C’è un avvenimento, una persona o un libro che ha inciso profondamente sulla tua carriera professionale?
Ci sono due autori che mi hanno cambiato il modo di pensare al mio lavoro e sono Martha Rogers e Don Peppers, il libro è Managing Customer Relationship; penso sia il sunto complessivo per approcciare alla gestione di un brand e alla sua valorizzazione, al modo di intendere il fare impresa. Il resto della letteratura che mi ha segnato viene prima oppure dopo, ecco perché questo libro è importante per me, perché è uno spartiacque, un punto di riferimento o una boa; anche Paolo Iabichino è persona, e non libro, che mi ha sempre colpito e mi ha sempre dato parecchio, sia attraverso la sua letteratura che durante i suoi lavori e, perché no, i suoi speech.
Guardando al mondo del lavoro di oggi, un aspirante marketer, laurea alla mano, da dove dovrebbe iniziare la propria carriera?
Un marketer deve avere due qualità importanti saper generare valore e saper leggere i numeri; deve iniziare da qui, da queste due competenze. Saper scrivere significa saper comunicare, ma anche adeguare il linguaggio a chi poi ti legge; saper leggere i numeri significa comprendere a fondo metriche comportamentali che permettono di prendere delle decisioni, o quanto meno imparare.
Italia o estero?
Non importa, la cosa importante è sentirsi a casa, comodi, confortevoli. La radici se sono ben impiantate nel terreno non ti fanno cadere, e ti permettono di arrivare lontano senza sentire l’assenza di chi sei veramente. Laddove ti trovi, lì devi essere te stesso.
(questa citazione viene da Rukeli, un boxer vissuto durante il perdio nazista in Germania. <<Ora, dire albero equivale a dire alto, maestoso. Maestoso ce l’hai aggiunto tu… Io sono albero e basta, sono forte perché ho radici profonde e non cado”. Era forte e agilissimo, un atleta perfetto. Sul ring danzava, ma nel suo nome nascondeva solide radici. Rukeli vuol dire “albero>> c’è uno spettacolo di Gianmarco Busetto con questo nome che consiglio.)
Che consiglio daresti ai giovani alla loro prima esperienza lavorativa?
Il tempo è un vostro alleato, la giornata ha 24 ore: impiegatele in modo differenziato. Non si rimane in ufficio più di quanto l’impegno richieda, poi si esce e si continua a fare quello che si è fatto durante il giorno: divertirsi e sentire la sensazione della crescita; le aziende hanno bisogno di teste pensanti e una testa pensante la si nutre con tutto, non solo di lavoro.
Se tornassi indietro, cosa non faresti alla tua prima esperienza lavorativa?
L’unica cosa che farei se tornassi indietro sarebbe rifare ogni piccolo e grande sbaglio, perché sono gli unici momenti della mia vita che mi hanno veramente fatto crescere.
Leggi la nostra intervista ad Andrea Pizzola di Pixartprinting realizzata in occasione del MARKETERs Festival 2016.
Petra Schrott
Marketing Consultant & Professor
Dove hai iniziato la tua carriera?
In un’agenzia di comunicazione a Milano, Mager Maack.
Che studi hai fatto all’Università?
Scienze Internazionali e Diplomatiche (Indirizzo economico internazionale).
L’avresti mai detto che un giorno saresti arrivata dove sei ora? Quali erano i tuoi piani a inizio studi?
Pensavo di diventare marketing manager, ma sono andata oltre le mie aspettative per la parte di insegnamento al CUOA e la parte di consulenza strategica e il blog. Non pensavo di saper scrivere visto che prendevo 6 in italiano.
C’è un avvenimento, una persona o un libro che ha inciso profondamente sulla tua carriera professionale?
Il master CUOA.
Guardando al mondo del lavoro di oggi, un aspirante marketer, laurea alla mano, da dove dovrebbe iniziare la propria carriera?
Da qualche anno all’estero, l’Inglese è un requisito fondamentale e lavorare all’estero ti apre a tante possibilità e ti insegna a lavorare in gruppi multiculturali.
Italia o estero?
Estero.
Che consiglio daresti ai giovani alla loro prima esperienza lavorativa?
Di essere umili perché devono imparare. I giovani d’oggi vogliono tutto e subito e non vogliono fare molto sforzo per ottenerlo.
Se tornassi indietro, cosa non faresti alla tua prima esperienza lavorativa?
Farei tutto quello che ho fatto. Soprattutto i 2 anni in Germania all’HQ di Henkel.
Diego Zandonella Callegher
Consulente di Management, Coach – Titolare STUDIO ZANDONELLA&PARTNERS
Piccola-media impresa o multinazionale?
Dove hai iniziato la tua carriera?
Dopo il percorso universitario, con alcune esperienze lavorative da studente, ho iniziato la mia carriera lavorativa nel 1989 in una piccola azienda artigiana di 7 dipendenti, con un ruolo di impiegato tecnico ma, nei fatti, di “tuttofare” in base alle necessità dell’imprenditore. Un’esperienza fondamentale per iniziare a conoscermi e capire cosa mi piaceva veramente.
Che studi hai fatto all’Università?
Scienze Forestali all’Università di Padova.
L’avresti mai detto che un giorno saresti arrivato dove sei ora? Quali erano i tuoi piani a inizio studi?
No, non l’avrei mai pensato. I mie “piani” di allora (se così si possono chiamare) prevedevano una carriera come funzionario pubblico nel Corpo Forestale dello Stato. In realtà inseguivo una convinzione infondata: quella di unire l’attività lavorativa con la passione per la montagna e la natura. Niente di più rischioso: un conto è la professione (che ti deve piacere e appassionare per sentirsi appagato) e un’altra cosa sono le passioni e gli hobby.
C’è un avvenimento, una persona o un libro che ha inciso profondamente sulla tua carriera professionale?
Ci sono 2 avvenimenti fondamentali. Il primo riguarda la mia seconda esperienza lavorativa da dipendente, dal 1993 al 1995, in un’azienda di soli 40 dipendenti ma dal “respiro” internazionale. Qui ho scoperto il “Quality Management”, ho capito cosa vuol dire avere una “Visione sistemica” e ho intuito che un giorno sarei diventato un Consulente libero professionista. Il secondo avvenimento riguarda la scoperta del “Coaching”, nel 2010, una piccola-grande rivoluzione per me, non solo per le conseguenze in ambito professionale ma anche come scuola di vita.
Italia o estero?
Se ne ha le possibilità, subito dopo la laurea suggerirei un percorso di studi e specializzazione all’estero. Completato questo, un’esperienza lavorativa all’estero (ma centrata su un’idea di sviluppo professionale). Se la permanenza all’estero non è possibile, suggerirei comunque un percorso post-laurea di formazione specialistica in Italia, con stage in un’azienda che ti “insegna” (non ha importanza il grande brand). Se anche questa opzione non è possibile, inviterei a fare comunque esperienze lavorative (anche se non gratificanti). Un giovane ha necessità di capire qual è il lavoro adatto per lui, di provarsi, di capire quali sono le sue attitudini e i suoi talenti, di avere conferme e, anche, di trarre insegnamenti.
Che consiglio daresti ai giovani alla loro prima esperienza lavorativa?
Di non inseguire a tutti i costi l’ingresso nell’azienda dal grande marchio o dalle grandi dimensioni. Ci sono opportunità di crescita anche nelle PMI e nelle micro-imprese. Esistono realtà che pur non avendo “numeri” importanti sono guidate da imprenditori evoluti, spesso di nuova generazione, più aperti ad investire su giovani volenterosi e con talento. In queste realtà è possibile crescere molto, se non in termini di specializzazione (ma non è detto) sicuramente in termini di visione sistemica e di comprensione dei funzionamenti di un azienda. Suggerirei ad un giovane di non inseguire l’impresa dal grande nome, ma di cercare invece l’imprenditore o il Manager “giusto” per lui, che abbia voglia di investire su un giovane e il desiderio di farlo crescere. Cerchiamo le affinità, la visione, i valori e il cuore, più che il “brand”.
Se tornassi indietro, cosa non faresti alla tua prima esperienza lavorativa?
Rifarei tutto. Quella esperienza da “tuttofare” mi è servita moltissimo. Se sono riuscito a fare ciò che più mi piace e oggi sono gratificato dal mio percorso professionale di quasi 30 anni, lo devo anche a quella piccola azienda “scalcagnata” ma dalla grande umanità.
Roberto De Lucca
Marketing Manager Loacker Italia
Dove hai iniziato la tua carriera?
La mia prima esperienza è stata nel Gruppo Coin, ero in stage nell’ufficio import/export.
Ma la “vera” carriera è iniziata qualche anno dopo in Nielsen.
Che studi hai fatto all’Università?
Economia e Commercio a Ca’ Foscari. Poi ho fatto un percorso post lauream in marketing e infine un MBA serale dopo lavoro al Politecnico di Milano.
L’avresti mai detto che un giorno saresti arrivato dove sei ora? Quali erano i tuoi piani a inizio studi?
Appena laureato avevo provato ad iniziare un tirocinio da un commercialista, ma non faceva per me. Poi, durante una esperienza di auditor in PriceWaterhouseCoopers, ho conosciuto alcuni responsabili marketing di grandi aziende e dal quel momento mi ero fissato l’obiettivo di diventare brand manager di una grande azienda. È stato difficile raggiungerlo, sicuramente ci sono volute perseveranza, preparazione, contatti giusti e anche un po’ di fortuna che non guasta mai.
C’è un avvenimento, una persona o un libro che ha inciso profondamente sulla tua carriera professionale?
Sicuramente il mio relatore della tesi di laurea (dott. Andrea Stocchetti) che mi ha dato un consiglio preziosissimo in un momento molto drammatico della mia vita.
Guardando al mondo del lavoro di oggi, un aspirante marketer, laurea alla mano, da dove dovrebbe iniziare la propria carriera?
Fossi un aspirante marketer cercherei due strade: di collaborare in una startup (si lavora tanto e si impara di più) o di inserirsi in un’azienda “scuola” come P&G, Unilever, Ferrero per una prima esperienza di 3 anni massimo.
Italia o estero?
Indifferente, meglio all’estero per la lingua e per alcuni aspetti lavorativi ma si possono trovare opportunità interessanti anche in Italia.
Che consiglio daresti ai giovani alla loro prima esperienza lavorativa?
Quando ci si trova in difficoltà al lavoro, quando ci sono ostacoli che sembrano difficilmente sormontabili allora è a quel punto che non bisogna mollare e si cresce veramente.
Se tornassi indietro, cosa non faresti alla tua prima esperienza lavorativa?
Rimanere in Italia, avrei dovuto iniziare all’estero. Non lo dico perché l’estero offra più opportunità, ma perché una esperienza all’estero aiuta a vedere le cose da altre prospettive e si impara meglio una lingua. Meglio fare questa scelta da giovane quando ancora non si hanno grandi impegni famigliari.
I ragionamenti su questa domanda avranno un seguito offline, il 3 febbraio all’evento
“Incontro fra PMI e Consulenti di Management del NordEst” organizzato dalla APCO (Associazione Professionale Italiana Consulenti di Management) di Veneto, Trentino Alto Adige e Friuli Venezia Giulia, con il supporto di FINEST e GENERALI e la collaborazione di MARKETERs.
Avrò l’onore di aprire l’evento con un intervento che ho titolato: Under 30 in carriera: piccola impresa o multinazionale?
L’obiettivo sarà quello di lanciare una provocazione e stimolare il dibattito con gli imprenditori e i consulenti presenti 🙂