
Se questo movimento ha un grido di battaglia è YOLO: “si vive una volta sola”. In tanti lo abbiamo sempre detto ma in realtà è un acronimo reso popolare dal rapper Drake un decennio fa. Ecco a cosa ci riferiamo quando parliamo della Yolo Economy, del cambio di vita da un posto sicuro e stabile ad un posto di lavoro più azzardato e incerto, spinti dalla speranza di raggiungere il proprio sogno.
You Only Live Once, ovvero “si vive una volta sola”
Proprio pochi giorni fa è uscito il nuovo film distribuito da Medusa chiamato “Mollo tutto e apro un chiringuito”, con la storia del noto “Milanese Imbruttito” che cambia vita dopo un momento difficile a livello lavorativo. Questo è solo uno dei tanti esempi che stanno caratterizzando il 2021 e che possono essere considerati parte della Yolo Economy.
Esauriti e pieni di risparmi, alcuni lavoratori stanno lasciando i lavori stabili in cerca di avventure postpandemiche.
Così il New York Times definisce i protagonisti di questo fenomeno, che ha avuto una forte accelerata con il Covid-19, coinvolgendo in particolare i Millennials e parte della Generazione Z.
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Il principio da cui si sono ispirati sta proprio nel termine stesso di YOLO. La sua nascita risale alla lingua inglese in sostituzione della frase “Carpe Diem”, ma il primissimo uso lo si attribuisce allo scrittore tedesco Goethe nel 1774. Oggi l’acronimo di “You Only Live Once” è diventato popolare grazie al rapper Drake e alla canzone The Motto del 2011. Da allora viene utilizzato per definire coloro che decidono di prendere decisioni audaci, non avendo paura di esporsi ai rischi.
Attualmente, persino gli operatori di borsa lo citano quando fanno scommesse irresponsabili che a volte pagano.
Più frequentemente, è arrivato a caratterizzare l’atteggiamento che ha catturato un certo tipo di impiegato annoiato che vuole cambiare ambiente lavorativo.
The Great Resignation e le grandi dimissioni
La cosiddetta The Great Resignation, dopo gli Stati Uniti continua a colpire anche l’Italia. Secondo il Ministero del lavoro, nella nota rilasciata nel secondo trimestre del 2021 si sono registrate 484 mila dimissioni volontarie, ben 85% in più rispetto al 2020.
Questo fenomeno lo si riscontra soprattutto nei Millennials, che sono propensi ad lasciarsi alle spalle il loro attuale lavoro per avviare una propria attività imprenditoriale, che molto spesso parte da un loro hobby o passione.
Questi desideri e aspettative sono la profonda conferma che i dipendenti cercano qualcosa di più del semplice compenso dai loro datori di lavoro. Ciò è particolarmente vero anche per i giovani della Generazione Z, di cui solo il 29% ha indicato uno stipendio competitivo e benefit come fondamentali per il proprio impegno, rispetto a quasi la metà (49%) di coloro che hanno più di 55 anni.
Grazie alle novità delle piattaforme online, queste nuove attività imprenditoriali sfruttano il lavoro da remoto e si avvalgono delle ultime tecnologie per raggiungere la clientela, eliminando l’approccio di vendita fisico ma avvalendosi del coworking.
In Italia questa direzione sarà presto appoggiata dal nuovo Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza lanciato dal Governo come progetto facente parte del Recovery Fund, avente investimenti pari a 191,5 miliardi di euro divisi in 6 missioni, tra cui: l’innovazione, la digitalizzazione, la competitività, l’istruzione e la rivoluzione verde. Questo progetto potrebbe arrivare, secondo le stime, a portare ad una crescita media del PIL nel 2022-2026 dell’1,4% più alta rispetto al 2015-2019.
Yolo Economy: i numeri
Sicuramente avremo sentito storie di persone che di recente hanno deciso di dare una svolta alla loro vita lavorativa e non solo. Approfondiamo alcuni dati interessanti di due analisi basate sul 2020 e 2021.
Una ricerca realizzata dall’IBM Institute for Business Value (IBV) per l’Italia pubblicata a febbraio 2021 ha reso noto che:
- 1 dipendente su 5 ha cambiato volontariamente lavoro nel 2020. La Generazione Z (33%) e i Millennial (25%) rappresentano le fasce di età che più si sono messe in gioco.
- 1 persona su 4, a livello globale, intende cambiare posto di lavoro nel 2021 e anche chi ha cambiato lavoro nel 2020 potrebbe essere alla ricerca di nuove opportunità.
- Il 28% dei dipendenti intervistati ha dichiarato di voler cambiare lavoro nel 2021. Le ragioni principali di questa scelta sono la necessità di un programma o di un luogo di lavoro più flessibili, di maggiori benefit e di supporto per il proprio benessere.
- Per quanto riguarda le skills, invece, il 58% degli intervistati ha dichiarato di voler seguire corsi di formazione continua, per lo più online; il 25% ha indicato riqualificazione o miglioramento delle competenze come obiettivi principali per il 2021, inclusa l’iscrizione a un corso di laurea o certificazione; circa il 30% della Generazione Z e il 30% dei Millennial ha dichiarato che si iscriverà a un corso di laurea o certificazione e più di 1 intervistato su 4 della Generazione Z afferma che perseguirà un’opportunità di apprendistato, rappresentando la generazione più disposta a intraprendere questo percorso.
La nota redatta in forma di Comunicazioni obbligatorie dal Ministero del Lavoro, delle Politiche Sociali e dalla Banca d’Italia, il 6 novembre 2021 ha reso noto che:
- Nel corso del 2021 le dimissioni sono gradualmente aumentate superando, nella seconda metà dell’anno, i livelli registrati nell’anno precedente.
- Sono molteplici i fattori, sia lato offerta sia lato domanda di lavoro, che potrebbero spiegare tale incremento. Da una parte i lavoratori dipendenti potrebbero essere meno disponibili a lavorare alle condizioni prevalenti, mentre dall’altra è possibile che, grazie alla ripresa della domanda di lavoro, un numero crescente di persone lasci la propria occupazione stabile per un’altra.
- Nei primi 10 mesi dell’anno sono state rilevate 777.000 cessazioni volontarie di rapporti di lavoro a tempo indeterminato, 40.000 in più rispetto a due anni prima.
- Nel 2021 le dimissioni volontarie sono aumentate nel Centro Nord e nel Mezzogiorno, invece, sono rimaste stazionarie.
Il dipendenti cambiano lavoro: motivazioni e contro-azioni
All’interno dello studio di IBM sono state anche ricercate le motivazioni che hanno spinto i dipendenti in Italia a cambiare lavoro nel 2020 in piena emergenza pandemica. È emerso che il desiderio di avere una flessibilità sul luogo di lavoro (32%) è l’aspetto più desiderato, a cui segue la voglia di avere un incarico più mirato e soddisfacente (27%). Troviamo poi la voglia di ottenere più benefit insieme a una maggiore attenzione al proprio benessere (26%), un maggior riconoscimento del proprio valore (25%) e salari più alti o promozioni di carriera (25%).
Secondo l’indagine fatta su 14.000 persone di tutto il mondo, alla domanda “cosa i datori di lavoro dovrebbero offrire per coinvolgere i dipendenti e trattenerli all’interno delle organizzazioni?“, i lavoratori hanno risposto:
- l’equilibrio tra vita professionale e vita privata (51%), ovvero il cosiddetto work life balance
- le opportunità di avanzamento di carriera (43%)
- le necessità di avere maggiori opportunità con retribuzioni e benefici (41%)
- la presenza di etica e di valori proprio nel datore di lavoro (41%)
Più di un terzo dei dipendenti ha anche indicato le opportunità di apprendimento continuo (36%) e la stabilità organizzativa (34%) come fattori chiave di coinvolgimento.
Why the YOLO economy is here to stay and how you can take advantage of it from @AFE_USA_Org #entrepreneurship #greatresignationhttps://t.co/w1V0tiroxy pic.twitter.com/Ong7cUabeB
— Zoetica Inc (@zoeticainc) December 10, 2021
In conclusione
Ciò che emerge è che i vantaggi per chi abbraccia la Yolo Economy possono riguardare:
- la possibilità di gestire il controllo della propria vita
- maggiore flessibilità di orari
- non avere perdite di tempo dovute al pendolarismo
- essere concentrati sulla propria passione
- essere realizzati in ciò che si fa
E quelli per i datori di lavoro? Secondo Pietro Novelli, country manager Italia di Oliver James, gli elementi che possono influire sulla decisione di restare in azienda sono:
Flessibilità, tanto oraria quanto di luogo di lavoro, possibilità di poter migliorare le proprie competenze, confermando, così, che la formazione continua è un elemento importante per trattenere talenti. Infine, un buon piano di welfare aziendale e un definito percorso di avanzamento carriera, giudicati gli elementi fondamentali per non guardarsi intorno.
Sarà questo il futuro del mondo del lavoro?