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Personal Branding: istruzioni per l’uso

da 30 Ottobre 2018Novembre 2nd, 2018Nessun commento

Quando pronunciamo la parola “brand”, volontariamente (o involontariamente) facciamo riferimento ad un segno distintivo di un’azienda. Il brand infatti è l’emblema che distingue un’azienda dai suoi concorrenti e la caratterizza.
Tuttavia ora, nell’epoca dei social network, degli influencer e del web 2.0 risulta avere sempre molta più importanza l’individuo. Le tecniche di Branding utilizzate dalle aziende vengono adottate e adattate alla persona per esternalizzare cosa sappiamo fare, come lo sappiamo fare e perché dovremmo essere scelti. Ecco il Personal Branding.

Cos’è il Personal Branding

Il Personal Branding consiste infatti in una serie di azioni poste in essere, da individui, per distinguersi, spiccare e perché no, farsi scegliere. Più chiaramente si può intendere il Personal Branding come “quel processo che crea nella mente dei tuoi possibili clienti l’idea che non esista sul mercato una persona che possa fornire un servizio o un prodotto come te” (Luigi Centenaro, Tommaso Sorchiotti, Personal branding. Promuovere se stessi online per creare nuove opportunità). Con ciò il focus è incentrato sulla reputazione, sulle idee, e sui comportamenti.

Diventa pertanto fondamentale saper trasmettere le informazioni con gli strumenti idonei e nel modo corretto. è necessario concentrarsi sui propri punti di forza e valorizzarli. Ciò non deve però essere frainteso e portare a nascondere i propri difetti, ma semplicemente lasciare spazio a ciò che si sa fare meglio e che magari ti renda unico in mezzo alla massa. Il Personal Branding quindi è intesa come una forma di promozione di se stessi.

Il tuo nome e la tua immagine sono un marchio: deve essere riconoscibile e coerente.

Promuovere se stessi, online e offline, non è però un’operazione facile e scontata. Quello che si deve puntare è far ricordare il proprio nome. Le azioni, le conversazioni sul web, gli interventi, i video e altre forme di comunicazione di pensiero e della personalità vengono immagazzinate nella memoria delle persone e scolpiscono una determinata immagine. Tale immagine diventa il nostro marchio, segno distintivo, che ci identifica come unici. Questo fattore distintivo, se “allenato/impiegato” con costanza, sfruttando strumenti come Facebook, Instagram, Linkedin o Youtube e rimanendo coerente sulle diverse piattaforme, ci renderà sempre più facilmente riconoscibile.

Gli strumenti per fare Personal Branding

Numerosi al giorno d’oggi sono gli strumenti che possiamo impiegare in questo processo di nascita e mantenimento del Personal Branding. Alcuni, più di altri, danno l’opportunità di esprimersi più ampiamente. Se pensiamo a Twitter ed ai suoi 140 caratteri e lo rapportiamo ad un blog ci accorgiamo della grande differenza che c’è tra i due strumenti. Il primo è limitato all’iscrizione e ai suoi pochi caratteri per un tweet, il secondo invece non è vincolato da un iscrizione e non ci sono limitazioni di testo. Entrambi questi strumenti sono però sfruttati per fare personal branding. Ciò che è necessario è tenere a mente diverse parole chiavi quando si sfruttando determinati strumenti. Perseveranza è la prima parola. Essere costanti con i contenuti da pubblicare (video, foto, testi) è fondamentale per fare del “rumore” ed ottenere un buon traffico sul proprio profilo/blog. Singolarità, in quanto creare contenuti che attirano l’attenzione del pubblico e che creino allo stesso tempo un valore aggiunto per noi è punto cardine per creare una propria immagine ben riconoscibile. Network, cercare e creare una rete di sostenitori e affini può solo che giovare alla nostra immagine e aumentare la possibilità di essere raggiunti dalle persone giuste e a cui puntiamo. The last but not the least: coerenza, riuscire a replicare lo stesso comportamento e gli stessi contenuti sui diversi strumenti, Facebook, Linkedin, Instragram, blog permette di essere più credibili, facilmente riconoscibili ma cosa più importante ci permette di stringere relazioni solide e durature con utenti e interlocutori. Tutto ciò può essere ricondotto all’ Engagement.

Best practice: come fare Personal Branding

Il Personal Branding inoltre se sfruttato nel modo giusto può essere uno strumento da cui trarre grandi benefici, senza dimenticare che è una strategia e come tutte le strategie anche il Personal Branding deve essere studiato.

Ciò che è fondamentale è partire da una base solida. Porsi domande come  “chi sono?”, “cosa mi piace?” “cosa so fare meglio?”, è punto cardine per costruire una reputazione coerente e trasparente.

D’altronde, lavorativamente parlando, la reputazione è ciò di più prezioso che abbiamo. Dare prova delle nostre migliori capacità e interessi, in un mercato del lavoro altamente competitivo, è vantaggioso per essere scelti. Con il personal branding si punta ad attuare un piano strategico costituito da azioni da intraprendere ed obiettivi da raggiungere per far risaltare la nostra figura migliore. Al giorno d’oggi non è essenziale solo una buona reputazione offline ma anche online, anzi, quest’ultima gioca un ruolo quasi più importante dato che facilmente variabile in corrispondenza della nostra crescita ed influenza al cambiamento.

Ricordiamoci inoltre che per ottenere informazioni più approfondite gli stessi recruiter possono fare velocemente un giro in rete e reperire informazioni che magari al colloquio non abbiamo fatto trasparire (con la conseguente figuraccia).

Ma pensando più in grande, anche la reputazione online di CEO e manager ha un impatto sulle loro aziende e prodotti. Da una buona reputazione può nascere un buon affare o influenzare a sua volta comportamenti e modi di decine, centinaia e migliaia di persone, dall’altro lato però una mossa sbagliata nel web può comportare ad altrettanti insuccessi.

Pertanto riuscire a trasmettere all’esterno una buona reputazione grazie ad una buona strategia di personal branding è utile da un punto di vista lavorativo, per chi cerca un lavoro e professionale, per chi cerca di allargare il proprio bacino di clienti o affari.

Worst practice: come non fare Personal Branding

Ma come ogni cosa anche il Personal Branding ha il suo lato della medaglia. Cosa è opportuno evitare? L’inconsapevolezza dell’impatto di ciò che si condivide e che si posta online, il che si traduce come: l’inconsapevolezza dell’impatto del proprio profilo sul web.

Ebbene si, la mancanza di capacità di percepire la fonte e la veridicità di una notizia, che si decide di condividere, può intaccare la reputazione. In particolare al giorno d’oggi, dove Internet è talmente vasto e ancora poco conosciuto dalle persone, che le fake news sono ancora poco riconoscibili, o al contrario sono scritte così bene da sembrare vere.

La secondo azione da evitare può essere assimilata ad una fake news. Ciò che è da evitare infatti è di “vendere un’immagine falsa di se stessi”. Essere coerenti è essenziale nello sviluppo del proprio personal branding e per non perdere di credibilità.

Infine una delle cose più importanti e che a volte può mancare è il non avere un obiettivo chiaro da raggiungere. Molte persone cercano di costruire un proprio marchio sul web semplicemente puntando a diventare influencer, ma ciò porta l’individuo a creare scompiglio su ciò che sono i suoi contenuti senza riuscire a trasmettere un qualcosa che effettivamente lo distingua e faccia risaltare il valore aggiunto.

Se vuoi saperne di più sul Personal Branding, per evitare gli errori o migliorare la tua performance online ti invitiamo al MARKETERs Festival il 24 Novembre 2018, presso la Fiera di Vicenza. Potrai avere l’opportunità di approfondire la tematica tramite workshop e/o interventi sostenuti da esperti del settore. Ti aspettiamo, per maggiori informazioni ti invitiamo a visitare il sito.

Anna Tecchiato

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