
La sesta edizione del B2B Day di Marketing Arena si chiude con un sold-out ampiamente annunciato. Ecco cosa ci portiamo a casa da questo grande appuntamento, che si afferma sempre più punto di ritrovo per aziende e addetti ai lavori del settore B2B.
Un vero successo. L’edizione 2022 del B2B Digital Day verrà ricordata come il consolidamento di una storia nata 6 anni fa, per merito di Giorgio Soffiato e del team di Marketing Arena.
L’evento è cresciuto e ha raggiunto velocemente il sold-out: oltre 200 persone che hanno riempito, a pochi minuti dall’apertura delle porte, la Fondazione Feltrinelli di Via Pasubio a Milano per un appuntamento diventato una vera e propria consuetudine per chi lavora nel B2B.
Sul palco, 10 ospiti di rilievo si sono passati il testimone con l’obiettivo di dettare una nuova agenda per le aziende del futuro. Partendo dalla comunicazione di prodotto, per poi passare alle connessioni, e infine arrivare all’organizzazione della vita e della cultura lavorativa.
In questa giornata, abbiamo raccolto davvero moltissimi spunti e li abbiamo rielaborati in 5 pillole utili per capire quali trend influenzeranno il B2B nel prossimo futuro.
1. Il mercato digitale del B2B non è ancora saturo
Negli ultimi due anni il digitale è diventato imprescindibile anche nel B2B. Tuttavia, come ha esposto Giorgio Soffiato alla luce dell’analisi svolta dall’Osservatorio Marketing B2B, oltre il 43% delle aziende del settore non investe ancora abbastanza in advertising.
2. Il cliente al centro
Non stiamo parlando del claim di una nota pubblicità, ma della tendenza a costruire, in un mondo sempre più interconnesso, un rapporto diretto con il proprio cliente. Questo porta a superare di fatto le tecniche di marketing tradizionali. Il B2B (e il B2C) lasciano spazio al “business-to-individual” o, più semplicemente, B2I. (D. Zaccagni)
3. Il funnel è in collasso
Benvenuti nell’era broad: una nuova epoca dell’advertising, dove il remarketing non funziona. (E. Marchetto)
È in atto una vera propria tempesta per gli advertiser e, per non affogare, ci si dovrà aggrappare a contenuti e creatività, veri e propri “Mosé” degli algoritmi Meta. Guerra di privacy (Apple VS Meta), guerra tra piattaforme (TikTok VS Meta) e “nuovo” consumatore consentono alle aziende una sola opzione: una strategia di brand building e, in contemporanea, una di generazione di valore.
4. La “postura” del brand gioca un ruolo fondamentale
Le nuove generazioni di utenti sono molto diverse, più consapevoli e sensibili su temi delicati (consumatori cittadini). Questo presuppone che i brand debbano prendere posizione senza, però, snaturarsi.
Come vogliamo che le persone si sentano quando leggono o vedono i nostri contenuti? Abbiamo bisogno di dar vita ad un nuovo linguaggio, altrimenti il marketing sparirà. (P. Iabichino)
5. Le aziende sono fatte di persone
Sembra un concetto banale, ma non lo è affatto.
Al contrario, le aziende hanno un grosso problema: trovare le persone con le giuste competenze da portare a bordo del proprio vascello. In Italia, infatti, c’è un gap enorme rispetto agli altri Paesi europei e non ci sarà un cambiamento fintanto che ciascuno di noi non si impegnerà per trasformare il mercato, magari formando chi dovrà entrare. (D. Dattoli)
Anche il mondo HR, dunque, deve porre l’accento sulle persone, pensando all’organizzazione come una cosa organica. Non soltanto dal punto di vista del recruiting ma anche, e soprattutto, nel rapporto con i dipendenti. (G. Pozzobon)
È in corso un grande cambiamento: il potere si sta spostando dal titolare alle persone che lavorano e dettano condizioni (vedi caso Apple). Urge un vero e proprio rebranding di categoria (R. Battaglia): le risorse umane devono essere istigatori ma, al tempo stesso, guardiani delle regole, sfidando i talenti pur mantenendo la rotta corretta.
Come evolverà il mercato del B2B? In attesa della settima edizione del B2B Digital Day, vi consigliamo di seguire i prossimi momenti di approfondimento targati Marketing Arena.