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Packaging sostenibile e branding: le buone pratiche da Ichnusa a Starbucks

da 18 Settembre 2018Nessun commento
Branding e packaging sostenibile

Oggi persone e aziende hanno sviluppato una sensibilità elevata al tema della salvaguardia dell’ambiente, impegnandosi nella raccolta differenziata dei rifiuti, in un minore spreco di risorse e prediligendo la produzione e il consumo di prodotti eco-friendly.

 

Dal packaging design al packaging sostenibile

Packaging sostenibile_This MARKETERs Life

 

Se un tempo aveva grande importanza quello che si definisce il packaging design oggi risulta essere sempre più fondamentale nella vendita di un prodotto il packaging sostenibile. Perché il Packaging Designer è così importante? Beh, la risposta è semplice. Quando siamo al supermercato o al centro commerciale ci affidiamo alla vista per giudicare un prodotto. 

È così che un colore, un materiale o una texture possono fare la differenza e far ricadere la nostra attenzione proprio su quel marchio piuttosto che su un altro. Il fattore emotivo, emozionale che si nasconde dietro alle nostre scelte commerciali è fondamentale e studiato da varie discipline come ad esempio la psicologia dei colori. 

 

psicologia del colore_Packaging sostenibile_This MARKETERs Life

 

Oggi tuttavia questo non è più sufficiente: il consumatore, infatti, risulta essere sempre più sensibile alle problematiche ambientali modificando e orientando la sua scelta d’acquisto anche in base alla sostenibilità del packaging. Per questo le aziende hanno sempre di più il compito di concepire contenitori funzionali, accattivanti e persuasivi, ma che rispettino l’ambiente.


Moltissimi i brand che hanno dovuto adattarsi a questa nuova visione.
Nel settore food and beverage troviamo il recentissimo caso della Birra Ichnusa che anche grazie al Regolamento n. 224 del Ministero dell’Ambiente ha riportato il vuoto a rendere in Italia. Ma in che cosa consiste il vuoto a rendere? Le bottiglie di birra, una volta consumate, possono di fatto essere riconsegnate al gestore del locale in cambio della restituzione di una piccola cauzione versata al momento esatto in cui il prodotto viene acquistato. Il Regolamento, in realtà, riporta in auge una pratica di riciclo dei contenitori già commercializzata in passato e tuttora fortemente utilizzata nei Paesi del Nord Europa.  

 

Birra Ichnusa e il ritorno del vuoto a rendere

In Italia il progetto del vuoto a rendere sta prendendo piede lentamente e ad oggi, senza dubbio, il risultato più evidente è quello della birra Ichnusa in Sardegna.

birra ichnusa vuoto a rendere_Packaging sostenibile_This MARKETERs Life

 

La birra Ichnusa è un simbolo di tradizione in Sardegna e l’azienda, introducendo la modalità di vendita con vuoto a rendere, ha scelto il comparto Ho.Re.Ca. (Hotel, Ristorazione, Caffetterie e Bar) come destinatario privilegiato di questa campagna. L’iniziativa, però, vuole raggiungere soprattutto i consumatori finali, coinvolgendoli in una pratica storica e molto importante per ridurre i rifiuti in vetro e le emissioni legate al ciclo di vita delle bottiglie. Il noto marchio si impegna infatti in maniera concreta in questa tipologia di vendita per aiutare maggiormente a salvaguardare le bellezze e l’ecosistema dell’isola. Come riporta il sito ufficiale:

Riuso, impegno e rispetto. Sono queste le tre parole chiave che rappresentano il circolo virtuoso del vuoto a rendere che da oggi si chiama a buon rendere. Con Ichnusa vuoto a buon rendere si riducono di oltre 1/3 le emissioni di gas a effetto serra. I benefici ambientali connessi al “riuso” delle bottiglie in vetro sono pertanto molteplici, e cominciano da quelli legati alla produzione e al trasporto di vetro: il vuoto a rendere riduce il numero di bottiglie di vetro da portare in Sardegna, smaltire, differenziare e riportare sulla penisola. Senza dimenticare i benefici più tangibili ed evidenti per la comunità: ogni bottiglia restituita, è una bottiglia che non viene lasciata per strada, in spiaggia, in un parco. Un semplice gesto, come il riuso di una bottiglia, è un messaggio d’amore per la nostra terra… Ichnusa vuoto a buon rendere è il primo gesto di rispetto per la nostra isola.


Ma come ha reagito la popolazione di fronte al lancio della birra Ichnusa in formato vuoto a rendere? Sicuramente in maniera positiva poiché è un metodo già radicato nell’isola. La conferma arriva da un’indagine dell’istituto di ricerca Doxa dove il 65% delle persone interrogate reputa il vuoto a rendere una pratica virtuosa, il 98% loda il rilancio da parte dell’azienda di proprietà del gruppo Heineken e il 93,5% assicura che si impegnerà nella sua diffusione.

birra ichnusa vuoto a rendere_Packaging sostenibile_This MARKETERs Life

 

E come pensa di favorirne la diffusione? Chiedendo la nuova bottiglia con tappo verde sul quale è stampata l’immagine dell’isola, il collarino “Ichnusa per la Sardegna” e l’etichetta con scritto “vuoto a rendere”.

birra ichnusa vuoto a rendere_Packaging sostenibile_This MARKETERs Life

 

La nuova bottiglia è stata prodotta in tre formati: da 0,66 cl, distintivo da sempre della birra con i quattro mori, ma anche da 0,33 cl e il simpatico e molto richiesto formato da 0,20 cl. 

 

McDonald’s e il packaging riciclabile al 100% entro il 2025

Una svolta significativa è stata intrapresa anche da un altro colosso della ristorazione mondiale: McDonald’s. Un processo avviato almeno da un paio d’anni con il packaging di sacchetti di carta riciclata che noi tutti conosciamo. Per l’ideazione di questi nuovi contenitori sono stati coinvolti i migliori designer mondiali per riuscire a ottenere un risultato che potesse soddisfare molteplici punti di vista:


semplicità: il testo occupa interamente lo spazio dei sacchetti e delle scatole
vivacità: i colori utilizzati sono vivaci, brillanti, esattamente come i colori presenti nel logo aziendale
ecosostenibilità: i sacchetti di carta, entro il 2020, saranno interamente realizzati con materiale riciclabile

 

McDonalds riciclabile_Packaging sostenibile_This MARKETERs Life

 

McDonald’s ha dichiarato recentemente che intende integrare le scelte precedenti entro il 2025. In questa maniera il progetto di McDonald’s sarà ancora più ampio: garantire che in tutti i 36.000 punti vendita sparsi nel mondo il 100% del packaging dei prodotti al dettaglio provenga da fonti rinnovabili, a base di fibre riciclate a livello globale o certificate con preferenza per la certificazione FSC (Forest Stewardship Council), e provvedere inoltre al riciclo delle confezioni usate.
Proprio come dichiarato da Francesca DeBiase, Chief Supply Chain and Sustainability Officer di McDonald’s:

Siamo la maggiore catena di ristorazione nel mondo e per questo abbiamo la responsabilità di dare il buon esempio, realizzando dei cambiamenti che abbiano un impatto rilevante a livello globale. I nostri consumatori ci dicono che lo spreco degli imballaggi è il primo tema di sostenibilità che vorrebbero vederci affrontare. Vogliamo dare loro ascolto e diminuire la quantità di imballaggi utilizzati, optando per materiali ricavati responsabilmente e realizzati in modo da facilitare il loro smaltimento. Si tratta di un’azione mirata che coinvolge i nostri ristoranti, e non solo, per favorire le pratiche di riciclaggio e impattare sulle comunità in cui operiamo.

 

Tuttavia ad oggi questa è solo una promessa da parte di McDonald’s e sarà dunque da vedere se riuscirà a portare a termine il piano prefissato.

 

Novità da casa Starbucks: al bando le cannucce di plastica e sì a un packaging ecosostenibile

Da Starbucks sui bicchieri arriveranno nuovi tappi in materiale riciclabile. È dunque una delle più grandi catene di ristorazione ad accogliere le sollecitazioni mosse da governi e ambientalisti per salvare i mari.

STARBUCKS al bando le CANNUCCE DI PLASTICA_Packaging sostenibile_This MARKETERs Life

 

Un altro importante brand che segue le stesse orme green è Starbucks che ha da poco annunciato che entro il 2020 saranno eliminate tutte le cannucce di plastica dai suoi punti vendita. Verranno utilizzate delle cannucce biodegradabili per il frappuccino, mentre tutte le altre bevande verranno servite con un nuovo coperchio completamente ridisegnato. Le uniche cannucce che circoleranno nelle sue caffetterie, per le bevande non adatte al tappo speciale o per i clienti che ne faranno richiesta esplicita, saranno di carta o in materiale comunque riciclabile.

Il nuovo tappo disegnato dall’ingegnere Emily Alexander e dal suo team diventerà il contenitore standard per tutti gli iced drink escluso il frappuccino, che sarà servito con cannucce alternative. È realizzato sempre in plastica, ma in polipropilene che può essere quindi largamente riciclato. I primi clienti che a partire dall’autunno non vedranno più le cannucce saranno quelli di Vancouver in Canada e di Seattle negli Stati Uniti.

STARBUCKS al bando le cannucce di plastica_Packaging sostenibile_This MARKETERs Life

 

Una scelta di marketing o conviene realmente investire in progetti green?

Concludendo, come mai questi brand stanno intraprendendo una via green? Certamente una delle principali motivazioni è legata a strategie di marketing, ossia utilizzare packaging di questa tipologia potrebbe essere una leva per differenziarsi dai competitor e dunque essere preferiti rispetto agli altri. Inoltre è da aggiungere che tutto ciò comporta un minor impatto ambientale, in termini di inquinamento ed emissioni di anidride carbonica, ma anche minori costi per le aziende che aderiscono a questi progetti virtuosi. Dunque c’è solo da sperare che molti altri prestigiosi brand seguano gli stessi esempi.

 

Giulia De Marchi

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