
Romano Cappellari è Professore di Marketing e Retailing al CUOA Business School e all’Università degli Studi di Padova. Per CUOA ha progettato e dirige il Master in Retail Management e Marketing, giunto alla sedicesima edizione, e sta lavorando al nuovo Master Brand Ambassador, un percorso dedicato al marketing management del Made in Italy.
Durante il MARKETERs Festival 2018, evento organizzato da MARKETERs Academy, ha tenuto lo speech:”Internet killed the retail star”, nel quale ha cercato di sfatare tutti i miti di oggi sulla distribuzione.
Buongiorno Romano. Grazie per questa intervista. Ci parli un po’ di lei. Come si è avvicinato al mondo del marketing? Cosa l’ha colpita allora e cosa la colpisce ancora di questo mondo?
Da studioso di economia d’azienda sono sempre stato affascinato, fin dai tempi del dottorato di ricerca, dalla comprensione delle cause del successo o dell’insuccesso delle imprese, e questo molto spesso ha a che fare con le decisioni di marketing. Poi ho sposato un direttore marketing e l’avvicinamento alla disciplina si è completato. Ad ogni modo penso che non potrei insegnare una materia più appassionante sia per la velocità di cambiamento che la caratterizza (pare impossibile pensare che dieci anni fa non esistevano né Instagram né WhatsApp e il brand Coca Cola valeva più di Apple), sia per la quantità di stimoli di marketing che ci offre ogni giorno tutto ciò che ci circonda.
Entrando un po’ nel dettaglio del suo speech al MARKETERs Festival, come devono reagire i negozi fisici alle sfide poste dagli e-commerce, dei brand marketplace e dei colossi come Amazon?
Questo è uno dei temi principali ai quali è dedicato in questi anni il mio blog: è evidente che il ruolo del negozio va ripensato perché molte delle sue funzioni oggi sono svolte in modo più efficiente da altri soggetti. Come deve essere ripensato questo ruolo però non è scontato: chiaro che si deve partire dal puntare a svolgere funzioni nelle quali il negozio è superiore al web, meno chiaro come poterlo fare mantenendo un equilibrio del conto economico perché qui non esiste una ricetta valida per tutti i tipi di negozio e tutte le merceologie.
Il social commerce è il futuro delle vendite online?
Personalmente non la metterei in questi termini; preferisco dire che, nei processi di acquisto del consumatore, il mondo social svolge oggi un ruolo sempre più importante. Questo peraltro vale sia per le vendite online che per quelle che avvengono in punti vendita fisici.
Sul suo blog ha parlato del caso Ferragni-Evian: passata l’onda della polemica, cosa ricaviamo da questa vicenda?
Direi che da questa vicenda possiamo ricavare due riflessioni: la prima è che nell’opinione pubblica non è ancora sufficientemente diffusa una cultura di marketing (e nemmeno in chi ci governa se è vero che perfino il Parlamento si è occupato di queste bottiglie). La seconda è un po’ più inquietante perché mette in luce ancora una volta una deriva vagamente forcaiola che è presente in rete dove sembra quasi che si vada alla ricerca di un pretesto per indignarsi e per aggredire persone e aziende. Questo rende senza dubbio complesso il mestiere di marketing manager oggi.
Che consiglio darebbe a chi vuole intraprendere una carriera manageriale o nel marketing del settore della moda o del lifestyle?
Il primo consiglio è senz’altro quello di continuare a essere curiosi e a guardarsi intorno, sfruttando tutte le occasioni disponibili per aggiornarsi, a partire naturalmente da eventi come il MARKETERs Festival o dagli incontri con manager e aziende presso le università. Il secondo è quello di seguire percorsi di studio validi, come ad esempio i master che dirigo per Cuoa Business School, Master Brand Ambassador e Master in Retail Management e Marketing, che hanno dimostrato di saper lanciare tante belle carriere nel marketing.
Grazie Romano per il tempo che ci ha dedicato, le auguriamo ancora tanti successi!
Intervista a cura di Beatrice Pesente e Valentina Zanatta.