
Con lo scandalo sulle emissioni che ha colpito negli scorsi mesi il settore dell’automotive, nella sensibilità comune il diesel rischia di perdere credibilità e quel “fascino ecologico” che finora lo ha contraddistinto dai motori a benzina. Potrebbero così farsi sempre più strada le vetture a propulsione ibrida ed elettrica.
Il percorso verso l’affermazione dei veicoli ibridi però è ancora lungo. Se infatti è vero che il primo modello di automobile ibrida – la Prius della Toyota – è stato commercializzato a partire dal 1997, i problemi legati alle vetture con questo tipo di propulsione sono ancora importanti, essenzialmente tre: costi d’acquisto, prestazioni e infrastrutture.
Auto ibride ed elettriche: com’è la situazione?
Le automobili ibride ed elettriche infatti costano sensibilmente di più rispetto alle versioni a combustibili “tradizionali”. Ad esempio, la Volkswagen up! a benzina ha prezzi che variano dagli 8900 euro nella versione base ai 12900 della club up!, mentre la e-up!, con propulsione completamente elettrica, può essere acquistata a partire da 27500 euro. Nel mercato americano, dove il diesel non ha mai avuto una grande diffusione, la compagnia che più di tutte punta sui combustibili “green” è la Tesla, finora rivolta al mercato del lusso, ma che ha dichiarato di voler produrre anche una vettura per il grande pubblico. Sempre negli Stati Uniti, la Ford propone una versione elettrica della Focus a circa 25000 euro.
La compagnia più attrezzata e all’avanguardia in questo settore, Toyota, produce la Yaris a benzina vendendola a 11050 euro per il modello base, 13400 per la versione a gasolio, 18650 invece per la versione ibrida.
La principale concorrente di Toyota, Honda, nel 2015, propone la accord hybrid a partire da 29305 euro e la CR-Z sports hybrid a partire da 20145 euro. Restando sempre in Giappone, una delle vetture più sviluppate è la rinnovata Nissan Leaf che entrerà in commercio da gennaio 2016, acquistabile a partire da 18990 euro, con un’autonomia di circa 200 km e migliori caratteristiche tecniche rispetto al modello precedente.
Oltre a questi modelli già in commercio, Toyota sta lanciando la Mirai – termine giapponese che significa “futuro” – berlina in grado di generare autonomamente l’elettricità necessaria a partire dall’idrogeno che monta un motore da 154 cv e vanta un’autonomia di circa 500 km. Il costo di lancio è di 66000 euro e tra il 2015 e 2016 è prevista la produzione di 50-100 unità annue.
Dal punto di vista delle prestazioni, i problemi dei motori ibridi ed elettrici riguardano la velocità massima e la ripresa ad alto regime, l’autonomia e la lunghezza del tempo di ricarica (soprattutto nelle auto completamente elettriche). Queste criticità vengono però compensate dalle ottime prestazioni a basse velocità, dalle agevolazioni riguardanti la mobilità (ad esempio la possibilità in molti comuni italiani di parcheggiare gratuitamente sulle strisce blu o l’accesso gratuito alle ZTL) e dalla gratuità del bollo auto per i primi tre o cinque anni a seconda della regione.
L’incentivo allo sviluppo del settore delle auto elettriche
Per superare le problematiche relative al complesso degli impianti e delle installazioni occorrenti per i motori elettrici ed ibridi, il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti ha approvato nel 2013 il “Piano nazionale infrastrutturale per la ricarica dei veicoli alimentati ad energia elettrica” alla luce della strategia comunitaria “Europa 2020” volta a favorire lo sviluppo dei veicoli con questo tipo di motore.
Il piano prevede due fasi. La prima di “definizione e sviluppo” (2013-2016) i cui obiettivi generali sono:
- introduzione di una dimensione minima di veicoli elettrici
- introduzione di una infrastrutturazione di base di punti di ricarica pubblici e privati
- concertazione e definizione di standard tecnologici
- definizione, sviluppo e implementazione di policy che favoriscano lo sviluppo della mobilità elettrica
- incentivo allo sviluppo tecnologico
La seconda fase di “consolidamento” (2017-2020) i cui obiettivi generali sono invece:
- emanazione di norme comuni e condivise fra Stati Membri
- diffusione su larga scala di veicoli ad alimentazione elettrica (puri e ibridi plug-in)
- completamento e consolidamento della rete di infrastrutture di ricarica pubblica (e privata)
- incentivo allo sviluppo tecnologico
Nonostante il dieselgate si stia allargando ad altri modelli e case produttrici rispetto alla Volkswagen, molto probabilmente il gasolio resterà il carburante preferito per camion e mezzi di grandi dimensioni, in quanto per questo tipo di vetture le prestazioni fornite da un motore diesel sono fondamentali. Invece ibrido ed elettrico potrebbero presto diventare le alternative migliori nei mezzi medio-piccoli, anche grazie alle politiche comunitarie e nazionali orientate in questa direzione.