
I genitori, si sa, sono le poche persone al mondo di cui possiamo fidarci completamente e il cui legame rimane indissolubile per tutta la nostra vita. Se una volta ci dimostravano il loro affetto con gesti semplici, ora, anche loro parte dell’era digitale, ci seguono nei social media e interagiscono con noi grazie a like, commenti e cuoricini vari. Questo mese vorrei parlarvi proprio di questo! Genitori che vanno online e che… non capiscono più nulla!
Durante il periodo medie/superiori noi ragazzini avevamo a disposizione i primi cellulari (l’indistruttibile Nokia 3310 e compagnia) e come pazzi utilizzavamo promozioni come la “Christmas card” o la “Summer card” per messaggiare e chiamare gratuitamente.
In queste settimane di delirio messaggistico assoluto, i genitori ci rimproveravano perchè passavamo troppo tempo ipnotizzati davanti al cellulare. Quante messaggiate fino all’alba! E ovviamente con i messaggi volavano feste e love stories.
Il presente
Ora, sembrerà impossibile ma i tempi sono cambiati e le abitudini sono diventate opposte. Con l’avvento di Facebook, a cui i figli hanno aderito per primi e di conseguenza sono stati martiri di litigate per il troppo tempo passato prima su PC e poi su devices, ora molto spesso sono i figli che si trovano a rimproverare i genitori.
E’ capitato anche a voi di richiamare più volte i vostri per PREGARLI di staccarsi dallo smartphone? Si, scrivo proprio smartphone perché ormai il PC è superato, o meglio, nell’app la password è impostata mentre per accedere dal PC bisogna ricordarsela (vogliamo parlare anche della detenzione delle password?).
Ma prestiamo attenzione a un po’ di cifre ora: il “Pew Research Center” ha condotto negli Stati Uniti nel 2014 un’indagine telefonica su circa 2000 soggetti sopra i 18 anni per conoscere le abitudini dei genitori e non genitori rispetto ai social media.
Come possiamo vedere nel grafico seguente, pare proprio che le mamme accedano più frequentemente a Facebook rispetto ai papà e sopratutto non accedono una sola volta al giorno, ma più volte. Continuando ad analizzare la ricerca, scopriamo che il 47% dei genitori intervistati sono amici su Facebook con i figli; i dati raccolti evidenziano poi come l’amicizia genitore-figlio su Facebook sia più comune tra i genitori oltre i 40 anni.
Nel grafico sottostante, sempre della medesima ricerca, si evidenzia come attraverso i social media i genitori ricerchino informazioni. Anche in questo caso le mamme fanno la parte del James Bond-007 perché sono più propense a cercare informazioni utili per la vita di genitori, a ricevere supporto emotivo durante liti familiari o a chiedere domande.
Cose da ridere…
Quindi, dopo la base scientifica, passiamo alla prova pratica. Immagino che tutti voi, come me, siate amici (almeno) su Facebook con i vostri genitori o con i vostri familiari. Personalmente mi fa molto piacere, soprattutto ora che vivo distante da loro, è un ottimo modo per avere un contatto in più.
Ovviamente, non essendo nati nell’era digitale, a volte commettono errori oppure non si trattengono dal dimostrare “in pubblico” tutto l’affetto per i figli, nipoti e figli di amici. Oppure capita che genitori alle prime armi persino che Facebook sia la risposta a tutti i mali del mondo. Come questa immagine in cui un padre chiede attraverso il suo stato Facebook dove poter trovare una casseruola per il pollo. Il figlio gli ricorda che Facebook non è Google, ma alla fine dovrà arrendersi.
Proprio citando le prese in giro dei figli rispetto ai genitori, molto popolare è diventata la pagina Facebook “Mamme che scrivono messaggi su WhatsApp”. La pagina è diventata virale perché i ragazzi inviano screenshot di messaggi su WhatsApp con i genitori. Molto spesso sono gli errori di scrittura di termini inglesi oppure la sbagliata interpretazione delle emoticons (le faccine) a farci ridere, però a volte anche in questo social media si dimostra come i genitori siano avanti anni luce rispetto ai figli.
Come molto ironica è stata la coppia di genitori che ha preso in giro le foto postate su Facebook dalla figlia insieme al suo fidanzatino.
my parents r actually on drugs or something pic.twitter.com/lt9MiwOi99
— emily musson (@emilymusson) 8 settembre 2015
Lati positivi
Di tutta questa faccenda i lati positivi sono molteplici:
- si è sviluppato un supporto affettivo 2.0 che non è per niente male;
- se avviate delle iniziative tramite Facebook (ad esempio avete creato una nuova pagina e cercate like o interazioni) potete stare certi che da parte loro e dei loro amici parte un tifo da curva sud, a suon però di like e commenti positivi anziché di fumogeni;
- mentre prima dei social media immagino non ci fossero molti contatti diretti tra genitori e figli ventenni, ora quello che noto è che i genitori possono capire meglio quello che provano i figli, le tendenze che vanno di moda tra i coetanei e ne traggono vantaggio per starci ancora più vicini;
- postare foto o video da parte di noi ragazzi in cui stiamo facendo qualcosa di interessante, oppure quando festeggiamo oppure ancora quando postiamo dei riferimenti culturali, è un valido modo per tranquillizzarli e per dire loro “Ciao mamma, guarda come mi diverto!” cit. Lorenzo Jovanotti;
- anche noi figli possiamo capire quali sono le preferenze dei genitori o gli stati d’animo. Per esempio se mamma e papà continuano a postare foto di località turistiche e il loro 30° anniversario di matrimonio è alle porte, ci sarà un motivo?!;
- infine i genitori grazie agli eventi Facebook possono godere della possibilità di provare nuove esperienze o di avere accesso a manifestazioni che a volte non compaiono nei manifesti affissi nelle piazze o nei luoghi pubblici.
È poi così male?
L’input per questo articolo mi era venuto pensando alle occasioni in cui io e mio fratello rimproveriamo i nostri chiedendogli di staccarsi dal cellulare. Se inizialmente lo vedevo come fenomeno “preoccupante” perché cit. “dove andremo a finire?”, dopo le mie ricerche per scrivere questo articolo mi sono ricreduta e anzi mi ha pervaso un senso di tenerezza nei loro confronti.
Come loro ci hanno insegnato a camminare, a parlare e a mangiare, anche noi ora finalmente possiamo ricambiare il favore insegnandogli a “stare sul web”. Certo, richiede un po’ di pazienza ma penso che alla fine del training possano aspettarci dei piacevoli risultati!
Quindi primo step per i nuovi amici dei social media sarà: mettiamoci un coprifuoco e diamogli l’esempio, automaticamente anche loro capiranno che tutto ha un limite. Il resto verrà naturale!