
A un anno dalla cerimonia di premiazione degli Oscar 2016 e freschi di quella del 2017, proviamo a capire perché questi premi siano così importanti nella cultura moderna e come si sono evoluti nel corso degli anni.
Siamo MARKETERs, e proprio per questo ci piace seguire gli eventi di attualità, conoscere le nuove tendenze, quello che succede a livello globale e gli eventi di cui parlano le persone. Dal Superbowl a Sanremo fino agli ultimi film usciti, non ci fermiamo mai, ed ecco infatti che oggi parliamo degli Oscar, scavando nella sua storia e proponendovi tutte le curiosità.
Academy of Motion Pictures Arts and Sciences
L’Academy è una organizzazione no-profit nata in California nel maggio del 1927 con lo scopo di far avanzare l’arte e la scienza cinematografica. Inizialmente era composta da 36 membri: tutti professionisti del mondo del cinema quali attori, registi e tecnici. Oggi l’Academy conta più di 7000 membri.
Tutto nacque da Louis B.Mayer, capo e fondatore del famosissimo studio cinematografico Hollywoodiano “Metro-Goldwin-Mayer”, che nel corso di una cena a casa sua, propose ai propri ospiti di creare una associazione che potesse beneficiare l’industria cinematografica. La settimana successiva, 36 invitati cenarono all’Ambassador Hotel di Los Angeles e crearono l’Academy of Motion Pictures Arts and Science.
Nel 1929 ci fu la prima cerimonia per l’assegnazione degli Academy awards, che consisteva di un rinfresco tenuto al Roosevelt Hotel con 270 ospiti. Il prezzo del biglietto era di 5$.
Nei primi anni non si creò mai l’attesa che invece si crea oggi prima degli Oscar, in quanto i risultati erano diramati dall’organizzazione alla stampa parecchi mesi prima; i vari giornalisti però non potevano pubblicarli fino alle 23 del giorno dell’evento. Tutto questo durò fino al 1940, quando il Los Angeles Time ruppe questo patto rivelando i risultati nel pomeriggio prima della premiazione. Questo fatto diede inizio così alla tradizione della busta secreta con i risultati che viene aperta solo ad un certo punto durante la serata.
Nel corso di tutti gli anni ’30 le categorie premiate andarono ampliandosi: ad esempio nel 1935 vennero aggiunti premi per la miglior colonna sonora e miglior canzone, nel 1937 per il miglior attore e attrice non protagonisti e nel 1939 per gli effetti speciali. Nel 1941 venne introdotto per la prima volta un premio per il miglior documentario. Nel 1946, invece, l’Academy acquistò il Marquis Theatre, con relativi uffici e uno spazio per la libreria di film.
Nel 1953 per la prima volta la serata degli Oscar fu trasmessa in diretta nazionale negli Stati Uniti mentre nel 1966 la cerimonia fu trasmessa per la prima volta in colori. Nel 1969 invece la serata fu trasmessa in tutto il mondo per la prima volta.
L’ultima categoria ad essere aggiunta è stata, nel 2001, quella per il miglior film animato.
Dopo una serie di cambi di sede, oggi la serata degli Oscar si tiene al Dolby Theatre (ex Kodak Theatre), un teatro con 3400 posti a sedere situato nel cuore di Hollywood Il teatro è stato inaugurato nel 2001, e dall’anno successivo è la casa per gli Academy Awards, diventando così il primo teatro ad ospitare permanentemente questo evento.
Solo in tre circostanze la serata è stata posticipata: nel 1938, quando un terremoto provocò seri danni alla sede che doveva ospitare la premiazione, nel 1968, in segno di rispetto per l’assassinio di Martin Luther King Jr. e nel 1981 a causa del fallito attentato ai danni del presidente Ronald Reagan.
L’edizione degli Oscar 2016
Lo scorso anno gli Academy Awards sono giunti alla loro edizione numero 88, e come ogni anno hanno fatto parlare di sé. I numeri previsti sono stati da capogiro: la serata è stata trasmessa in più di 225 diverse nazioni raggiungendo diverse centinaia di milioni di spettatori (l’anno scorso solo negli Stati Uniti gli spettatori sono stati 37.3 milioni), giustificando le 250 persone che hanno lavorato alla diretta tv dell’evento.
L’anno scorso non ci sono stati grandi favoriti in molte categorie, e questo ha portato a una vera e propria campagna di marketing simile a quelle presidenziali per aumentare le chances di vittoria. Alcune stime parlano di una cifra fra i 3 ed i 10 milioni di dollari spesi per cercare in qualche maniera di influenzare le decisioni della giuria.
Queste campagne sono volute dalle case di produzione e agenti degli attori, e sono una costante già dagli anni ‘30. Infatti alcune produzioni decidono deliberatamente determinati periodi dell’anno, come le settimane di fine dicembre, per lanciare i propri film in modo da rispettare le scadenze per essere nominati agli oscar e comunque lasciare un ricordo più fresco nelle menti dei votanti.
Una vittoria agli Oscar infatti ha un effetto immediato e fortissimo sulle vendite di Dvd e merchandising, nel caso dei film, e sull’ingaggio (che può crescere anche del 20%) e sulla reputazione nel caso degli attori.
Molto spesso queste campagne cominciano già nei mesi dei grandi festival, come Venezia e Toronto, per durare fino a febbraio, e sono decisive ai fini dei risultati finali.
L’anno scorso la persona che ha fatto più parlare di sé è stata senz’ombra di dubbio Leonardo Di Caprio. Dopo anni di nominations e memes, quest’anno l’attore è stato regolarmente ospite nei principali talk show americani per parlare della sua esperienza nel filmare The Revenant e, ciliegina sulla torta, è persino riuscito a farsi ricevere dal Papa.
L’edizione dell’anno scorso è già stata caratterizzata anche dalla polemica #OscarsSoWhite, che ha creato tanto clamore sui social network. Infatti, nonostante alcuni dei film meglio ricevuti dell’anno abbiano come protagonisti o siano stati diretti da afro-americani (cfr.”Creed”, “Straight Outta Compton”), per il secondo anno consecutivo gli attori e registi nominati per i vari premi sono stati esclusivamente di razza bianca.
Questo è stato percepito non solo come un problema puntuale, ma come un problema più grande e radicato nel gruppo di votanti dell’Academy. La maggior parte di coloro che all’interno dell’Academy decidono le nominations infatti sono persone bianche di più di 60 anni, e questo potrebbe essere sinonimo di una cultura radicata più difficile da sconfiggere di quanto possa sembrare: infatti i membri votanti all’interno dell’Academy godono di una carica a vita.
In tutto questo però il conduttore della serata è stato l’attore afroamericano Chris Rock, che nonostante la polemica ha deciso comunque di presentare la serata.
Queste sono le candidature ai premi principali del 2016 (evidenziandone i vincitori), con qualche curiosità.
Miglior film
- The Big Short (Paramount Pictures)
- Bridge of Spies (Walt Disney and 20th Century Fox)
- Brooklyn (Fox Searchlight Pictures)
- Mad Max: Fury Road (Warner Bros.)
- The Martian (20th Century Fox)
- The Revenant (20th Century Fox)
- Room (A24)
- Spotlight (Open Road Films)
Performance di un attore protagonista
- Bryan Cranston (“Dalton Trumbo” in Trumbo)
- Matt Damon (“Mark Watney” in The Martian) Questa è la quarta nomination per Damon
- Leonardo DiCaprio (“Hugh Glass” in The Revenant) La sesta nomination per DiCaprio.
- Michael Fassbender (“Steve Jobs” in Steve Jobs)
- Eddie Redmayne (“Lili” in The Danish Girl) La seconda nomination consecutiva dopo la vittoria l’anno scorso con The Theory of Everything.
Performance di un attore non protagonista
- Christian Bale (“Michael Burry” in The Big Short)
- Tom Hardy (“John Fitzgerald” in The Revenant)
- Mark Ruffalo (“Mike Rezendes” in Spotlight)
- Mark Rylance (“Rudolf Abel” in Bridge of Spies)
- Sylvester Stallone (“Rocky Balboa” in Creed)
Performance di una attrice protagonista
- Cate Blanchett (“Carol Aird” in Carol)
- Brie Larson (“Ma” in Room)
- Jennifer Lawrence (“Joy” in Joy): a soli 25 anni, Jennifer Lawrence è la più giovane attrice ad essere nominata 4 volte
- Charlotte Rampling (“Kate Mercer” in 45 Years)
- Saoirse Ronan (“Eilis” in Brooklyn)
Performance di un attrice non protagonista
- Jennifer Jason Leigh (“Daisy Domergue” in The Hateful Eight)
- Rooney Mara (“Therese Belivet” in Carol)
- Rachel McAdams (“Sacha Pfeiffer” in Spotlight)
- Alicia Vikander (“Gerda” in The Danish Girl)
- Kate Winslet (“Joanna Hoffman” in Steve Jobs)
Sceneggiatura non originale
- The Big Short – Sceneggiatura di Charles Randolph and Adam McKay (basata sul libro di Michael Lewis)
- Brooklyn – Sceneggiatura di Nick Hornby (basata sul romanzo Colm Tóibín)
- Carol – Sceneggiatura di Phyllis Nagy (basata sul romanzo The Price of Salt di Patricia Highsmith)
- The Martian – Sceneggiatura di Drew Goddard (basata sul romanzo di Andy Weir)
- Room – Sceneggiatura di Emma Donoghue (basata sul suo romanzo)
Sceneggiatura originale
- Bridge of Spies – scritta da Matt Charman and Ethan Coen & Joel Coen
- Ex Machina – scritta da Alex Garland
- Inside Out – scritta da Pete Docter, Meg LeFauve, Josh Cooley; storia originale di Pete Docter, Ronnie del Carmen
- Spotlight – scritta da Josh Singer & Tom McCarthy
- Straight Outta Compton – scritta da Jonathan Herman e Andrea Berloff; storia di S. Leigh Savidge & Alan Wenkus e Andrea Berloff.
Gli Oscar coinvolgono milioni di persone in tutto il mondo tra addetti ai lavori e appassionati, e cominciano a far parlare di sé ben prima della serata della premiazione. Per questo sono diventati una delle espressioni più importanti della cultura cinematografica, e in particolare di Hollywood.
[upload 27/02/2017]
E il 2017? L’89esima edizione degli Oscar ha visto trionfare il film Moonlight, dopo una grossa gaffe che ha fatto credere al regista e al cast di La La Land molto diversamente. Il film del giovane regista Damien Chazelle, che è stato il più giovane ad aver mai vinto un Oscar (a 32 anni appena compiuti), ha comunque ottenuto 6 statuette delle 14 totali in cui era in lizza. Inoltre:
- Come da previsione, Emma Stone (La La Land) e Casey Affleck (Manchester by the sea) si sono aggiudicati la statuetta come miglior attrice e miglior attore protagonista;
- Le polemiche sulla politica di Trump sono state forse più miti delle attese, nonostante la vittoria di Salesman (dopo la decisione del regista Asgar Farhadi di boicottare la premiazione) come miglior film straniero abbia rappresentato una forte presa di posizione da parte dell’Academy e di tutto l’ambiente hollywoodiano;
- L’esordiente Mahershala Ali (Moonlight) e Viola Davis (Fences) hanno vinto come miglior attore e attrice non protagonista, placando ancor più la polemica degli #OscarsSoWhite;
- L’Italia è stata protagonista grazie alla vittoria di Alessandro Bertazzi – “Questo premio Oscar è dedicato agli immigrati come me” – e Giorgio Gregorini come miglior make-up per il film Suicide Squad, mentre il docu-film di Gianfranco Rosi Fuocoammare purtroppo non è riescito nell’impresa.