
In un futuro non tanto lontano mangeremo crocchette di pollo… senza pollo. Oppure una bella bistecca di manzo… senza manzo. No, non ti sto prendendo in giro. La carne sintetica, quella prodotta in laboratorio, pian piano si sta facendo largo sulle nostre tavole. Sarà una soluzione per ridurre l’impatto ambientale?
Ultimamente non si parla d’altro che del sempre più rapido cambiamento climatico. Le manifestazioni attiviste della giovanissima Greta Thunberg ne sono l’esempio pratico. Anche molte aziende – per fortuna – stanno diventando sempre più sensibili, esponendosi a favore di un approccio sostenibile e mobilitandosi affinché anche i loro clienti intraprendano azioni utili per la salvaguardia dell’ambiente. A cominciare dal cibo: bisogna eliminare gli sprechi alimentari e ridurre il consumo di energia e le emissioni di gas serra, aiutandosi con le nuove tecnologie.
Non più fantascienza, ma realtà: il caso di KFC
Una di queste imprese è Kentucky Fried Chicken, che dopo aver prodotto il pollo fritto vegetale ha pensato di creare le prime crocchette di pollo al mondo a base di carne sintetica. Oltre a impegnarsi sul fronte ambientale, la sua intenzione è di andare incontro alla sempre più crescente popolarità di uno stile di vita sano e un’alimentazione equilibrata.
Ti sto leggendo nel pensiero. Immagino che ti starai domandando come diavolo siano fatte, ma soprattutto che sapore hanno.
Innanzitutto, il laboratorio di ricerca russo 3D Bioprinting Solutions – che collaborerà con KFC – secondo il metodo del bioprinting stamperà in tre dimensioni quella che sarà la “carne finta”, composta da cellule di pollo e materiale vegetale. La catena statunitense di fast food, invece, fornirà la panatura e le spezie che rendono inimitabile il gusto dei suoi prodotti. Il risultato saranno crocchette della stessa consistenza e dello stesso sapore della carne di pollo, senza però aver coinvolto nessun animale nel processo.
I test di produzione inizieranno già durante questo autunno, a Mosca, e dovrebbero essere pronti per la fine dell’anno.
La tecnica del bioprinting – o biostampa 3D – è usata soprattutto in campo medico, ma grazie al lavoro di diverse aziende ora viene applicata anche al settore alimentare. Se non hai la più pallida idea di come si svolga materialmente il processo di costruzione della carne sintetica o anche di altri generi alimentari con la stampa 3D, questo video ti chiarirà le idee. Guarda le incredibili creazioni della pasticcera/architetto Dinara Kasko:
Non solo KFC
La fama mondiale e la grandezza in termini di fatturato di KFC stanno contribuendo a diffondere la notizia molto rapidamente, ma gli esperimenti di produzione della carne sintetica sono iniziati già da qualche anno.
Partiamo dal 2009. È l’azienda statunitense Beyond Meat a dare il via alle danze, ideando in California hamburger a base di carne vegetale. Nel 2011 è arrivato l’Impossible Burger prodotto dall’Impossible Foods Inc., impresa di Patrick O. Brown. Per i vegani è stato il trionfo più totale, un sogno che finalmente si realizzava.
Ma qualche anno dopo è stato fatto un passo ancora in avanti verso il futuro. Nel 2013 Mark Post fa un annuncio davvero straordinario:
Se tutto procederà per il meglio, entro pochi mesi sarà ottimizzata la procedura per ottenere carne commestibile partendo da cellule staminali
Il direttore del Dipartimento di fisiologia dell’Università di Maastricht, infatti, è stato il primo in assoluto a cucinare un hamburger fatto di carne cresciuta in provetta e a farla assaggiare in mondovisione durante una conferenza stampa a Londra, il 5 di agosto. Ha preso delle cellule staminali da una mucca e le ha fatte crescere in laboratorio fino a formare delle strisce muscolari. Una vera rivoluzione per il settore alimentare, ma soprattutto per gli allevamenti intensivi di bestiame, i cui procedimenti hanno un forte impatto sull’inquinamento ambientale.
Nel 2015 Mark Post fonda così Mosa Meat, un’azienda produttrice della clean meat, la carne sintetica – chiamata anche artificiale, coltivata, pulita o prodotta in laboratorio – ricavata dalla proliferazione di cellule staminali.
Nel 2017 è stata la volta di Aleph Farms, fondata da Didier Toubia, mentre nel 2018 un ricercatore e ingegnere biomedico italiano, Giuseppe Scionti, ha presentato al FabCafè di Barcellona il progetto di una bistecca in 3D, ricavata da materiali di origine vegetale, dando anche alla nascita la sua startup di tecnologia alimentare Novameat.
La rivoluzione alimentare è in atto: addio allevamenti intensivi?
Sicuramente, creare carne sintetica in laboratorio porterà dei benefici per la salute del nostro pianeta, che sta diventando sempre più fragile. Delle recenti analisi effettuate da GreenPeace e da Ispra, l’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale, infatti, hanno dimostrato che dopo il riscaldamento globale la causa dello smog italiano è dovuta proprio agli allevamenti intensivi.
Come prevenire allora la crisi ambientale, facendo del bene per la nostra salute e per quella degli animali?
Innanzitutto, proporre iniziative sostenibili che, oltre a far vivere ai consumatori una nuova esperienza, garantiscano il sostentamento a piccole realtà artigianali. Un esempio che ha avuto un boom proprio qualche mese fa è quello di adottare una mucca a distanza.
In secondo luogo, pensare a un cibo diverso per il futuro. Se l’è chiesto anche la società statunitense di consulenza globale AT Kearney, che nel suo studio ha previsto che nel 2040 la maggior parte della carne che mangeremo non sarà di origine animale, ma sarà carne sintetica o vegetale. Lo abbiamo già riscontrato durante il lockdown, dove negli USA le vendite di carne sintetica sono salite ben del 264%.
Per concludere
Si può dire che la carne sintetica sarà tra presente tra le tendenze food del futuro. Magari diventerà un piatto perfettamente instagrammabile. Continueremo a postare foto dei nostri piatti sui social ma la nostra “ossessione per il food” sarà dettata da un approccio più responsabile e sostenibile nei confronti del mondo in cui viviamo.