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On the Road: una community in corsa con la Harley-Davidson

da 7 Giugno 2017Luglio 9th, 2017Nessun commento

Il 16 giugno a Venezia sarà una giornata tutta all’insegna della condivisione degli ideali e dei valori trasmessi da un brand ai propri clienti. In una parola, sarà finalmente #MDay17! La community è infatti il tema centrale di questo MARKETERs Day 2017, che accoglierà uno dei brand più citati di sempre nei libri di Marketing: Harley-Davidson.

Harley. Non è necessario dire altro perché le persone capiscano subito di cosa stiamo parlando. Forse non tutti sanno che cosa ha reso questo brand uno dei più citati nei libri di marketing, eppure basta guardarsi attorno o googlare anche senza troppa attenzione per notare che, dietro al motore, alla fama e alla forza ruggente, c’è una community che tiene realmente accesi i motori e dà la spinta a questo immenso brand.

Un marchio che raccoglie attorno a sé tutti gli appassionati e non di moto, di viaggi on the road, del rombo e del design di pura forza che contraddistingue le Harley-Davidson dalle altre sue simili.

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Che sia accesa o spenta, la Harley si nota subito: lucente, splendida. Sembra stare lì in modo da essere vista, con una struttura che non vuole far passare inosservato ogni singolo aspetto, fino a più piccoli dettagli della cromatura personalizzabile.

Un brand diventato community, grazie alla spinta delle persone, si amplia in tutte le parti del mondo raccogliendo un popolo intero affascinato dal richiamo del rombo.

La comunità degli Hoggers – così si chiamano (H.O.G., Harley Owners Group) – ricorda il circolo dei famosi biker che con la giacca di pelle, gli occhiali da sole e le bandane in testa ricrea la famiglia di rockstar della strada, pronta per mettersi in viaggio e condividere assieme l’amore per l’aria aperta, le lunghe distanze e la vibrazione della moto.

Ma come siamo arrivati a questo? Vediamo di entrare a conoscere più nel dettaglio la storia che si cela dietro al mito Harley-Davidson.

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Il duro lavoro del pedalare su una bicicletta nel ‘900

Come evitare di pedalare? Come facilitare lo spostamento da un punto A ad un punto B evitando anche il qualsivoglia esercizio fisico che non richieda solamente l’equilibrio di rimanere in sella?

Questi sono stati i temi e le problematiche principali che hanno spinto Arthur Davidson e William Sylvester Harley a trovare una soluzione al desiderio di poter viaggiare senza pensieri né doveri.

Da qui i due giovani hanno iniziato a riflettere su come modificare la base di cui erano già in possesso: la bicicletta. Come renderla più veloce, autonoma e privarla del faticoso impegno della pedalata? Sarebbe stato possibile inserire un motore sulla bicicletta senza renderla troppo pesante o difficile da maneggiare?

Parte tutto da un garage

La culla per i loro esperimenti non poteva differenziarsi dalla stessa che molti, prima e dopo di loro, avevano individuato come zona adeguata. Un territorio unico e privato, perfetto per fungere da ufficio, laboratorio, sala riunioni e momento di svago senza ripercussioni economiche, di spazio e senza nemmeno allontanarsi da casa.

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Come Jeff Bezos con Amazon, Steve Jobs e Steve Wozniak per Apple, Walt e suo fratello Roy per la Walt Disney, Larry Page e Sergey Brin per Google e molti altri, anche Arthur Davidson e William Sylvester Harley hanno trovato nel garage la loro base di lavoro.

In uno spazio tre metri per cinque, dopo innumerevoli tentativi, l’inserimento del serbatoio e di un motore sulla bicicletta fu possibile. L’esile mezzo di trasporto era pronto per fare il test di prova al pubblico con una nuova forma, forse più pesante, ma sicuramente più potente e diversa dalla concezione di trasporto a due ruote tipica dell’epoca.

Il 28 agosto del 1903 la primissima antenata della Harley-Davidson fece i suoi primi metri sulle strade d’America. Completamente trasformata dall’idea della bicicletta, la nuova motocicletta ebbe un inizio difficile, vendendo solamente 3 pezzi nel primo anno, ma recuperando velocemente negli anni a venire modificandosi rapidamente secondo le esigenze e gusti dei potenziali clienti.

Fu così che, nel 1906, in Juneau Avenue, nacque il primo concessionario stabilendo lì le radici per la casa della Harley Davidson, le fondamenta per la sede principale tuttora presente.

Il biker

Centauro che corre sul cemento, vento tra i capelli, strade infinite e una bandana che vola veloce quanto la moto. L’immagine del biker è da sempre associata a un uomo vissuto, ribelle, nomade e imponente, un capo tra i capi, un leader in grado di gestire un intero gruppo di appassionati del rombo e di guidarli fisicamente ed emotivamente lungo un percorso di condivisione e di avventura tutto su due ruote.
Tuttavia non è come sembra.

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Nonostante questo stile aggressivo e massiccio, la Harley non è nata per accogliere i “nomadi della strada”. L’idea iniziale, infatti, era di creare una moto potente, incredibilmente forte e con una presenza importante a servizio della polizia. Un mezzo di trasporto per tutte le forze dell’ordine per farsi riconoscere al passaggio e dotarli di un supporto veloce e aggressivo contro la criminalità; un compagno di ferro veloce e ideale per rafforzare la figura della legge sulle strade.

Il senso di community c’era già quindi. Una condivisione del valore della giustizia e un rafforzamento delle forze dell’ordine agli occhi degli altri, ma anche per gli stessi motociclisti al servizio della pattuglia, Harley-Davidson fin dalle sue origini ha ideato una moto non come semplice mezzo di trasporto, ma uno strumento che di comunicazione sull’unione verso un ideale comune.

Harley-Davidson: la star del cinema

E’ nel cinema che la Harley inizia a mostrare il proprio carattere e a crearsi una sua personalità fino a dare vita ad un’immagine che tutt’ora persiste tra gli appassionati della moto e non.

La sua presenza nei film non è da meno rispetto ad una star del cinema, la Harley-Davidson infatti vanta di essere stata non solo presente, ma quasi una protagonista delle sceneggiature a cui ha partecipato.

Come dimenticare Easy Rider con Dennis Hopper e Peter Fonda, il movie sulle moto (come suggerisce il titolo) che ha fatto la storia del cinema e ha presentato un modello della Harley del 1951.

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Ghost Rider porta nuovamente una Harley-Davidson Panhead davanti allo schermo assieme a Nicholas Cage. Il film di alta velocità, non poteva che fare un patto con questa moto per correre contro il tempo e il diavolo.

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Per gli appassionati di Rocky, la moto ha fatto girare la testa, presentandosi accanto al protagonista nel suo III film con una Heritage Softail Classic gialla, forte e veloce quanto il pugile dall’occhio di tigre.

Non possiamo tralasciare Terminator, con un Arnold al meglio di sé a cavallo dell’unica moto in grado di non scomparire sotto alla sua stessa forza. La Harley del film si è imposta tanto quanto il protagonista, mostrando il suo lato più veloce e aggressivo sulla strada.

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Infine, anche se potrei andare avanti ancora a lungo, H-D, è apparsa anche nel 2007 accanto a John Travolta in Wild Hogs. Una chiara dimostrazione che non c’è un’età per prendere la moto e partire, il desiderio di avventura non va combattuto e, se l’asfalto chiama, una Harley è sempre disponibile per attraversare il paese.

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Un simbolo che dura nella storia
Non la si può definire in altro modo: un simbolo. La Harley-Davidson rappresenta una forza mostruosa concentrata nelle due ruote.

Nonostante la figura individualista in alcuni dei film che hanno fatto la storia del cinema, la vera protagonista della strada è funge da bacino per creare un gruppo, raccogliere a sé tutti i nomadi e girare assieme guidati dal vento. Una community di appassionati dell’aria fresca, del rombo del motore e della condivisione dell’avventura.

Harley-Davidson è sinonimo di community. I biker non sono presenti solo fisicamente, viaggiando in massa, lungo le strade del mondo, ma rimangono costantemente insieme anche nella piattaforma dei centauri. Un luogo di ritrovo per tutti i felici e fortunati, possessori di una Harley per parlare, scambiarsi informazioni e organizzare i prossimi viaggi on the road.

Harley-Davidson Iron Run 2016

Si tratta di un’occasione unica per vivere sempre un vero road movie: la community è costantemente attiva per la famiglia mondiale dei centauri. Una globalizzazione della moto e dei suoi appassionati che mantiene forti i legami tra le persone e l’azienda, riportando online lo stile di vita dei motociclisti ed eventuali kit per mantenerli sempre vicini, soddisfatti e veri ambassador naturali della moto che ha fatto la storia.

Margian Laganà Ghadimi

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