
Rispondete tutti sinceri a queste domande: quanti profili social avete? li usate tutti? quali avete abbandonato? con quali pensate di esprimervi meglio?
Siamo sicuri che siano parecchi; in fondo vi potete considerare dei social media manager, almeno per i profili più personali. Molti di voi magari vorrebbero imparare a fare della gestione dei social media una professione. Molti altri di voi probabilmente lo fanno già e quando si parla di lavoro le regole e gli obiettivi non sono gli stessi. È a questo punto che il social media manager diventa anche marketer: entrano in gioco strategie di marketing, dati da analizzare, parole come ottimizzazione.
Da dove partire per combinare marketing e social media? Noi partiamo dandovi un po’ di dritte.
Comunicazione: automatizzata o umanizzata?
Eh già, comunicare oggi non basta più: bisogna dialogare instaurando relazioni sociali con il proprio pubblico.
Questo significa che il dialogo può avvenire se si considera la propria audience non una massa di dati o un target da intercettare, ma un insieme estremamente vario di emozioni, sentimenti, preferenze, dubbi. Insomma per avviare un dialogo è essenziale capire che ogni pubblico con cui si interagisce attraverso i social media è composto di essere umani che devono essere trattati in quanto tali.
Ben venga quindi un’interazione da umani per umani, human-to-human: si tratta, infatti, di costruire una connessione tra le parti e per farlo l’interazione deve essere vera, anche passibile di errore, ma sempre autentica.
Fate quindi attenzione a come comunicate e a come cercate di creare engagement perché a valutare il vostro operato non ci saranno numeri e dati, ma persone. In fondo si chiamano social media per un motivo.
Copy: #breve #e #conciso o breve e conciso?
Sempre parlando di comunicazione, vediamo adesso come affrontare quella scritta: parliamo di copy.
Mettiamo subito in chiaro che il caro cancelletto dovrà essere l’ultimo dei vostri pensieri: un errore classico, infatti, è esagerare con una farcitura extra di hashtag. Purtroppo questa “scorciatoia” non ripaga. L’ideazione di un buon copy richiede tempo, molto più tempo di quello che vorreste, ma vedrete che non sarà mai tempo perso. Perché un copy sia davvero buono, deve essere in grado di trasmettere prepotentemente un messaggio con il massimo della semplicità. Tutto questo senza dimenticare che il messaggio deve essere conciso, perché quello che condividerete sui social è un post e non un romanzo (un altro tra gli errori più classici).
Arrivati a questo punto la via del social media marketer è già decisamente costellata di #difficoltà.
Frequenza: spammare/non postare mai o postare regolarmente?
Immaginate di avere un post, ideato e realizzato, ormai pronto per essere condiviso con il mondo. È questo il momento di mettere mano al calendario per definire un programma di condivisione consono agli obiettivi preposti.
Quando parliamo di condivisione di contenuti non lo facciamo in termini di quantità, ma di frequenza. Spammare non va bene, non postare proprio neanche. È infatti la regolarità che permette di creare engagement con il proprio pubblico: dovete diventare una figura familiare, presente ma non assillante. Difficile? Sì, ma non impossibile.
Tutto chiaro fin qui, ma avete ancora dubbi e curiosità che non hanno trovato risposta? Allora non prendete impegni perché sabato 13 aprile c’è il corso di Social Media Marketing per i professionisti digital di oggi e domani.
Parola di Young Digitals e MARKETERs Academy.