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Le regole del web marketing sono cambiate: che cos’è e come funziona la gamification

Gamification - Marketing strategy

Le regole del web cambiano in continuazione, con strumenti e strategie sempre nuove. È dunque compito fondamentale di ogni web marketer stare al passo con i tempi e sperimentare nuove strategie per le proprie campagne.

I capisaldi del web marketing

Ormai sono due i punti fondamentali del web marketing:

  1. profilare al meglio gli utenti del web, ma senza incorrere in tecniche che possano sfavorire il proprio brand o la privacy degli utenti e, appunto,
  2. la privacy.

Gli utenti del web, infatti, soprattutto a seguito dei molti scandali che hanno colpito le grandi compagnie tecnologiche, cercano sempre più di salvaguardare la propria privacy senza rilasciare troppi dati. Un sistema per non farsi tracciare da cookies e tracking da ISP è utilizzare servizi come le connessioni VPN. Cosa sono le VPN? Sono dei sistemi ultra sicuri che permettono di navigare online in incognito e garantiscono una protezione efficace.

Se un marketer deve tenere conto anche della sicurezza degli utenti deve però, allo stesso tempo, raccogliere più informazioni possibili riguardo a essi, in modo da profilare al meglio le campagne pubblicitarie. Proprio per questo le nuove strategie di marketing puntano a convincere gli utenti a conoscere il prodotto, a fidelizzarsi al brand in un processo discreto che fa leva sui sentimenti e la conoscenza.
Di certo una sfida per i marketer, ma che ha portato ad alcune tecniche interessanti. Perché proprio di sfida si parla quando si usa la gamification come strategia di marketing.

Che cos’è la Gamification

Da qualche anno, infatti, questo termine circola negli ambienti pubblicitari. La gamification è la mutuazione dai videogiochi di concetti e sistemi che vengono così utilizzati per incentivare la veicolazione del messaggio del brand, e per convincere l’utente a utilizzare successivamente il prodotto o il servizio presentato. Come si può intendere facilmente dal nome, si tratta di utilizzare i sistemi presenti nei videogiochi ‒ dunque quiz, bonus, test e ricompense ‒ per promuovere prodotti e servizi. In questo modo si gratifica l’utente che risponde esattamente a delle domande, o che partecipa a un sondaggio per esempio, con dei premi come una prova gratuita, uno sconto, un voucher. Un altro sistema molto diffuso è quello dei punti: per ogni attività o ogni domanda a cui risponde, l’utente riceverà dei punti che verranno trasformati in un badge.
Lo scopo è naturalmente gratificare l’utente e fidelizzarlo allo stesso tempo. Molti brand hanno iniziato a utilizzare queste strategie – anche Facebook, per esempio, premia i fan più attivi – e hanno potuto constatare che l’engagement è notevolmente cresciuto.

Fan più attivo - Facebook

Tutte queste strategie – ovvero il creare giochi e ricompense – funzionano perché stimolano una parte innata in ognuno di noi: la voglia di mettersi alla prova, di giocare, di vincere. È un sistema che esisteva già nelle competizioni interne alle aziende – con il premio o riconoscimento all’impiegato del mese – e che si è semplicemente evoluto per adattarsi ai nuovi metodi di comunicazione e a nuove strategie aziendali.

Alcuni esempi di Gamification

Se la customer experience sta diventando il fulcro delle azioni di marketing, la gamification ne è un supporto fondamentale. La ludicizzazione del marketing, dell’azione diretta di un brand, infatti, mette al centro il consumatore, coinvolgendolo in un’esperienza unica, ricompensandolo e appagandolo.

Starbucks, McDonald’s, Nissan, ma anche brand italiani come Perfetti nel caso specifico delle caramelle Goleador, hanno sfruttato le nuove tecnologie – dunque app e risposte immediate da parte dei processori – per coinvolgere i propri clienti e stilare classifiche a punti e dispensare premi. Le caramelle hanno inventato un gioco di calcio ad hoc; mentre Nissan ha dotato le sue macchine ibride di un’app per il controllo del carburante, della velocità e di altri dati, mettendo il guidatore in una classifica con altri proprietari di auto Nissan nello stesso territorio.
Starbucks ha creato un programma di reward: ogni volta che un cliente si registra presso uno shop attraverso un’app specifica, riceve punti che possono essere commutati in consumazioni, caffè, gift card o accessori.

Starbucks Rewards

McDonald’s, invece, ha sempre sfruttato questo metodo, prima ancora dell’innovazione tecnologica, promuovendo la raccolta dei pezzi di un gioco a ogni panino acquistato, per ottenere un premio a fine raccolta. Ed erano gli anni ’80.

Perché la Gamification funziona

Come dicevamo, la gamification funziona perché agisce sui nostri istinti, sulla ricerca della vittoria e la soddisfazione che ne consegue. Queste campagne però sono efficaci perché sono semplici, immediate, ma nascondono un grande lavoro di preparazione, che comprende storytelling, la creazione e lo sviluppo di app da scaricare, il posizionamento del marchio, e tanta creatività. Prima di lanciare una strategia simile su tutto il mercato di riferimento è necessario anche avviare degli a/b test, che mostrino le possibili vulnerabilità e punti di forza.

In generale però, la gamification è diventata uno strumento imprescindibile del marketing. È un ottimo modo per coinvolgere gli utenti, farli sentire importanti, divertirli, ma allo stesso tempo fidelizzarli a un brand senza essere troppo invadenti. E secondo alcuni report, tra cui quello di Gartner, nel 2020 vedremo crescere ancora di più le strategie di gamification!

This MARKETERs Life

Le ragazze e i ragazzi della Redazione: un team variopinto di pianificatori e marketing geek.

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