
Il lockdown ha messo a dura prova diversi settori come il turismo, la ristorazione e la moda. In questa situazione anche la cultura è stata messa da parte costringendo teatri, cinema, musei a chiudere.
In questa difficile circostanza alcune realtà hanno intravisto l’opportunità di reinventarsi e proporre al pubblico dei contenuti in modo nuovo, sfruttando le possibilità offerte dagli strumenti e dalle piattaforme digitali.
Tra gli esempi virtuosi che risalgono al primo lockdown, troviamo la “Stagione sul sofà” di Teatro Stabile del Veneto, un palinsesto digitale che nei mesi di chiusura delle sale teatrali ha intrattenuto il pubblico da casa proponendo oltre 300 contenuti. Dato l’enorme successo riscontrato, il teatro ha deciso di incrementare questa tipologia di fruizione, presentando Backstage, la prima piattaforma digitale che propone contenuti teatrali originali, appositamente per il web.
Abbiamo intervistato Andrea Grandese, responsabile Comunicazione e Marketing del Teatro Stabile del Veneto, che ci ha raccontato nel dettaglio come è nato questo progetto.
Andrea, quanto pensi che il lockdown abbia influenzato il vostro approccio al digitale?
Per noi, come per tutto il settore dello spettacolo dal vivo, la pandemia è stata un duro colpo. I teatri sono stati i primi a chiudere e, fatta eccezione per una piccola parentesi estiva, continuano ad essere chiusi. Avremmo potuto serrare i battenti e rimandare qualsiasi attività al momento della riapertura. Invece, abbiamo preso il nostro essere teatro pubblico come un impegno imprescindibile nei confronti del territorio, dei nostri spettatori e soprattutto dei molti attori, registi e maestranze che solitamente collaborano con noi. Così abbiamo scelto di continuare a fare teatro nell’unica piazza in cui ciò era possibile, quella virtuale.
Prima il nostro palcoscenico sono stati i social network dove, forti già di una buona fanbase, abbiamo presentato “Una Stagione sul Sofà”. Successivamente abbiamo ampliato gli orizzonti e alzato lo standard qualitativo con il lancio di Backstage, la nostra piattaforma digitale con contenuti on demand e con produzioni pensate proprio per il digitale.
In un periodo di chiusure di teatri e spazi di cultura, quanto è importante mantenere un rapporto col pubblico attraverso i nuovi media digitali?
Non perdere il contatto con il pubblico è fondamentale, anche quando la presenza fisica viene a mancare. Non solo i media digitali ci hanno consentito di continuare a intrattenere i nostri spettatori con proposte di qualità in un periodo in cui tutti erano chiusi in casa e qualsiasi altro tipo di svago non era possibile. Allo stesso tempo ci hanno permesso di non scomparire dall’orizzonte del nostro pubblico, di non essere dimenticati.
Attraverso quali piattaforme avete sviluppato la vostra strategia digitale?
Durante il primo lockdown abbiamo lanciato “Una stagione sul sofà” attraverso tutti i nostri canali social, Facebook, Instagram e YouTube, ma anche su Zoom. Quest’ultimo è stato un esperimento interessante perché abbiamo trasferito su quella che ormai è una delle più note piattaforme di video call “Universitarie”, la prima serie teatrale interamente scritta e interpretata da universitari. I ragazzi, guidati dalla compagnia di attori professionisti Amor Vacui, si sono trovati su Zoom per fare le prove. Sempre su Zoom hanno messo in scena la loro performance con il pubblico live, senza perdere così il “qui e ora” che rende unica l’esperienza dello spettacolo dal vivo. Dopo l’estate, però, forti degli ottimi risultati di pubblico registrati da “Una stagione sul sofà”, dove i contenuti proposti hanno superato il milione di visualizzazioni, abbiamo lanciato una nostra piattaforma di teatro in streaming.
Backstage è una piattaforma interamente gratuita per tutti gli utenti, a cui per accedere basta registrarsi. Prendendo ispirazione dai social network, è infatti possibile esprimere preferenze tramite like, commenti e creare delle playlist personalizzate. Nel tempo, nuovi contenuti originali verranno caricati sulla piattaforma che sarà arricchita con web-serie teatrali, video-spettacoli integrali e approfondimenti dedicati alla scoperta dei ruoli dietro le quinte e di come nasce una produzione teatrale.
La vostra piattaforma interna rappresenta un unicum nel panorama teatrale italiano: quali sono le sue potenzialità e quanti utenti state raggiungendo?
Esistono altri esperimenti di teatro in streaming, ma la maggior parte dei teatri italiani ha scelto di continuare a proporre contenuti sui social network o di affidarsi a piattaforme cinematografiche esterne già esistenti. Noi siamo gli unici ad aver creato una nostra piattaforma dove trasmettiamo delle vere e proprie produzioni teatrali create ad hoc per la fruizione in streaming, live o on demand.
Il nostro core business chiaramente non può che restare lo spettacolo dal vivo, ma lo streaming ci ha aperto la possibilità di raggiungere un nuovo pubblico, composto soprattutto da giovani da fidelizzare e poi da avvicinare al teatro. È stato un successo perché in pochi mesi abbiamo superato i 10 mila iscritti. Questa piattaforma ci ha offerto l’opportunità di creare e sperimentare contenuti alternativi, ma non sostitutivi del teatro dal vivo. I social e la piattaforma Backstage sono come delle arterie parallele alla principale, il teatro in presenza, e a questa portano nuova linfa.
Il Teatro Stabile del Veneto ha avuto la capacità di rendere una difficoltà, un’opportunità da sfruttare e che probabilmente ha cambiato lo sguardo del pubblico sul teatro e i suoi contenuti.
Lo stesso Giampiero Beltotto, presidente del Teatro Stabile del Veneto, dichiara: “La rete non sostituirà certamente lo spettacolo dal vivo, ma siamo convinti che mostrare il teatro anche in questa forma, renderlo ancora più accessibile sfruttando le potenzialità del digitale, sia la strada giusta da percorrere per un coinvolgimento sempre maggiore del pubblico”.