
Per chiunque abiti nel Nord-Est d’Italia, un territorio che fondamentalmente si sente sempre orgogliosamente di provincia, la radio ha da danni alcuni punti fermi per cui, quando si torna verso casa e si sintonizza la radio, certi nomi e certe frequenze suonano come un “Bentornato”. Escludendo la ubiqua Radio Maria, una di queste mitiche stazioni trivenete è Radio Bellla & Monella (“Bella” rigorosamente con tre L), fondata a Castelfranco Veneto nel 1990 dal Gruppo Zanella, che comprende altri grandi nomi della radio locale come Marilù, Birikina, Piterpan, Sorrriso e Gelosa. Bellla & Monella è la prima radio a fare da media partner al MARKETERs Festival, con interviste agli organizzatori del Festival e spot in onda nel periodo pre-evento, un grande onore per la MARKETERs Academy.
In occasione del MARKETERs Festival 2017 abbiamo avuto come ospite un personaggio eccezionale, che tra uno speech e un workshop ha voluto raccontarci la sua esperienza e lo stato dell’arte del mondo radiofonico odierno: Umberto Labozzetta, attualmente direttore creativo di Bellla & Monella. Umberto ha una lunga carriera nel mondo della radio e trasmette una passione e una creatività contagiose. Dopo gli inizi come animatore ad Ibiza, incontra Claudio Cecchetto e approda a Radio Deejay, dove scopre Marco Baldini e collabora con Linus, Albertino, Fiorello e molti altri. Passa poi alla Sugar di Caterina Caselli dove si occupa di promuovere grandi talenti della musica italiana tra cui Elisa e gli Avion Travel. Fonda in seguito la sua agenzia, LabPromotion, e oggi si occupa di radio, comunicazione, e insegna persino alla Cattolica. Milanese, ha famiglia in Veneto e quindi vive sull’A4. Naturalmente sempre con la radio accesa.
Ciao Umberto, a te che sei un insider chiedo: qual è la situazione della radio oggi in Italia?
La radio è uno strumento sempre più importante. Io ho iniziato a conoscere il mezzo radiofonico negli anni ‘70, all’epoca delle radio libere, in un un’epoca diversa dalla vostra (sorride, ndr) in cui i social non esistevano, e la radio era lo strumento più immediato per comunicare la scatola magica della radio. Poi ho avuto la fortuna di conoscere nel 1986 Claudio Cecchetto, che mi portò a Radio Deejay dove sono rimasto per più di otto anni come responsabile marketing, pr e ufficio stampa, un periodo davvero intenso. È stato lì che mi sono appassionato alla radio intesa come vero e proprio brand, visione che Claudio aveva avuto prima di tutti. Il brand Deejay era stato costruito a tavolino da Claudio, vero genio creativo, con il supporto di un ottimo team, e aveva subito individuato il suo target di riferimento: il pubblico giovanile. Nonostante la concorrenza non mancasse, Deejay è riuscita a diventare un fenomeno di massa soprattutto grazie alle sinergie create anche con altri mezzi, come con la creazione del format televisivo Deejay TV. All’inizio degli anni ‘90 era così diventata la prima radio per ascolti in Italia.
Faccio questa lunga premessa per dire che da allora è cambiato però tutto, l’utente in primis. Oggi tu hai la possibilità di personalizzare i tuoi ascolti, basti pensare a Spotify. Le radio quindi hanno dovuto adattarsi in molti modi a questo cambiamento: i grandi network come RTL hanno introdotto novità come la trasmissione a 24 ore e l’isofrequenza (come 102.5), ma soprattutto si sono trasformate. Oggi le radio sono anche case editrici e discografiche, si sono espanse anche sul web offrendo diverse stazioni tematiche, e organizzano grandi eventi (vedi Radio Italia Live). Le radio più piccole hanno dovuto adattarsi anche loro, unendo le forze su base locale e puntando sul territorio. Bellla & Monella per dire, che fa parte di un network di 6 emittenti, oggi è partner del meraviglioso MARKETERs Festival proprio in quest’ottica.
Quindi a chi punta Bellla & Monella oggi?
Io sono arrivato un anno e mezzo fa, e ho accettato l’incarico innanzitutto svolgendo un’indagine di mercato, cercando di capire cosa mancasse e ascoltando i diretti competitor. La prima cosa che era sfuggita era l’importanza dell’informazione locale, naturalmente per perché costa farla e organizzarla. Noi stiamo costruendo una redazione di giovani, cerchiamo di far crescere i nostri speaker che più che una bella voce devono avere contenuti da proporre. BM deve necessariamente puntare sul territorio, che oggi è un bacino di 6.5 milioni di persone, proponendo contenuti che parlino a quel territorio, come la nostra trasmissione “Benvenuti al Nord”, che in mezz’ora racconta una località del Nord-Est. Insomma, una radio come BM non può scimmiottare i grandi network e le hit radio, ma piuttosto riuscire a fare sentire a casa gli ascoltatori di quel territorio. Per noi poi è molto importante ricercare e dare spazio a nuovi artisti. Insomma, sento che stiamo lavorando proprio sui quattro punti di cui ha parlato oggi Claudio Bora di Diadora: autenticità, passione, innovazione e personalità.
Quali sono i ricordi più belli della tua carriera?
Sono naturalmente molto legato alla mia decade a Radio Deejay, dove ho costruito e mantengo tuttora ottimi rapporti. Per quanto riguarda gli artisti su cui ho lavorato come promozione, rimane indimenticabile il periodo che coincise con la vittoria di Sanremo di Elisa nel 2001, che fu il culmine di un grande percorso artistico e umano. Sono anche molto contento del lavoro fatto per Jack Savoretti, artista italo-inglese che siamo riusciti a lanciare e che ci sta dando molte soddisfazioni. Ma vi dirò, sono molto orgoglioso anche del lavoro svolto nell’ultimo anno a Bellla&Monella, dove stiamo dimostrando che si può fare radio locale con una mentalità da radio nazionale, senza però snaturarsi: bisogna sempre privilegiare il contenuto. Io sono sempre per “quando non si hanno cose da dire, meglio un disco in più”! Certo, non essere banali o pesanti non è facile. Io per questo cerco di stare essere il primo interlocutore del mezzo radiofonico, ascolto la radio quasi tutto il giorno e così sto sempre sul pezzo!