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Come comunica la moda: dalla fotografia ad Instagram

da 6 Febbraio 2017Febbraio 7th, 2017Nessun commento

La fotografia da sempre rappresenta il modo con cui la moda si racconta ed emoziona. Con l’avvento dei social, in particolare di Instagram, la comunicazione attraverso le immagini è cambiata e anche i consumatori sono diventati dei creatori d’immagine. Ma qual è la storia di questo legame così forte?

Da sempre la moda ci ha insegnato che una foto può diventare un’icona e, oltre a trasmettere un messaggio commerciale, emoziona e delizia gli occhi di chi guarda.

La moda e la fotografia sono legate l’una all’altra: la prima crea qualcosa di visivo ed emozionale, l’altra esprime ciò che la moda crea.
Ma nell’era del digitale, dove tutti diventano creatori di immagini e narratori, i brand del fashion riescono ancora a raccontare la loro storia ed emozionare attraverso le immagini?

La fotografia della moda: la storia

La moda è sempre stata oggetto di rappresentazione visiva attraverso dipinti, ritratti ma anche caricature dei personaggi del tempo. Con la nascita della fotografia attorno al 1830, le prime riviste incominciano a sentire la necessità di comunicare la moda con qualcosa di diverso rispetto ai semplici disegni.

Ed è in questi anni che si inizia ad esprimere quel potenziale emotivo racchiuso nella moda: nel 1856 Adolphe Braun realizza il primo book fotografico composto da 288 foto le quali ritraevano la Contessa di Castiglione in abiti ufficiali di corte e in pose particolari che enfatizzavano non solo la modella ma anche gli abiti stessi.

Pierson_castiglione

I primi esperimenti di Fashion Fotography del Novecento

Ma è nei primi anni del Novecento che riviste come Vogue e Harper’s Bazaar ingaggiano fotografi per ritrarre attrici e modelle in location sempre più costruite con lo scopo di creare un coinvolgimento con le lettrici e trasmettere un messaggio di agio e lusso.

Negli anni Venti fotografi come Edward Steichen e Cecil Beaton, i padri della fotografia della moda, trasformano le immagini in quadri studiandone le impostazioni e i colori ed unendo un mondo scenografico di lusso alla vita quotidiana.

Le figure femminili ritratte in queste foto impersonano dive con atteggiamenti distaccati, quasi eterei, dando vita all’immagine di donna icona e irraggiungibile. Ed è questa l’immagine che i primi brand utilizzano per pubblicizzare i loro abiti: donne dalla bellezza eterea, pure ed eleganti, ma dal carattere fragile.

In questo decennio del Novecento iniziano anche i primi rapporti tra le riviste specializzate e i marchi di moda: questi ultimi guardano con occhio curioso alla fotografia, ma si limitano ancora ad utilizzare disegni ed illustrazioni per comunicare e pubblicizzare i propri prodotti.

Con il secondo dopoguerra, la fashion photography inizia a sperimentare nuove strade: si ricerca un maggior coinvolgimento di chi guarda l’immagine, collocando le modelle in strada o in locali notturni. Grazie a questo, la fotografia di moda si sviluppa in modo rapido tanto da spingere i brand del fashion ad utilizzarla nella propria comunicazione, sia a livello commerciale che per esprimere i propri valori al mondo.

Gli anni Sessanta, tra brand e carta stampata

Gli anni Sessanta sono gli anni del boom economico, delle rivoluzioni studentesche e sindacali, ma anche dell’emancipazione femminile, che porta le donne a ricercare la propria libertà individuale anche attraverso l’abbigliamento e il make up.

Si creano nuovi ideali femminili, più sbarazzini e più intraprendenti: nasce l’icona della Minigonna e di Twiggy.

I brand del fashion intuiscono che creare e utilizzare questi nuovi modelli generi un maggiore coinvolgimento con le consumatrici, le quali si identificano in queste nuove figure.

vogue

Si incomincia ad utilizzare la pubblicità su carta stampata non solo per vendere il proprio prodotto, ma anche per creare dei veri e propri miti che vengono identificati nel brand e nei suoi valori: l’eleganza di Chanel si lega all’attrice Audrey Hepburn, mentre la classe di Dior si lega alla modella e attrice Dovima, Mary Quant all’immagine sbarazzina e ribelle della modella Twiggy.

Come comunica la moda

Le cose cambiano negli anni Novanta dove si fa strada tutta la potenza dell’era del brand.

Come si coniuga l’avvento del web e del mondo digitale nel mondo della moda?
Il nome Oliviero Toscani vi dice qualcosa?

Per scoprirlo, non vi resta che attendere il nostro prossimo articolo su come comunica il mondo della moda!

Martina Tonetti

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