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Creography, il coach in una scatola che aiuta a sviluppare idee e processi

A volte – ma solo a volte – per trovare soluzioni creative a problemi difficili bisognerebbe metterci un po’ meno “testa”.

Si potrebbe sintetizzare così il risultato di una ricerca condotta da neuroscienziati della Queen Mary University e della Goldsmiths University che hanno dimostrato che inattivando temporaneamente una parte della corteccia cerebrale attraverso una tecnica chiamata stimolazione transcranica a corrente continua (tDCS), è possibile migliorare la capacità di pensare “fuori degli schemi”.

60 soggetti sono stati sottoposti ad una serie di test che valutano la capacità di trovare soluzioni creative ai problemi, come quello che richiede di unire nove punti disposti a quadrato con sole quattro linee e senza mai staccare la penna dal foglio. Difficilmente si trova la soluzione di questo problema la prima volta che lo si affronta, e anche i pochi che ci riescono ci mettono parecchio tempo.Nonostante questo nuovo metodo basato sull’uso della corrente continua, che lasciamo volentieri agli scienziati, ci chiediamo se esista o meno un sistema che ci possa aiutare nel velocizzare un processo creativo, il quale può trovare riscontro in vari momenti della nostra giornata lavorativa:

  • una fase di co-progettazione;
  • sviluppo concept di prodotti o servizi;
  • definizione di processi e metodologie;
  • costruzione di strategie;
  • momenti di presa di decisioni

 

Esiste un modo per velocizzare e migliorare questi processi?

Corrente elettrica a parte sembra proprio di si, abbiamo infatti scoperto un progetto innovativo nato da un’idea di Silvia Toffolon: vi presentiamo “Creography”.

Creography è una nuova metodologia in grado di aiutare un ampio ventaglio di figure professionali, dall’individuo al team, dal creativo al manager, mediante un sistema dinamico capace di integrare facilmente percorsi di innovazione alla realtà in cui viene applicato.

Una volta appreso il processo lo si può utilizzare regolarmente in modo autonomo ogni volta  che c’è bisogno di confrontarsi in modo efficace e costruttivo nella generazione di idee e allineamento.

 

Lo strumento principale che Creography usa è il kit “People at work” che nasce per guidare in modo coinvolgente gruppi di lavoro nella definizione di problematiche, identificazione di opportunità e facilitazione del loro raggiungimento.

Il sistema consente quindi di:

  1. focalizzare il vero problema;
  2. valutare le opportunità;
  3. velocizzare il loro raggiungimento attraverso l’identificazione di piani di azione.

DOVE STA IL TRUCCO?

L’essere umano è posto al centro dell’attenzione ed il sistema tiene conto del fatto che siamo esseri prevalentemente visivi, in grado di essere più efficaci quando c’è un percorso da seguire.
L’approccio è ludico; questo rende il processo emotivamente più facile da gestire, c’è uno spazio protetto di ascolto e confronto.
Creography è composto da un insieme di strumenti intuitivi già presenti nel mercato in altre forme, ma ottimizzati, resi semplici e gestibili.

Il prodotto finale prende forma in un vero e proprio kit in grado di stimolare la creatività e il “Think out of the box”, che affonda le sue radici nei principi di design thinking, coaching, pensiero visuale e laterale.

 

Il kit è composto da diversi tools che, combinando canvas (tabelloni), un mazzo di 24 carte ispirazionali e apposite istruzioni, facilita le dinamiche di collaborazione creativa tra le persone.

COMPOSIZIONE DEL KIT

Tabelloni

Il concetto è quello di creare in un gruppo una mappa suddivisa in diverse fasi ognuna con diverse domande.
I canvas (o tabelloni) aiutano a disegnare un progetto, una strategia, un nuovo concept di prodotto o servizio; possiamo definirli come l’impalcatura della nostra idea.

Una vera e propria scaletta che conduce all’obiettivo senza il rischio di perdersi in troppi rivoli evitando l’apertura di parentesi che portano fuori focus. Un po’ come se fosse il nostro Virgilio.

 

Mazzo da 24 carte

Le carte presentano una parte frontale con un’immagine fotografica e un retro con una frase ispirazionale.
Servono per giocare con le idee e farne nascere di nuove.

Permettono libere associazioni tra immagini, parole e concetti.


Si dice che un’immagine valga più di 1000 parole, l’idea interessante è che ogni immagine può essere interpretata in tanti modi diversi dalle diverse persone di un gruppo di lavoro e questo permette di fare molte scoperte. Le frasi inserite nel retro si ispirano alle carte ma non sono didascalie, sono frasi che invitano a fare nuove considerazioni e identificare nuovi punti di vista, ad esempio:

  • “Considera il benessere del sistema”
  • “Considera la sostenibilità”
  • “Considera il tempo che scorre”
  • “Rendi esplicita la visione”
  • “Crea il momento favorevole”.

Le carte sono solo un’integrazione a un percorso di domande che si trova nella cartellina con le linee guida e gli schemi da seguire. Ci sono delle roadmap con domande, mentre si risponde a queste si tiene in mano la carta pescata dal mazzo.

Spesso questa apre riflessioni innovative.

APPROFONDIMENTO

Le carte vengono usate durante la fase divergente del confronto, quella in cui serve generare nuove idee e concetti per cui le carte diventano come un “trampolino” per la mente, aiutano a fare emergere pensieri impliciti o meno in superficie di altri.

Capita spesso di sentire dire “Prima di parlare avevo in mente di dire una cosa ma adesso che vedo la carta mi viene in mente che…”.

Questo è il segnale che si è scattato qualcosa nel cervello e che ha condotto a dare una risposta inaspettata.
Le carte facilitano l’emersione di conoscenze che la persona non ricorda di avere perché in gruppo in poco tempo non è facile tirare fuori il meglio di sé: se si è introversi perché non c’è il tempo per riflettere, se si è estroversi perché si risponde troppo in fretta.
Questo strumento risulta essere molto apprezzato dalla grande maggioranza dei partecipanti perché aiutano a mettersi in gioco e fungono da enzima per la produzione di idee innovative.

 

 

CONCLUSIONI

Il kit lo possiamo definire come il “pezzo verde” dei lego, la base di partenza su cui si fissano più costruzioni.

Ma Creography può essere utilizzato anche per svariati contesti, ad esempio:

  • Definire la vision aziendale;
  • Identificare una strategia di sviluppo commerciale o di esplorazione strategica;
  • Esplorare scenari futuri in un determinato ambito/contesto;
  • Definire l’evoluzione di scenari di business e molti altri ancora..

 

In ultima analisi il risparmio di tempo e il miglioramento del processo ideazione/confronto/output risultano essere i vantaggi principali di Creography, il quale si pone come pubblico principale i manager e gli innovatori bisognosi di far evolvere business e organizzazioni che si prefiggono di generare, o rigenerare idee creative in modo condiviso.

Francesco Emiliani

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